''Past Lives'', opera prima della coreana Celine Song inno all' introspezione, alle vicissitudini dell'anima, alla profondità dei sentimenti
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Nostalgia. Deriva dall'unione di due parole di origine greca: nostos, “ritorno a casa” e algos “dolore”, che insieme diventano “il dolore del ritorno”. E questa è la chiave portante di "Past Lives". La tenera e singolare regia di questo film, conduce la mente di chi lo guarda ad entrare, suo malgrado, così tanto nella sua atmosfera, che la testa e l'anima in sincrono perfetto viaggiano nei meandri delle proprie e personali vicende della vita, spinte da quello che stanno vedendo. E questo è quello che distingue un grande pellicola da una mediocre: scombussolare, far girare i pensieri, in una parola lasciare qualcosa dentro.
È uno dei film indipendenti più ammirati e applauditi dell'ultimo periodo, e curioso a dirsi, Celine Song, la regista e sceneggiatrice sudcoreana è al suo esordio. La prima proiezione è stata un anno fa al Sundance Film Festival, e poi si sono susseguiti mille altri in giro per il mondo, in cui ha accumulato riconoscimenti di ogni tipo. Da profana sull'argomento qual sono, la caratteristica precipua di questo film, quello che mi ha maggiormente colpito, è che in questo mondo così cinico e frenetico, dove molto poco ci si sofferma sui sentimenti, nella vorticosa incalzante bramosia di materialismo che impazza nelle vite di ognuno di noi , qualcuno sia stato capace di dar vita ad una vicenda così delicata.
È un film che rimescola il cuore, è impossibile non immedesimarsi nei personaggi, molto pochi, peraltro, ed il sentimento che aleggia è quello del tempo passato, quel sottile e malcelato malessere che si crea in noi pensando alle cose non vissute, alle parti inevase della nostra esistenza. L'ambientazione è estremamente curata nei vari scenari che si susseguono, e ognuno dei paesi del mondo che fa da sfondo ai vari avvenimenti, da Seul a New York, curati con un sapiente flash back, ha un suo particolare e preciso ruolo nella storia, che si snoda con estrema naturalezza. Una naturalezza che cattura nonostante non abbia stacchi emotivi profondi o altrettanti colpi di scena che ci sono solitamente nei film.
I primi piani sono intensi e ritmati da una regia fluida e consapevole, che dipinge con molta accuratezza gli stati d'animo dei personaggi. Nessuno di essi eccede nella teatralità , sono personaggi veri, uomini e donne del nostro tempo, con la caratteristica però di dar vita ad una vicenda fresca, avvolgente, che appare, soprattutto, assolutamente reale e sincera, vivibile da ognuno di noi. Past Lives è un inno all' introspezione, alle vicissitudini dell'anima, alla profondità dei sentimenti.
A tutto quello che forse ci siamo dimenticati. "C’è una parola in coreano, “in yun". Significa provvidenza o destino. - E tu ci credi? - È solo una cosa che dicono i coreani per sedurre qualcuno."