Dal posto fisso a educatore istruttore cinofilo, la storia di Stefano Margheri e il rapporto simbiotico con i cani
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Le strade del centro cominciano ad animarsi all'inizio di un nuovo giorno. Lo si vede spesso. Alto, occhi celesti persi nei suoi pensieri, che cammina assorto tenendo al guinzaglio la sua cagnetta nera, che lo guarda adorante, in attesa di una sua mossa.
Lo conosco da sempre. Stefano Margheri. E quello che mi ha affascinato in lui è il rapporto simbiotico con i suoi cani.
La più importante di tutti: Mia, che lo ha lasciato in modo molto doloroso qualche anno fa. Nella presentazione del libro 'Dagli occhi di Mia' che Stefano ha scritto sulla sua adorata compagna di vita, ho letto una frase che mi ha colpito "Oltrepassato il 'muro sensibile' e scivolata nell'universo senza tempo Mia decide di dedicare al mondo degli umani un ultimo dono tangibile: narrare se stessa. [...]". Un viaggio nel tempo, dal primo giorno di vita all'ultimo.
Dopo averlo incontrato una mattina ho deciso di raccontare Stefano. D'impulso. Come quasi tutto quello che faccio quando scrivo. Nelle sue sfaccettature più profonde, per mostrare agli altri cosa voglia davvero dire amare un animale, immedesimandosi in esso, nei suoi istinti, nelle sue gioie e nei suoi dolori.
È difficile entrare nell'animo di una persona, le mie domande sono state poche e ho lasciato fluire i pensieri così come venivano.
Il suo amore per gli animali, in particolare per i cani, è cominciato praticamente da subito, dalla tenera infanzia, anche se poi ha dovuto aspettare i 18 anni per poter finalmente esaudire il suo desiderio, quello di avere un cane.
Da quel momento ha coniugato l'esperienza pratica con tutta una serie di letture e di studi che lo hanno portato ad incrementare e a focalizzare la passione fino ad entrare in un mondo più professionale e più professionistico con le prime qualifiche di educatore e di istruttore.
Verso i trent'anni ha cominciato a svolgere la sua vera e propria attività come educatore ed istruttore specializzato nei disturbi comportamentali del cane. Coniugare gli studi da leguleio con quelli dello studio e dell'attività cinofila.
Non è stato semplice all'inizio, ma nel fluire del tempo ha capito che non era fatto per il mondo arido e schematico come quello giuridico e ha recentemente fatto della sua passione una vera e propria professione.
Nella mia accezione romantica, di donna sognatrice, ha seguito i suoi sogni, ma dimentico spesso nella mia anima persa nella fantasia che esiste un mondo concreto, dove per vivere bisogna guadagnare. In sostanza ha lasciato un posto fisso per seguire parallelamente come libero professionista sia il mondo giuridico che quello cinofilo in maniera più completa, scegliendo finalmente come spartire il suo tempo in maniera consona ai suoi desideri.
È infatti un educatore istruttore cinofilo, che si occupa di corsi di educazione base e avanzata, di attività sportive e di rieducazione per quelli che vengono chiamati disturbi del comportamento. Il tutto nel suo centro a San Rocco di Villazzano che ha il nome del libro 'Dagli occhi di Mia'. Qui si formano anche i futuri professionisti del settore.
Stefano inoltre scrive sull'argomento in questione per riviste specifiche a carattere nazionale. Mentre parliamo di tutto questo, attenta e adorante ai suoi piedi, c'è Elli, una splendida femmina di labrador nero, che partecipa alla sua vita e alle sue avventure. Viene dalla lontana Svezia, ha sette anni e svolge con lui attività sportive e competizioni, ma soprattutto lo segue ovunque nel suo girovagare per tenere corsi e conferenze.
Indubbiamente amare un animale ha il suo prezzo da pagare e dove c'è amore si trova sempre il dolore, quello della perdita cocente quando questo ci abbandona. Avere un animale, mi dice, con profonda convinzione, è una grande assunzione di responsabilità e cita la frase 'finché morte non ci separi'.
Il comune denominatore dell'attività di Stefano e per la quale lui aiuta i suoi clienti è quella di migliorare la gestione del proprio cane nell'ambito delle problematiche che emergono all'interno della vita quotidiana. L'obiettivo è quello di creare un rapporto simbiotico, che porti ad una vera e propria coesione fra l'animale ed il suo padrone in un contesto sociale ottimale.
Mi sorge spontanea una domanda: come lui veda questa società poco attenta, spesso crudele nei riguardi degli animali. Con voce piuttosto rassegnata mi dice che lui non si stupisce in quanto l'umanità è portatrice di qualsiasi tipo di comportamento e dice una frase che mi colpisce e profondamente vera.
Purtroppo l'uomo è anche "questa cosa qua".
I rimedi sono di due diverse tipologie. Il primo è preventivo, quello dell'educazione culturale, in particolare verso le nuove generazioni. Il secondo è di carattere sanzionatorio repressivo, assolutamente rigido e non derogabile, che colpisca ogni tipo di abuso sugli animali, di qualsivoglia natura esso sia.
Tocchiamo infine un argomento a me molto caro. Le sensazioni che provano i nostri amici nei riguardi di coloro che lui definisce non tanto i padroni quanto i referenti sociali. Lui le definisce, traendo spunto dagli studi fatti in materia, simili alle nostre, seppur in maniera più primordiale ed essenziale, positive o negative che possano essere.
Il proprietario diventa per il suo animale un riferimento esclusivo. Una cosa è fondamentale in tutto questo. Il rispetto. E questa è una riflessione mia: ad occhio e croce in questo mondo mi pare che per gli animali ve ne sia ben poco. Davvero.
Faccio una lieve carezza ad Elli sulla testolina, e li lascio andare a fare la loro passeggiata quotidiana. Insieme. Come sempre.