Amore, morte e potere si intrecciano e si rincorrono in un film duro. Ecco perché guardare Kind of kindness
Ribelle quanto basta amo gli animali e in particolare i gatti. Inseguo sempre i miei sogni come quello di scrivere e da sempre racconto storie spesso e volentieri di mici e micie.
Gialli, verdi, azzurri. Un primo piano sparato sullo schermo. Due occhi incredibili. Il suo marchio di fabbrica. Da sempre. Emma Stone.
Osannata dalla folla per il suo ultimo Oscar nella parte di Bella in "Poor Things", si rimette alla prova, con lo stesso regista onirico, Yorgos Lanthimos. E stupisce, affascina, incanta con la sua versatilità.
Kind of kindness, letteralmente "Tipo di gentilezze" è appena uscito nelle sale italiane. Un cast in stato di grazia. Jesse Plemons, attore americano, uno dei protagonisti, ha vinto il premio come miglior interprete al Festival di Cannes e si vocifera e si dice sarà candidato all'Oscar, e come non citare Willem Dafoe, che replica l'incredibile affascinante performance di Poor Things, in modo diametralmente opposto e sfaccettato.
Maestria che viene messa in luce soprattutto dai suoi lineamenti così singolari, che hanno indubbiamente contribuito a rendere questo attore così incredibilmente diverso, e particolare in ogni ruolo che possa mai aver interpretato. Questo per citarne i più famosi.
È un film duro, sconvolgente. Ricorda per certi versi "Il sacrificio del cervo sacro", nella cupezza di alcune scene, buie, inquietanti, di una crudezza talvolta quasi insopportabile.
Amore, morte e potere si intrecciano e si rincorrono arrivando all'esasperazione del concetto stesso. La gentilezza negata, l'assenza dei sentimenti, della bellezza, della bontà lo rendono un film che sconvolge l'anima. È talmente potente che risulta impossibile descrivere i sentimenti che aleggiano nella sala, alla vista di alcune scene.
Si sente la matrice di un realismo grottesco e crudele, i protagonisti sono imprigionati letteralmente nelle gabbie delle loro menti a tratti soggiogate dagli altri, in un crescendo di declino emotivo e sensoriale che sfocia in comportamenti sadici e folli dove resta vivo e pressante il fascino perverso che alcune menti esercitano sui loro simili, soggiogandoli e orchestrandone i comportamenti.
Senza permettere loro il libero arbitrio. Senza che i sentimenti positivi riescano mai a emergere. E questo ha una sottile e inquietante plausibilità con i fatti della vita di tutti i giorni.
Perché guardarlo quindi?
Per la potente metafora del potere e dell'amore che, distorto, porta gli esseri umani a comportamenti aberranti e distonici.
Per scavare nella propria coscienza e capire da vincitori quanto siamo distanti da tutto ciò.
Per la curiosità naturale di sondare l'animo umano, in questo caso di chi ha girato questa onirica crudele rappresentazione della vita, ma soprattutto per ammirare a quali vette di sublime bravura possano arrivare coloro che la interpretano.
E credetemi, solo per questo ne è valsa davvero la pena.
"Ci siamo. È il momento della verità" (Emma Stone).