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Quando guido odio i ciclisti, quando vado in bici gli automobilisti ma più in generale non sopporto chi afferma la ragione del torto

DAL BLOG
Di Andrea Castelli - 11 February 2024

Attore professionista, autore e doppiatore

Tanti odiano i ciclisti. Quasi tutti. Automobilisti, camionisti, pedoni, monopattini, e motorini. Anch’io quando guido la macchina. Se sono in bici però odio gli automobilisti, i camionisti, i monopattini, i piccioni e i pedoni. Financo qualche motorino. La colpa è di una categoria superiore ma trasversale: gli indisciplinati di natura, ultimamente arroganti, insomma gli ignoranti in crescita esponenziale.

 

Li troviamo tra i ciclisti, gli automobilisti, i camionisti, i pedoni, i piccioni, i monopattini e i motociclisti (ce ne sono anche tra quelli benedetti dal Vescovo). Scalando la graduatoria dell’assurdo tutto ciò nasce dal concetto emerso verso gli anni duemila che, riassunto malamente, afferma la ragione del torto... chi ha torto sacrosanto, vince. Lo stesso psicopatico principio sembra essersi rafforzato nel periodo post covid: chi è dalla parte del torto passa automaticamente a quella della ragione specialmente se aggredisce verbalmente (e si spera finisca qui). Insomma è violenza.

 

Tempo fa feci una battuta mentre passavano, sopra un monopattino, in due, padre e figlio adolescente. “Avete provato in tre?”. La trovavo inoffensiva dai, mica c’è da offendersi, no? Eppure papà Monopattino mi insultò pesantemente e a lungo mostrando le gengive come fanno i cani e seguendomi per un bel po’ scagliando minacce e anatemi. Paura. Stessa cosa un giorno in bici: l’auto guidata da una ragazzina dai capelli viola mi tagliò la strada senza segnalarlo. “Ma le frecce le hai pagate?” dissi schivandola per un pelo. Anche questa battuta non era male, no? Era estate e la pulzella aveva il finestrino aperto. Mi vomitò addosso un repertorio di contumelie che avrebbe fatto fuggire Dracula. Il torto era mio, naturalmente: dovevo capire prima che i capelli viola curvano fregandosene degli altri.

 

Eppure mi impongo sempre di stare zitto appena esco di casa, profilo basso, datti una calmata, chi sei? Il giustiziere mascherato? E’ che a volte proprio non resisto. Ad una signora molto elegante che in bici scampanellava per passare con protervia tra i pedoni sul marciapiede (con bimbo sul sellino) dissi “Guardi che la ciclabile è di là!”. La principessa sciorinò un repertorio di oscenità stellari in presenza del pargolo annoiato e, si sa, l’esempio trascina. Che farà da grande? Quindi che mi serva di lezione. Anche voi, mi raccomando, fate finta di non vedere, cacciate la testa nella sabbia. Ci sono i vigili, no? Non si vedono ma ci sono, giuro… sappiatelo. Mica è solo compito nostro, non possiamo arrivare dappertutto, anche i cittadini soffrono di carenza di personale.

 

Per fortuna sbocciano un sacco di ciclabili per umanizzare la città col nobile cavallo d’acciaio. Credo che di biciclette parleremo per altre puntate.

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