La danza diventa alla portata di tutti tra ironia, originalità e qualità. David Parson si conferma la compagnia più cult
InDanza. L’espressione viva della rassegna organizzata dal Centro servizi culturali Santa Chiara ha trovato la sua piena realizzazione martedì 26 febbraio al Teatro Comunale di Bolzano.
ParsonsDance è stato l’evento più acclamato dalla regione, in un tripudio di pubblico trentino e altoatesino che ha dimostrato grande interesse per lo spettacolo, già sold-out alcuni giorni prima della serata.
David Parson, fondatore e coreografo dell’omonima compagnia di danza contemporanea con sede a New York, scrive sul suo sito web: "The arts are a powerful tool for self-expression and communication. My goal is to provide opportunities for more people to experience the wonders of dance". Rendere la danza un pensiero semplice e coinvolgente, alla portata di tutti e con il “solo” obiettivo di divertire e inondare gli spazi di gioia ed energia.
I danzatori, grazie al loro talento e alle coreografie che Parson cuce addosso ad ognuno di loro con estrema semplicità, occupano il palcoscenico in modo fluido e naturale. I movimenti atletici, forti ed entusiasti sono le linee guida di uno spettacolo che mantiene per tutta la sua durata un livello energetico altissimo, senza sosta. Lo stile della compagnia è comunicativo e dialoga con lo spettatore attraverso una vivacità che unisce tutte le coreografie proposte. Semplicità ed essenzialità di scenografie e costumi inoltre esaltano la performance valorizzandone l’esplosione vitale.
Da “Round my world” (2012), mirato alla ricerca della perfezione geometrica del cerchio su una riproduzione in loop per violoncello solo digitalizzato, fino a “Whirlaway” (2014), omaggio al pianista Allen Toussaint, gli otto danzatori conquistano il teatro trasmettendo al pubblico di tutte le età la voglia di alzarsi in piedi e ballare. “Eight women” (2019), unica coreografia non firmata da Parson ma da Trey McIntyre, omaggia Aretha Franklin e con lei tutto l’universo femminile, in un inno alla gioia e alla spontanea vivacità che ben si sposa con tutta la linea dello spettacolo.
Il momento più intimo è affidato alla magia del celebre e popolarissimo “Caught”, che David Parson nel 1982 ha creato proprio per sé stesso, realizzando il grande sogno umano del volo grazie alla maestria di luci del fedelissimo light designer Howell Binkley, cofondatore della compagnia.
Il talento della David Parson Company, amatissima dal pubblico italiano, si rivela nell’innata capacità di trasmettere emozioni gioiose e divertite, accogliendo la richiesta principale del pubblico: entrare in teatro ed essere felice.
Settantacinque minuti di spettacolo, acclamati con entusiasmo, che hanno assorbito la solarità e la positività trasmessa non solo dai performers, ma anche da David Parson stesso che li ha raggiunti sul palcoscenico danzando insieme a loro.
Il divertimento palpabile nelle loro espressioni ha reso tangibile una sensazione che durante la serata è arrivata allo spettatore in modo chiaro e forte: la gratitudine verso l’arte e la danza, la gioia di essere su un palcoscenico ed esibirsi. Parson e la sua compagnia rendono vere le parole di Friedrich Nietzsche: “Dovremmo considerare persi i giorni in cui non abbiamo ballato almeno una volta”.