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«Lazzaro, vieni fuori!», il racconto della Resurrezione di Lazzaro come anticipazione della resurrezione di Gesù

La Quaresima volge al termine e si avvicina la Pasqua, dal Vangelo di Giovanni la lettura della domenica: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno»
DAL BLOG
Di Alessandro Anderle - 01 aprile 2017

Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,

Gv 11,1-45

In quel tempo 1 Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2 Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4 All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5 Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6 Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7 Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8 I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9 Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11 Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12 Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13 Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

 

17 Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18 Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20 Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22 Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24 Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

 

28 Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

 

32 Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34 domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

 

38 Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». 45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

La Quaresima si avvia al termine e la Pasqua è vicina, per questo la liturgia della Chiesa Cattolica invita a meditare sul brano della Resurrezione di Lazzaro. Il Vangelo secondo Giovanni è l'unico, fra la Sacra Scrittura, a riportare questo brano, come segno ed anticipazione della resurrezione di Gesù. La valenza simbolica del racconto è molto alta: l'evangelista, infatti, non solo imputa la condanna a morte di Gesù proprio a questo miracolo, ma incentra l'intera scena sulla figura di Cristo; Lazzaro non dirà nemmeno una parola. Seguiamo ora il racconto.

 

«Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato». La frequentazione fra la famiglia di Lazzaro e Gesù era stretta, la città di Betània – che significa, letteralmente, Casa dell'afflizione, oppure della povertà – sorge su un versante del monte degli Ulivi, circa a 3 km da Gerusalemme. È probabile che le occasioni di incontro con la famiglia di Lazzaro avvenissero proprio durante le soste di Gesù a Gerusalemme. E la loro relazione era particolarmente stretta: «3 Signore, ecco, colui che tu ami è malato. […] 5 Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro».

 

Come per il racconto del Cieco nato, anche questa malattia, la morte, è avvenuta per la glorificazione del Figlio di Dio. Vi è qui un particolare, che ad un primo sguardo potrebbe sconvolgere: «Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava». Perché Gesù aspetto due giorni e non si recò subito dall'amico ammalato? Il valore simbolico di questa attesa è di una certa rilevanza: «solo il terzo giorno (allusione alla sua resurrezione!) annuncia la sua volontà di recarsi in Giudea». (E. Bianchi)

 

Gesù si reca a Betània con i suoi discepoli – non senza “resistenze” del tutto umane: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?» - e la prima ad accoglierlo è Marta. Letterariamente, il racconto è basato su di un fraintendimento: Marta, infatti, è convinta che il fratello risorgerà, ma nell'ultimo giorno, come profetizzato dal profeta Daniele (Dn 12,2). Secondo la tradizione giudaica, infatti, l'anima del defunto scende nello Sheol/regno dei morti, come un'ombra priva di vita, ma resusciterà nell'ultimo giorno. Gesù, invece, spiega il significato della resurrezione: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno».

 

Marta andò a chiamare Maria, la quale rivolge le stesse parole a Gesù, ma in modo diverso: lei, infatti, sta piangendo. Ed il suo pianto per il fratello defunto deve essere stato così struggente, che anche gli astanti proruppero in lacrime. Qui bisogna sostare un attimo sulla commozione di Gesù, che lo presenta nella sua profonda umanità, nella sua essenza. La relazione autentica che ha con Lazzaro va al di là, riesce ad andare oltre anche alla morte – il limite intrinseco di tutti gli esseri viventi.

 

Non era sicuramente una relazione formale, come succede quasi esclusivamente oggi. La relazione autentica supera la forma e le forme, arriva alla sostanza, al cuore dell'uomo. Andare oltre la forma significa rispondere all'altro, essere responsabile con e per l'altro, per ogni altro, per ogni creatura. Salvaguardando l'infinito mistero iscritto nel cuore, nell'anima e nella libertà del creato.

 

Prima che Lazzaro esca dalla tomba, dalle catene della morte, Gesù prega – non perché avvenga il miracolo, si badi bene: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Gesù rende semplicemente grazie, ringrazia il Padre per il dono di profonda, misteriosa e sostanziale unità con Lui.

 

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