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Umanamente sbagliare, divinamente accordarsi

Oggi si leggono cinque versetti dal Vangelo secondo Matteo, che rappresentano una risposta che rispecchia le forme letterarie (la 'casuistica') dell'Antico Testamento
DAL BLOG
Di Alessandro Anderle - 09 settembre 2017

Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,

Nella lettura della scorsa domenica Gesù ha annunciato per la prima volta la via che dovrà seguire: la Passione. Oggi, invece, la Chiesa cattolica legge cinque versetti dal capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, capitolo caratterizzato dai discorsi di Gesù sull'essere comunità. Comunità che nella storia prenderà il nome di Ecclasia, Chiesa.

 

Mt 18,15-20 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. 19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

 

Innanzitutto è necessario notare che il brano sopra riportato si trova, per così dire, incorniciato dalla parabola della pecora smarrita («Se avviene a un uomo (di avere) cento pecore e una di essa si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti, e, partito, cerca quella smarrita?»), che lo precede, ed il discorso sul perdono delle offese, che la segue («Pietro gli disse: «Signore, quante volte peccherà contro di me mio fratello e gli perdonerò?». Gesù gli dice: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settantasette volte»). Alla luce di questo, rimaneva il problema nelle comunità da cui Matteo ha attinto il proprio materiale, riguardo al come comportarsi con i “fratelli” che erano incorsi nel peccato.

 

I primi quattro versetti rappresentano una risposta che, come spesso accade in Matteo – evangelista fortemente radicato nella propria cultura giudaica -, rispecchia le forme letterarie (la “casuistica”) dell'Antico Testamento (il testo sacro con cui Gesù si è confrontato e a cui continuamente fa riferimento – non esistendo ancora, ovviamente, la letteratura evangelica, apocrifa e non). La “prassi” prevedeva che il primo approccio fosse un chiarimento a tu per tu: prima di rivolgersi alle autorità, anzi, prima di rendere pubblico qualcosa che avrebbe nociuto al “peccatore” - il suo peccato – era chi aveva subito questo peccato a doversi chiarire, a dover cercare delle risposte, assieme a chi aveva commesso ingiustizia. In prima istanza il peccatore non doveva essere esposto al pubblico ludibrio o alla sentenza di una qualsivoglia autorità, ma doveva essere trattato da fratello: un fratello che, forse, è incorso in uno sbaglio che, comunque, domani potrebbe essere commesso – anche involontariamente – da chiunque altro. Solamente in ultima istanza doveva essere coinvolta la comunità intera, la Chiesa: senza l'accordo con essa – la comunione – si era, appunto, s-comunicati: «sia per te come il pagano e il pubblicano». Come un non-cristiano.

 

È interessante notare con il versetto 18: «Quanto legherete sulla terra, sarà legato in cielo, e quanto scioglierete sulla terra, sarà sciolto in cielo» è rivolto ad un plurale. Gli interpreti, gli esegeti, oggi non sono ancora concordi nell'attribuire come soggetto a quel plurale la comunità dei discepoli o solamente i dodici Apostoli. Rimane il fatto che il primato di Pietro – presente solo nel vangelo secondo Matteo 16,18-19 – viene comunque iscritto in una prospettiva più ampia: quella comunitaria. Le decisioni più importanti dovevano essere prese in una dimensione comunitaria per evitare qualsiasi forma di personalismo – che rimane un grande pericolo per la fede.

 

Gli ultimi due versetti volgono la prospettiva in positivo. Sono sufficienti due fedeli che si raccolgono in nome di Gesù, perché la sua presenza sia garantita. Una presenza che, da una parte, rassicura, mentre dall'altra relativizza fortemente la dimensione istituzionale. Prima dell'Istituzione, dell'apparato, viene la concordia fra gli esseri umani, fra un uomo e una donna, per esempio. La dimensione istituzionale, per quanto necessaria, viene sempre in un secondo momento, in un secondo movimento. Non è un caso che per il termine “accordarsi”, Matteo utilizzi il verbo greco che ha la stessa radice di “sinfonia”: un accordarsi che diventa un andare all'unisono. Seguire la stessa melodia: «se due di voi si accorderanno sulla terra per qualunque cosa, se la chiederanno, sarà loro concessa dal Padre mio».

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