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Il figlio di Dio digiuna quaranta giorni e quaranta notti, poi viene tentato dal diavolo. E' un momento cruciale per la predicazione di Gesù

Non fu il diavolo stesso a trascinare, ad attrarre Gesù verso di sé, ma fu lo Spirito inviato dal Padre a guidarlo. Per quale motivo? È proprio il Padre misericordioso ad “indurre in tentazione” suo Figlio?
DAL BLOG
Di Alessandro Anderle - 29 febbraio 2020

Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,

Mt 4,1-11 [In quel tempo], Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì che queste pietre diventino pane". Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

 

Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai". Allora Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto". Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

 

Il brano proveniente dal vangelo secondo Matteo, che narra le cosiddette “tentazioni di Gesù”, inaugura questa prima domenica di Quaresima per la chiesa cattolica. Nel primo vangelo questo brano – come nel vangelo secondo Luca – viene posto a seguire immediatamente il battesimo di Gesù sulle rive del fiume Giordano, operato da Giovanni il battista.

 

L'incipit della narrazione risulta particolarmente interessante:  "Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo". Per il narratore, evidentemente, era importante che emergesse il fatto che fu lo stesso Spirito a condurre Gesù nel deserto "per essere tentato dal diavolo" - lo stesso Spirito che su di Lui era disceso proprio nel momento del battesimo. Non fu il diavolo stesso a trascinare, ad attrarre Gesù verso di sé, ma fu lo Spirito inviato dal Padre a guidarlo. Per quale motivo? È proprio il Padre misericordioso ad “indurre in tentazione” suo Figlio?

 

Chiaramente non è così, ed inoltre va osservato che il termine che comunemente viene tradotto con “tentare”, in realtà può avere anche altri significati, come ad esempio “provare”, “esaminare”. È un momento cruciale per la predicazione di Gesù: di lì a poco, infatti, avrebbe avuto inizio la sua attività “pubblica” e, come è noto, la sua predicazione lo porterà nel giro di pochi anni dritto alla morte in croce. Gesù ne deve essere in qualche modo consapevole, deve essere preparato ad affrontare qualsiasi sviluppo, e soprattutto quelli negativi.

 

Quale miglior luogo del deserto? Il luogo dove secondo la tradizione ebraica si riceve la parola del Signore – come fu per Mosè ed il popolo – il luogo del ritiro, dei tormenti. L'unico luogo dove è possibile un faccia a faccia con se stessi. Per quaranta giorni (il richiamo qui è ai quarant'anni di peregrinazione del popolo d'Israele nell'Esodo) Gesù vivrà in questa condizione. Ma perché quaranta giorni? Per quale motivo il demonio non tenta sin da subito di tentare la propria “preda”? I quaranta giorni mostrano come, in realtà, il “demonio” - qualsiasi cosa si voglia intendere con questo termine, teologicamente abbastanza lacunoso – abbia bisogno della disperazione delle persone per provare a far attecchire il proprio messaggio. Il demonio ha bisogno di un'umanità allo stremo, affamata, assetata, bramosa di potere, per sperare di far attecchire il proprio messaggio, perché qualcuno possa prostrarsi ai suoi piedi ed adorarlo.

 

Gesù riesce a non cedere all'idolatria: né sotto forma di cibo, né sotto forma di sfida, né sotto forma di potere mondano. L'umanità di Gesù non sapeva ancora che quelle operate dal demonio sarebbero state solamente le prime tribolazioni – e nemmeno le più dure -, ma la sua fiducia nel Padre si dimostrò più potente di "tutti i regni del mondo".

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