“E’ bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito”
Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,
Gv 16,7-15 [In quel tempo] Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Con la Pentecoste la cristianità celebra l'invio dello Spirito Santo (Paraclito) al mondo, la presenza permanente sulla Terra di Dio, nello Spirito appunto. Paraclito è il participio passato di un verbo greco il cui significato letterale è «chiamare vicino», il suo equivalente in latino è ad-vocatus, l'avvocato, il difensore, il protettore, ma anche il consolatore. Per fare spazio ad esso Gesù deve “andarsene”.
Gesù avrebbe ancora molte cose da dire, molte verità da rivelare, ma decide di non farlo perché i suoi discepoli non sono ancora pronti a portarne il peso. E può farlo perché la venuta dello Spirito di Verità renderà piena la rivelazione in chi lo voglia accogliere. Anche la verità ha un tempo per maturare nelle persone, non può essere “imposta” forzosamente. E alla verità bisogna essere pronti, aperti in accoglienza. Nessuno riamane indietro, ma ognuno ha diritto a camminare sul proprio sentiero, verso l'unico orizzonte.
La seconda annotazione riguarda la venuta dello Spirito di verità, e di libertà, poiché lo Spirito soffia dove vuole. Nessuno può dire: «io posseggo lo Spirito di verità», nessuna persona, nessuna istituzione, nessuna organizzazione. Lo Spirito è libero, ed in questa libertà deve essere semplicemente accolto, in perdita di volontà a trattenere. Ognuno decide la propria via verso la verità dell'amore, lo Spirito sostiene e apre gli occhi sulle briciole di questa verità che si incontrano giorno dopo giorno.
Come si è detto nel corso dei nostri commenti, la parola “trinità” non compare mai nella Bibbia. Da questo brano del vangelo secondo Giovanni, però, qualcosa se ne può dire. Gesù qui infatti afferma che tutto ciò che è del Padre, è anche suo, e che lo Spirito attingerà a quella stessa fonte. Padre, Figlio e Spirito sono in una eterna relazione, vale a dire che Dio stesso è, costitutivamente, relazione. È affascinante rileggere il testo biblico alla luce di questo: un testo che – per la salvezza dell'uomo – indica per lo più delle norme relazionali, date da un Dio relazionale. L'etimologia stessa della parola logos in greco deriva da un verbo che significa “tenere legato”, quindi relazione. Così, il prologo giovanneo, suonerebbe: «In principio era la relazione, e la relazione era presso Dio, e la relazione era Dio».