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''Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone'', la cena in Emmaus

Nella terza domenica di Pasqua di quest'anno liturgico la lettura proposta narra della celebre apparizione di Gesù risorto ai discepoli in Emmaus. Il racconto è, appunto, molto famoso: una delle scene più rappresentate dell'iconografia cristiana
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Di Alessandro Anderle - 25 aprile 2020

Laureato in Filosofia e in Scienze Religiose. Insegno Pluralismo e dialogo fra le religioni,

Lc 24,13-35 In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Nella terza domenica di Pasqua di quest'anno liturgico la lettura proposta narra della celebre apparizione di Gesù risorto ai discepoli in Emmaus. Il racconto è, appunto, molto famoso: una delle scene più rappresentate dell'iconografia cristiana. Eppure è da notare che solamente il vangelo secondo Luca narra questo episodio, probabile frutto della sua comunità di riferimento. Fatta questa premessa, torniamo al testo.

 

Nello stesso giorno in cui Gesù risorse, gran parte dei suoi discepoli avevano completamente perso le speranze, e la comunità creata dal Rabbì crocifisso si stava lentamente disperdendo. Fra i discepoli che stanno probabilmente tornando a casa sconsolati, il vangelo si ferma su due di loro, che si erano incamminati da Gerusalemme verso Emmaus. Questo breve quadro iniziale serve al testo evangelico per mostrare in particolare come Gesù intervenisse (ed intervenga) quando ormai le speranze sembrano perse completamente. Eppure i due discepoli non riconoscono immediatamente il loro maestro.

 

Gesù, con la sua vita, morte e risurrezione ha svelato al mondo l'essenza del Padre: «Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,8). E quando si perde la speranza, significa che ci si è dimenticati di questa rivelazione, di questa “lieta novella”, significa che ci si è dimenticati dell'Amore. «Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo»: ciò che impedisce agli occhi dell'umanità di vedere Dio è la mancanza, la dimenticanza, l'oblio dell'Amore, e quindi della speranza. Oppure, in altri termini: l'esperienza del sentimento dell'amore incondizionato verso l'altro è l'unica in grado di condurre a Dio.

 

Solo in seguito i discepoli riconosceranno tale sentimento, che bruciava in loro mentre Gesù spiegava la Scritture (che nel linguaggio biblico/neotestamentario significa spiegare il senso della sua vita, il senso della vita). Eppure, il Gesù nascosto, il Dio non riconosciuto, rimane con i discepoli, senza obbligarli alla sua presenza. Una volta ri-annunciata la Parola - “detto quello che aveva da dire” - Gesù se ne sarebbe andato, avrebbe lasciato i discepoli alle loro riflessioni, sperando di essere riuscito ad accendere nuovamente in loro la speranza. Ma la preghiera dei discepoli fa sì che egli rimanga con loro, che loro possano riconoscerlo definitivamente. Certo, l'adesione all'Amore deve essere completamente gratuita, assolutamente libera.

 

Il racconto si conclude con il disvelamento della vera identità del compagno di viaggio, ma ciò accade in un momento preciso: durante la frazione del pane. L'evangelista qui probabilmente sottolinea come la cena eucaristica sia il momento in cui il Risorto è presente nelle comunità che la celebrano nel suo nome. Ma l'ultimo appunto interessante è la sparizione di Gesù, che avviene proprio dopo il suo riconoscimento. I discepoli avevano raggiunto di nuovo la fiducia nell'Amore, in Dio, erano ormai pronti a tornare sui loro passi, ad impegnarsi nuovamente nella comunità di Gerusalemme: esattamente in questo momento la percezione della presenza del Risorto diventa reale, tangibile. E così è, ogni volta che ci si riesce ad abbandonare all'Amore.

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