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“Stop ai prelievi di acqua dal torrente Noce”, il Comitato a Fugatti: “A rischio l’equilibrio dell’ecosistema”

Il Comitato permanente per la difesa delle acque del Trentino contro i prelievi d’acqua utilizzati per soddisfare la “sete” dell’agricoltura intensiva: “Vanno fermati perché sono insostenibili e mettono a rischio l’ecosistema del torrente Noce in Val di Sole”

Nel riquadro Tommaso Bonazza portavoce del Comitato permanente per la difesa delle acque del Trentino
Di Tiziano Grottolo - 07 agosto 2021 - 12:32

TRENTO. Stop a nuovi prelievi idrici a scopo idroelettrico e irriguo”, a chiederlo è Tommaso Bonazza portavoce del Comitato permanente per la difesa delle acque del Trentino, cioè la realtà che ha lanciato una petizione (QUI il testo integrale) per fermare lo sfruttamento del torrente Noce in Val di Sole.

 

L’appello è stato presentato in conferenza stampa nella sede trentina di Italia Nostra lo scorso 4 agosto, presenti il portavoce Bonazza (eletto il 30 luglio scorso), Luca Scaramella portavoce del Comitato permanente per la difesa del fiume Noce, Fabio Arnoldi presidente della Federazione Pescatori del Trentino, Salvatore Ferrari rappresentante di Italia Nostra e primo firmatario della petizione, Mauro Finotti portavoce uscente del Comitato permanente per la difesa delle acque del Trentino nonché presidente uscente della Federazione Pescatori del Trentino e Alessandro Rossi rappresentante della Sat.

 

La mobilitazione per tutelare il corso d’acqua però parte da lontano. Era il 28 agosto 2016, quando in una calda domenica d’estate, si svolse in Val di Sole la prima marcia fluviale in difesa del Noce, organizzata dal Comitato permanente per la difesa del fiume Noce per sensibilizzare cittadini e amministratori contro i rischi di uno sfruttamento idroelettrico intensivo.

 

Alla fine della marcia, il Comitato, a nome delle centinaia di persone che avevano raggiunto le Contre di Caldes a piedi, in canoa, in rafting o in bicicletta, invitò la Giunta provinciale a non autorizzare nuove derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico che, a detta degli ambientalisti, avrebbero messo a rischio la qualità del delicato ecosistema acquatico, ma anche la navigabilità del Noce e la pratica degli sport fluviali, con inevitabili ricadute negative sull’economia turistica e sull'occupazione. L’appello non cadde nel vuoto e tra la fine del 2016 e il 2020 molte di quelle richieste, pubbliche e private, furono rigettate, dopo la verifica dell’esistenza di prevalenti interessi pubblici a un uso diverso dell’acqua rispetto a quello idroelettrico.

 

Ora però la situazione potrebbe cambiare. Come spiegano le varie realtà ambientaliste, nonostante le numerose concessioni già rilasciate negli ultimi decenni e gli impianti già in funzione, a cominciare da quelli storici in Val di Peio, cinque anni fa le domande per poter derivare acqua a uso idroelettrico in Val di Sole erano almeno 30, ripartite quasi equamente tra il Noce e i suoi affluenti. “Attualmente – sostengono gli ambientalisti – nono sono ancora state accolte né la richiesta di approvare una legge che riconosca l’acqua come bene comune, né quella di individuare strumenti idonei per un’equa distribuzione delle risorse finanziarie prodotte dalle centrali idroelettriche già in funzione, in modo da garantire ricadute dirette a beneficio dei cittadini e delle comunità locali”.

 

Come se non bastasse nel frattempo altre problematiche si sono aggravate, a partire da quelle provocate dai cambiamenti climatici. Ulteriori criticità riguardano le richieste di nuovi prelievi (prima in Val di Rabbi e ora in Val di Peio) per portare altra acqua in Val di Non per via di una serie di progetti per irrigare i frutteti e per sostenere l’agricoltura intensiva. È proprio per questo che i promotori della petizione chiedono al Consiglio della Pat di intervenire con un provvedimento normativo “per fermare nuovi e insostenibili” prelievi idrici a scopo idroelettrico e irriguo nel bacino del Noce in Val di Sole e di intervenire con un provvedimento normativo per “evitare lo sfruttamento di un bene pubblico, di un bene comune, come l’acqua”.

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