La via d'arrampicata era stata schiodata per protesta (tolti spit e soste). Un gruppo di climbers ha deciso di ripristinarla. Storia chiusa?
La via Mamma Li Turchi in Val d'Adige è stata completamente ripristinata. Ma quel messaggio, lasciato dagli 'schiodatori' ai piedi delle pareti, lascia presupporre che la vicenda non sia finita qui. Scrivevano: "Noi non vogliamo che i nostri paesi vengano invasi ogni fine settimana e per questo vi recapitiamo la prima di una lunga serie di schiodature con l'invito a riflettere sulla non-gestione del turismo che ci state propinando"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Fare, disfare e poi rifare ancora. Un'oscillazione da cui spesso dipendono molti equilibri sociali e, in questo caso specifico, di carattere sportivo.
Per protesta, alla via Mamma Li Turchi, che si sviluppa in Val d'Adige, sulle pareti che si affacciano sull'abitato di Canale di Rivoli, lo scorso novembre erano stati tolti gli spit (punti di ancoraggio) e le soste (ne abbiamo parlato QUI e QUI). Inoltre, a financo al nome della via cancellato, era comparsa la scritta "Climbers go home!"
Ora, annuncia uno dei chiodatori nel gruppo Facebook Rocciatori Valdalpone, la via è stata ripristinata:
"Ci abbiamo messo un po' ma alla fine siamo riusciti a riunire il gruppo di lavoro nato dalla solidarietà sopraggiunta dopo i fatti che ben conoscete. Ora Mamma Li Turchi è stata ripristinata completamente, nulla è stato aggiunto o tolto ed è conforme alla relazione pubblicata su Val d'Adige Plaisir".
"Sono state posizionate inoltre nuove corde fisse dopo il canale di discesa ed una nuova cassetta per il libro di via comune a tutte le vie della parete", - continua a informare il post per poi concludere con una punta di ironia:
"Si ringrazia Giovanni Preghiera e il CAI Ferrara per il materiale donato, la Cordata Gianesini-Brighente-Dal Cerè per la costruzione della nuova cassetta e la pulizia-spittatura di CatulloV . Daniele di Viefacilipertutti e i ragazzi del team 'Valdalponi'. Non ultimo Davide Melchiori a rappresentanza della proprietà e degli abitanti di Canale e Tessari, vera parte lesa della vicenda.
Infine ringraziamo Gelindo e i 'fantomatici' NAR per aver donato, oltre all'enorme visibilità a queste vie, una bellissima giornata di amicizia e condivisione".
NAR (Nucleo Abitanti Rivoluzionari) è l'acronimo con cui è stato firmato un messaggio, lasciato ai piedi delle pareti i giorni seguenti all'operazione di schiodatura (ne abbiamo parlato QUI) dove sostanzialmente venivano spiegati i motivi dell'iniziativa e che iniziava così:
"A fronte dei fenomeni di sovraffollamento turistico che hanno stravolto la vita dell'abitato di Tessari, l'acritica riproposizione di modelli turistici dovuti a un'inflazionata 'valorizzazione del territorio' da parte di alcune lobbies dei trapani veronesi impone il bisogno di mitigare la non-gestione dei flussi turistici attraverso azioni politiche a tutela delle comunità locali"
E proseguiva:
"Nessuno di noi è infatti interessato al turismo che oggi siamo costretti a vivere a causa di un'inerzia decennale, di pensiero e di azione, che ha permesso il dilagare di iniziative individuali da parte di alcuni scalatori. Soprattutto attraverso la rete, Tessari è stata oltremodo pubblicizzata imboccando una strada per scelta, ovvero quella della promozione indiscriminata: noi non vogliamo che i nostri paesi vengano invasi ogni fine settimana e per questo vi recapitiamo la prima di una lunga serie di schiodature con l'invito a riflettere sulla non-gestione del turismo che ci state propinando, un invito esteso sia alle amministrazioni comunali, ma anche ai privati che in tutti questi anni con le loro azioni non hanno fatto altro che fomentare l'assalto a questi luoghi".
Fare, disfare e poi rifare ancora. La richiodatura di Mamma li Turchi metterà il punto su questa storia?
Difficile a dirsi. Come infatti evidenziato nei precedenti articoli, nel tempo queste situazioni di conflitto rischiano di prendere forma con maggior frequenza a causa della crescente popolarità acquisita dall'arrampicata. La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (Fasi) ha visto schizzare alle stelle i suoi iscritti negli anni immediatamente successivi alla pandemia quando dai 40.000 tesserati del 2019 si è passati ai 85.000 del 2023 per continuare la sua progressione nel 2024 con 15.000 tesserati in un anno.
Questi attriti probabilmente si verificheranno ancora tra climbers e comunità locali, spesso minute e impreparate ad accogliere improvvisamente decine di persone, ma anche tra climbers e... climbers, perché la frequentazione massiva di un luogo (in questo caso verticale), com'è risaputo rischia di ridurre il valore dell'esperienza e di generare malcontento.
Invitiamo nuovamente a prendere in considerazione queste dinamiche: potrebbe essere un primo e importante passo per immaginare il futuro di un'attività che sta dilagando a macchia d'olio, a una velocità fino a pochi anni fa inimmaginabile.
Fotografie: gruppo Facebook Rocciatori Valdalpone e gruppo Facebook Arrampicata in Val d'Adige