Una realtà tunisina da cui prendere spunto. Dalla regione di Le Kef un invito a "vivere i luoghi in maniera diversa, sostenibile"
Trentatré anni, originario della cittadina di Le Kef, Meher Djebali è accompagnatore di media montagna, guida alpina e speleologo e ha aperto FARS Discovery, per accompagnare tunisini e stranieri alla scoperta (lenta) del patrimonio naturalistico e culturale di questa regione affacciata sui monti dell'Atlante
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Far conoscere il suo territorio lungo i sentieri che lo percorrono, per toccare con mano la ricchezza della regione e avvicinare quante più persone possibili a un turismo diverso, fatto non solo di mare e resort sulla costa ma anche di vie di trekking, percorsi naturalistici e outdoor sostenibile, a contatto con la popolazione locale e le peculiarità storiche e architettoniche della zona: è questo il cuore del progetto FARS Discovery, creato nel 2022 dal trentatreenne Meher Djebali a Le Kef, in Tunisia, con l'intento di valorizzare questa zona montana (e poco conosciuta) del paese nordafricano partendo dalla propria formazione come accompagnatore di media montagna, speleologo e guida escursionistica. «Ho avviato questo progetto per coniugare la mia passione per le attività all'aria aperta con lo sviluppo di un turismo sostenibile, lento, capace di far conoscere il mio paese e soprattutto questa zona sotto un profilo nuovo» spiega Meher «Arroccato com'è a 735 metri d'altitudine, Le Kef non è soltanto un unicum urbano e architettonico, ma anche porta d'accesso all'immenso altopiano roccioso del Jbel Dyr, che sta sviluppando negli ultimi anni tutte le sue potenzialità di sviluppo per un turismo votato all'outdoor».
Le Kef, un paese di montagna che è crocevia di storia
Situata nel nord-ovest della Tunisia, a 42 chilometri dal confine con l'Algeria e a 170 chilometri a sud-ovest dalla capitale Tunisi, la cittadina di El Kef – capoluogo dell'omonimo governatorato – è collocata in un territorio montano che da sempre è stato importante crocevia di strade e commerci tra il nord e il sud del paese nordafricano. «La città di Le Kef è rappresentativa della regione naturale tunisina dell'Alto Tell» spiega Meher, delineando a parole il grande amore e la profonda conoscenza che lo lega alla sua terra. «È situata a metà strada tra la costa mediterranea a nord e le steppe a sud, e la componente montana è decisiva nella sua conformazione architettonica così come nel clima del territorio che la abbraccia. Cosa significa? Significa che il suo centro urbano, coronato dalla Qasba, ha il profilo di un autentico paese di montagna: è una città fortificata, adagiata come un nido d'aquila sull'ultimo promontorio dell'immenso altopiano roccioso del Jbel Dyr (1084 m) e gode di un panorama molto ampio, che va dalle pianure agricole alle montagne dell'Atlante e all'altopiano di Giugurta. Insomma, un territorio diverso dalla “classica” Tunisia che si vede sui depliant turistici, e tutto da scoprire».
Sentimento, avventura, strada, significato
Ed è qui, spiega, che entra il gioco il suo progetto FARS Discovery. Il nome deriva dalle parole Feel, Adventure, Road e Sense (sentimento, avventura, strada e significato), che delineano ciò che per Meher è importante per dare impulso e valorizzare le attività sul territorio: FARS Discovery promuove infatti noleggio di attrezzature da campeggio, visite guidate nella Medina di Le Kef, escursioni e occasioni di camping lungo i sentieri nella regione di Le Kef e nelle altre aree interne della Tunisia, in collaborazione con altri progetti locali votati alla promozione dell'outdoor. «Ho deciso di aprire questo progetto non solo perché mi interessano le attività all'aria aperta» spiega Meher «Ma anche per valorizzare – tramite ciò che so fare e amo fare – il patrimonio naturale, storico, culturale, archeologico e geologico della regione di Kef, e farlo favorendo l'incontro e lo scambio tra persone interessate a vivere i luoghi in maniera diversa, sostenibile».
Un percorso, spiega il giovane, che non è sempre facile: non solo perché nell'immaginario comune e stereotipato la Tunisia è soltanto la triade Tunisi- Djerba-Sahara, ma anche perché mancano talvolta i servizi strutturati per svolgere attività di outdoor. «C'è sempre più interesse per questo tipo di turismo d'avventura e naturalistico, sia da parte di tunisini che di stranieri, e i turisti sono molto felici di scoprire diversi tipi di itinerari e approfondire il contatto con la gente del posto» racconta Meher «Le difficoltà, semmai, sono soprattutto nell'acquisto dell'attrezzatura tecnica, che qui da noi è molto costosa, e nel trasporto dei visitatori tra i diversi siti archeologici della regione. Per questo ho avviato il servizio di noleggio attrezzatura, e per questo sto lavorando per ampliare l'offerta anche con un mezzo 4x4, che ci permetta di raggiungere anche i siti più distanti e scomodi».
Per Meher, è tuttavia molto importante che le attività proposte rientrino nei principi del turismo sostenibile: attenzione all'ambiente in primis, ma anche pieno coinvolgimento e rispetto delle comunità locali, che possano così trovare nel turismo un'occasione di lavoro e non di sfruttamento. «Per questo» spiega il ragazzo «Lavoro anche con altre realtà di outdoor, qui a Le Kef ma anche in regioni vicine, come quella di Zanghouan: per creare rete e collaborazione sul territorio».
Tunisia e aree interne, oltre gli stereotipi turistici
«Le attività come quelle sviluppate da Meher sono molto significative per l'entroterra tunisino, perché mostrano la volontà di promuovere un altro tipo di turismo, sviluppato da persone del posto e rivolto ai tunisini stessi, non soltanto ai turisti stranieri» spiega Giada Frana, direttrice del webmagazine L'Altratunisia che dal 2021 racconta i lati meno conosciuti del paese nordafricano e i progetti di sviluppo attivi sui territori al di fuori dei classici circuiti promossi dal turismo “ufficiale”. Secondo Frana, attività imprenditoriali come FARS Discovery dimostrano che, per quanto la situazione generale in Tunisia non sia sempre facile, nel paese c'è fermento, ed è un fermento giovane e vivace che guarda allo sviluppo sostenibile delle aree interne e montane come uno dei capisaldi per costruire nuove strade economiche, sociali e ambientali, cercando alternative valide al turismo mordi-e-fuggi. «Pochi turisti internazionali si spingono nella regione di Kef» continua Frana «Ed è un peccato, perché sono territori bellissimi e maestosi, ricchi di storia e tradizioni, zone montane a tutti gli effetti. Certo, sono “diversi” dall'immagine un po' stereotipata che si ha della Tunisia, fatta soltanto degli scorci di Tunisi, dei villaggi di Djerba e del deserto nel sud del paese. Credo che sia importantissimo dare voce e spazio ai progetti di giovani tunisini che credono nelle montagne del proprio paese, che propongono esperienze in natura. Non solo per i turisti, ma anche per i locali».