Turista aggredito da un orso in Trentino, Legambiente: ''Servono interventi strutturali di gestione. Che fine ha fatto il tavolo di confronto anche con le associazioni?''
L'uomo è rimasto ferito mentre stava camminando su un sentiero sopra Dro. Stefano Raimondi: “Quanto accaduto in Trentino è un fatto grave, ma ancora più preoccupante è che in questi anni sulle Alpi è stato fatto ben poco per migliorare la gestione e la convivenza uomo-orso''
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Ancora uno scontro tra un uomo e un orso. Ancora una volta una persona rimasta ferita dopo l'incontro con un plantigrado. In Trentino, ormai, non passa estate che non si registrino incidenti di questo tipo (per arrivare, purtroppo, alla tragedia dello scorso anno quando il giovane Andrea Papi era stato ucciso da Jj4 la mamma orsa con piccoli al seguito che aveva ferito a morte il ragazzo di Caldes durante una corsa tra i boschi di casa). Questa volta a rimanere ferito è stato un turista francese di 43 anni. L'uomo è stato aggredito nelle prime ore di questa mattina in località Naroncolo, lungo un sentiero che da Dro porta in montagna nella zona di San Giovanni. L'uomo, dalle informazioni che si hanno al momento, stava percorrendo un sentiero quando ad un certo punto si è trovato davanti l'orso ed è avvenuta l'aggressione. L'uomo ha riportato delle ferite in varie parti del corpo ma, fortunatamente, non è in pericolo di vita.
L'incidente rilancia un tema quanto mai attuale e di cruciale importanza per le terre alte, quello della convivenza tra esseri umani e natura e nella fattispecie con gli orsi (ormai presenti in Trentino che sia d'accordo o meno). Che la Provincia di Trento abbia praticamente abbandonato la questione per un'intera legislatura (la prima della Lega al governo con Fugatti presidente) è un dato di fatto. Anche dopo la morte di Andrea Papi poco è cambiato e solo nelle ultime settimane si è vista un'accelerazione con cartelli di ''pericolo'' posizionati tra i boschi e alcune pubblicazioni di vademecum di comportamento in caso di incontro con un orso (una da parte del Parco Nazionale dello Stelvio e una della Provincia di Trento).
Troppo lenta, invece, continua ad essere la sostituzione dei bidoni con quelli antiorso nei luoghi dove i plantigradi incidono (è acclarato che la gran parte degli esemplari confidenti lo sono perché si avvicinano ai centri abitati attirati dalla spazzatura). Insomma la gestione del fenomeno per favorire la convivenza tra grandi carnivori ed esseri umani è ancora lontana dall'essere strutturata nonostante siano passati più di 20 anni da quando è cominciata la reintroduzione degli orsi in Trentino. E proprio sulla gestione del fenomeno rilancia allora anche Legambiente.
''Quanto accaduto questa mattina in Trentino, con l’aggressione di un orso a un turista, al quale auguriamo una pronta guarigione, è un fatto grave che riapre ancora una volta il tema della gestione e la convivenza uomo-orso. Una questione delicata ma cruciale su cui da anni Legambiente – dichiara Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente - chiede massima attenzione e impegno da parte delle istituzioni, comunità locali e territori attraverso una sinergia costante, insieme alla messa in campo di interventi strutturati. La questione di fondo è che in questi anni soprattutto in Trentino si è portata avanti una politica dai toni esasperati, come quella del presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e incentrata su una caccia alle streghe con al centro l’orso, senza affrontare il problema alla base. Questi toni di certo non aiutano. Quello di cui c’è bisogno sono interventi strutturati e concreti di lungo periodo a partire dalla definizione del piano strategico nazionale per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici, annunciato nel 2023 dal Mase ma di ci cui non si è saputo più nulla, e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione che rappresentano il primo tassello su cui lavorare per migliorare la gestione dell’orso e la convivenza con questa specie. Il fatto poi che l'aggressione sia avvenuta a poca distanza da un centro abitato rafforza la convinzione che occorra lavorare sul rischio di abituazione all’uomo, tramite anche la rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali”.
“Ad aprile 2023 dopo la morte di Andrea Papi aggredito da un orso sempre in Trentino – aggiunge Raimondi - il Mase ha accolto la nostra proposta ed è stato istituito un tavolo tecnico di confronto coinvolgendo anche le associazioni ambientaliste, annunciando un piano nazionale per la gestione degli animali selvatici, ma poi non si è saputo più nulla. Per questo chiediamo che si acceleri il passo su questi due fronti insieme ad un impegno costante da parte dei territori che in questi anni è mancato soprattutto in Trentino a partire da una corretta campagna di informazione e comunicazione rivolta a cittadini e turisti. Auspichiamo che nei prossimi giorni vengano chiarite le dinamiche e le cause dell’aggressione ai danni del turista, così che si possano valutare le migliori misure da mettere in campo sulla base delle linee guide del Pacobace”.