Contenuto sponsorizzato
Attualità

Sci elettrici: il dibattito è rovente, ma c'è chi li considera un'opportunità. Montagnani: "Potrebbero ridurre l'impatto infrastrutturale di questo sport"

Provando a guardare oltre l'epidermide, proprio come le e-bike questa tecnologia offre ventaglio di riflessioni che allontana da una rapida condanna. Ci siamo confrontati con Giovanni Ludovico Montagnani, esperto scialpinista che, forse, in questo momento è l'unica voce fuori dal coro: "Gli zaini da scialpinismo da gara sono predisposti di un apposito cordino: gareggiando in coppia, se uno dei due è stanco, l’altro lo supporta trainandolo. Chi viene tirato riceve un discreto aiuto. Alla fine in un supporto elettronico io non ci vedo niente di troppo diverso"

di
Pietro Lacasella
20 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La notizia degli "sci elettrici" sta facendo discutere. E fin qui nessuna sorpresa. C'è chi si lancia nell'ironica - sono arrivati gli "sci-muniti" - e chi invece prova a riflettere sul "valore della fatica" che viene progressivamente eliminato dalla tecnologia. Quel valore che, secondo molti, arricchisce l'esperienza.

 

Il dispositivo in grado ridurre lo sforzo è stato chiamato E-skimo e, se istallato sugli sci d'alpinismo, "consente di salire il 400% più velocemente" (per saperne di più, abbiamo parlato di E-skimo QUI).

 

Per ora, dunque, questa novità non sembra entusiasmare gli appassionati. Un'istintiva reazione di rifiuto che in qualche modo ricorda quella provocata dalle e-bike.

 

Tuttavia, provando a guardare oltre l'epidermide, proprio come le e-bike questa tecnologia offre ventaglio di riflessioni che allontana da una rapida condanna.

 

Per affrontare il tema nella sua complessità abbiamo quindi deciso di confrontarci con Giovanni Ludovico Montagnani, esperto scialpinista che, forse, in questo momento è l'unica voce fuori dal coro. Proprio per questo offre al dibattito delle prospettive inedite.

 

"Per riflettere con obiettività - premette Montagnani - bisognerebbe prima valutare l'effettiva validità del mezzo, provando a capire quanto incide il peso del dispositivo sull'agilità dello sci, ma anche la durata delle batterie".

 

"Mettiamo tuttavia caso che questa tecnologia risulti veramente efficace: io credo che gli sci 'assistiti' potrebbero rivelarsi un'innovazione importante. E mi immagino di essere uno dei pochi in Italia che ha un pensiero del genere. Però lo dico senza vergogna: secondo me è un problema vedere un problema in questa novità. Mi sembra sia infatti un riflesso dell’abilismo che ci fa dire ‘se io ci riesco allora gli altri ci devono riuscire: io la prova l’ho superata e quindi adesso la devono superare anche gli altri’”.

 

“Dal mio punto di vista - prosegue Montagnani - sarebbe grave pensare di modificare l’ambiente esterno così da rendere più facile il superamento della prova, ma prendere una scorciatoia che riguarda solo noi non toglie niente agli altri”.

 

Potrebbe essere una modalità di frequentazione sciistica della montagna che richiede minori infrastrutture e che, quindi, potrebbe ridurre l’impatto di questa attività sul territorio? A parere di Montagnani sì: “In questo modo, se la cosa dovesse prendere piede, è più difficile giustificare ad esempio l’ampliamento di un comprensorio. Grazie a questo dispositivo tutti potrebbero salire in montagna senza un bisogno infrastrutturale: da questo punto di vista io ci vedo un grande beneficio”.

 

“Io mi immagino un contesto futuro dove non si riesce a garantire ovunque un innevamento programmato a causa dell’aumento delle temperature, un contesto in cui sarà inoltre maggiore il numero degli scialpinisti, e gli scialpinisti potranno essere accompagnati da altre persone che magari non hanno l’allenamento, la capacità fisica, non hanno la voglia di fare fatica e di allenarsi, ma che così potrebbero trascorrere ugualmente una giornata in montagna in compagnia. Alla fine è una dinamica che già si nota con chiarezza grazie alle bici elettriche”.

 

Giovanni Ludovico Montagnani nel 2022 è stato vittima di un grave incidente sulla parete del Mittelruck (ne abbiamo parlato QUI). Gli era stato detto che, probabilmente, non sarebbe più stato in grado di camminare e invece, dopo un lungo e tenace processo di riabilitazione, sta recuperando la capacità motoria degli arti inferiori, tant’è che ci ha confidato di avere “il sogno di tornare a sciare. A gennaio ci proverò. E per iniziare chiederò di farmi tirare su con il cordino, come non è inconsueto fare durante le gare di scialpinismo. Gli zaini da gara sono predisposti a questo: gareggiando in coppia, se uno dei due è stanco, l’altro lo supporta con il cordino. Chi viene tirato riceve un discreto aiuto. Alla fine in un supporto elettronico io non ci vedo niente di troppo diverso”.

 

“Una questione importante che immagino verrà sollevata - tiene a evidenziare - è quella del rischio legato all'accessibilità degli spazi aperti. Credo sia un falso problema: perché se possiamo magari dire che raddoppiando gli scialpinisti raddoppia il rischio, non dobbiamo dimenticarci che è la sedentarietà uno dei principali fattore di rischio che riempiono gli ospedali. Insieme ad una dieta sbilanciata e i vizi. Quindi, attenzione a cedere alla retorica del rischio legato a chi fa attività come costo sociale, perché in termini assoluti ad oggi è la sedentarietà a causare i danni maggiori (nel 2022 stimati in 4,5 miliardi di euro)”

 

E la resistenza/paura/rifiuto per qualsiasi tipo di innovazione tecnologica da cosa può derivare? Secondo Montagnani può essere un fenomeno dovuto all’invecchiamento della società: “Una società più giovane e culturalmente più dinamica può tendere ad accettare più facilmente le novità, una società più anziana può abbracciare più facilmente il conservatorismo. La nostra è una delle società più anziane del mondo e di conseguenza rischiamo di essere più conservatori”.

 

“Giovanni, sei consapevole di nuotare controcorrente con queste considerazioni sullo sci assistito?”, gli abbiamo domandato, scherzando, a fine intervista. “Con quello che ho passato - ha replicato con il sorriso - non ho paura di essere tacciato come uno che non ha voglia di fare fatica”.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 22 gennaio | 13:00
Donato al Museo etnografico Dolomiti, è stato esposto dopo un’accurata ripulitura e manutenzione che lo ha portato all'originario splendore
Ambiente
| 22 gennaio | 12:00
Beatrice Citterio, ricercatrice in trasformazioni territoriali alla libera università di Bolzano, è ospite della nuova puntata di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia
Sport
| 22 gennaio | 11:00
Ad imporsi è stata la Svizzera, che annoverava tra le proprie fila anche ex calciatori di assoluto livello come Benaglio, Mehmedi, Chapuisat e Frei, che in finale ha piegato per 8 a 6 la Germana. L'evento si disputa dal 2010, è giunto alla 13esima edizione e richiama un gran pubblico nella città del Canton Grigioni
Contenuto sponsorizzato