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Attualità

Pista da bob, la gestione pagata con i Fondi di confine? Scoppia il caos: "Risorse vincolate agli investimenti o si cambi la legge". Ecco cosa dicono Trento e Belluno

E' scoppiato il caos dopo che è stato pubblicato il documento di legacy che dispone la copertura dei costi di gestione tramite il Fondo dei comuni confinanti. Molti i dubbi giuridici e le perplessità sulla vaghezza dell'intesa che non riporta cifre. A intervenire anche le Province di Trento e di Belluno per precisare le rispettive posizioni

di
Luca Andreazza
24 maggio | 07:30
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

TRENTO. Le spese di gestione della pista da bob Eugenio Monti, stimati in 1,5 milioni all'anno, dopo i Giochi olimpici sono sostenute anche attraverso i Fondi dei Comuni confinanti? E' scoppiato il caos. Metodo sbagliato per il delegato a gestire queste risorse che evidenzia anche come questo strumento non permetta di coprire le spese correnti. Intanto il Trentino si è smarcato e la Provincia di Belluno, che ritiene il documento attualmente irricevibile ("Prima vanno chiariti i dubbi di natura giuridica") che rimanda tutto a Trento e Bolzano.

 

La possibilità di utilizzare le risorse del Fondo è stata già ipotizzata in passato ma è stata ora messa nero su bianco. C'è la bozza di accordo nel Bollettino ufficiale della Regione Venetonumero 65 del 21/05/2024. Gli indizi sembrano così diventati un'intesa: "Le Province di Trento e Bolzano si impegnano a sostenere, per gli esercizi compresi tra il 2027 e il 2046, un importo annuo determinato nell’ambito della programmazione, per garantire la continuità dell’utilizzo sportivo dell’impianto recuperato, destinando apposite risorse nell’ambito del Fondo Comuni confinanti" (Qui articolo).

 

Apriti cielo, il documento crea più di qualche fibrillazione. "C'è, per iniziare, un problema di metodo", commenta a L'AltraMontagna il deputato Dario Bond, delegato nel Comitato paritetico per la gestione dell'intesa per il Fondo comuni confinanti. "La forma non va bene perché ci si trova a contribuire attraverso il Fondo senza che ci sia stata una comunicazione. Ci siamo trovati un Ordine del giorno e un Bollettino ufficiale senza che ci sia stato chiesto un parere. Inoltre la cifra non viene specificata, si parla solo che si sostengono le spese annuali di manutenzione in un'ottica post olimpica".

 

La prospettiva è, infatti, quella di attingere al "tesoretto" da 80 milioni annuale. Si tratta di risorse messe a disposizione dei vicini nell'ambito dell'Accordo di Milano e del Patto di stabilità. Anni delle bordate all'autonomia e un periodo nel quale i territori di confine avevano iniziato a chiedere di poter trasferirsi in provincia di Trento e di Bolzano. 

 

Così è stato definito un Fondo con una norma costituzionale che rientra nello Statuto trentino per calmare le acque e sopperire al gap infrastrutturale di 48 Comuni confinanti in Provincia di BellunoBresciaVicenza Sondrio. Un meccanismo inserito nella finanziaria del 2010 e chiarito nel 2014 per un intervento da 40 milioni dal Trentino e altrettanti dall'Alto Adige: ogni anno vengono distribuiti 500 mila euro in quota fissa più altri investimenti.

Ma sono altissimi i dubbi sull'opportunità, almeno allo stato attuale, di poter utilizzare le risorse per "ripianare" il disavanzo generato dall'opera di Cortina. E ci sarebbe un problema. Un vincolo non di poco conto. "Un nodo amministrativo, tecnico e burocratico", continua Bond. "L'intervento riguarda spese di manutenzione, quindi quelle correnti che richiedono una pronta disponibilità di cassa. Ma il meccanismo del Fondo è un altro e questa misura è pensata per le spese di investimento. Un cambio richiede la modifica della legge in parlamento. Poi si può anche ragionare sull'eventuale modifica perché i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, non hanno forza economica e queste risorse potrebbero tornare utili per finanziare progetti di mobilità, per esempio. Ma oggi questi soldi non possono essere toccati per i servizi".

 

Il titolo dell'Allegato A del Bur lascia perplesso il deputato. Il documento è "Schema di accordo di programma per la gestione, promozione e valorizzazione post olimpica dello sliding centre 'Eugenio Monti' e delle altre opere olimpiche realizzate nel comune di Cortina d'Ampezzo e delle provincie Autonome di Trento e Bolzano". Insomma i contorni dell'accordo sono vaghi. Il Fondo potrebbe alimentare la gestione di più opere? "Questo ci preoccupa - evidenzia Bond - non ci sono cifre e tutto è molto vago. Questo rischia di mettere in difficoltà i territorio nella programmazione degli investimenti".

 

Intanto a intervenire è il Trentino. "Nessuno schema di accordo adottato dalla Provincia di Trento, così come non risulta sia stata presentata alcuna scheda di intervento Fondo Comuni Confinanti. L’impiego di queste risorse è regolato da un Comitato paritetico - aggiunge il Trentino - le Province di Trento e Bolzano hanno dato la loro disponibilità a sostenere il parere favorevole nel caso venisse presentato un progetto d’intervento consono con le prerogative del Fondo e rivolto al Comune di Cortina e nello specifico all’impianto del bob. Nessuna risorsa del bilancio delle due Province è destinata a sostenere l’impianto di bob di Cortina d’Ampezzo".

 

Riguardo al Fondo Comuni confinanti, "la Giunta provinciale ricorda che è destinato a progettualità riguardanti i Comuni di Veneto e Lombardia e di conseguenza nessun intervento del Fondo può prevedere progetti presentati e riguardanti comuni del Trentino o dell’Alto Adige. Allo stato attuale la Provincia di Trento non ha adottato nessuno schema di accordo ufficiale. Qualora al Comitato paritetico del Fondi Comuni confinanti, di cui la Provincia è componente, venga presentato un progetto d'intervento a favore di Cortina lo stesso sarà istruito e gestito come tutti gli altri progetti d’intervento e, se risponderà ai requisiti, finalità e ambiti della legge e Intesa istitutiva del Fondo potrà essere sottoposto alle valutazioni e approvazioni conseguenti con il parere favorevole".

 

L'accordo di legacy non è stato votato e non c'è l'intenzione di approvarlo se non dopo aver analizzato il documento. A intervenire è anche la Provincia di Belluno. "In ogni caso, non con questa formulazione - dice il presidente Roberto Padrin - non prima di aver chiarito tutti i dubbi di natura giuridica, e soprattutto non prima di aver sentito il territorio. Per questo convocheremo un’assemblea con tutti i sindaci. Intanto, la bozza di accordo non specifica cifre e lascia in sospeso diverse questioni, a partire da quella dell’utilizzo dei Fondi di confine a cominciare dal ciclo di programmazione del 2027. Nel testo infatti l’unico obbligo della Provincia di Belluno è quello a cooperare alla valorizzazione dello Sliding Centre dopo le Olimpiadi, senza nessun impegno di tipo economico".

 

Il Bellunese non è intenzionato a stanziare risorse. "Tocca invece alle Province di Trento e Bolzano sostenere le spese, che non vengono quantificate, nell’ambito del Fondo Comuni confinanti", evidenzia Padrin. "Si fa riferimento in senso molto lato a un impiego per spesa corrente e non per spesa d’investimento quale è sempre stato finora, per cui viene il dubbio che giuridicamente non sia neanche possibile. Prima di usare i Fondi per la gestione post-olimpica delle opere sportive, non è forse necessario modificare la legge di funzionamento del fondo stesso? E' tra dei punti interrogativi di natura squisitamente tecnica che restano sul campo e che abbiamo intenzione di chiarire a fondo: bisogna sapere se si possono usare i Fondi per spesa corrente in maniera stabile e strutturata, che è proprio quanto i sindaci e il territorio chiedono da diversi anni, così da garantire servizi utili, efficienti ed efficaci ai nostri cittadini".

 

Allo stato attuale, "senza risposte precise, l’accordo non è neanche considerabile. E' il motivo per cui la bozza di accordo è stata discussa internamente al Consiglio provinciale. E' stata inviata agli approfondimenti e alle analisi, che richiedono tempo e pareri tecnici", conclude Padrin.

 

Il tema della pista da bob di Cortina è stato approfondito da L'AltraMontagna nel libro "Scivolone olimpico". Per chi fosse interessato all'acquisto (Qui info).

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