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Attualità

Pista da bob, la Cgil: "Non vengano utilizzati i Fondi dei Comuni confinanti: una decisione irrispettosa della montagna. Oltre al danno ci sarebbe la beffa"

La Cgil bellunese ribadisce la netta contrarietà alla pista da bob e all'utilizzo delle risorse del Fondi dei Comuni confinanti per coprire le spese di gestione: "Non ci si stuferà mai di ribadirlo: l'opera è stata voluta fortemente da Zaia e Salvini, nonostante la contrarietà di una importante fetta di cittadinanza ampezzana, cadorina e più in generale bellunese"

di
Luca Andreazza
29 luglio | 15:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Non vengano utilizzati i Fondi dei Comuni confinanti per sostenere le spese di gestione della pista da bob in fase di realizzazione a Cortina per le Olimpiadi". Alla vigilia del Consiglio provinciale, nel quale sarà discusso un ordine del giorno, presentato dal gruppo Futura – Centrosinistra bellunese, la Camera del lavoro di Belluno prende posizione per esprimere il sostegno all’iniziativa politica. La Cgil ribadisce "la forte contrarietà all’utilizzo dei fondi di Confine per pagare, per i prossimi 20 anni, i costi di gestione di una pista voluta fortemente dalla politica romana e veneziana".

 

Questa possibilità è emersa negli scorsi mesi nella bozza di accordo approvato nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto. Ci sono dei dubbi di natura giuridica ma anche sull'opportunità di poter utilizzare le risorse per "ripianare" il disavanzo generato dall'opera di Cortina. Subito si è scatenato il caos con la fortissima contrarietà dei territori, così come del deputato Dario Bonddelegato nel Comitato paritetico per la gestione dell'intesa per il Fondo Comuni confinanti. Le polemiche nel corso delle settimane non si sono placate.

 

"I Fondi di confine e ogni altro fondo destinato alla montagna - evidenzia Denise Casanova, segretaria della Camera del lavoro di Belluno - devono restare a disposizione dei Comuni bellunesi e non siano utilizzati per coprire le spese di gestione della pista, che ammonteranno a circa 30 milioni di euro nei prossimi vent’anni".

 

La decisione sui fondi di confine "arriva dalla Regione Veneto, con l’avvallo del Comune di Cortina e proprio la Regione Veneto e il governo Meloni hanno fortemente voluto che la pista venisse realizzata a Cortina. Ora ci aspettiamo che il governatore Zaia e il ministro Salvini individuino le risorse economiche per mantenere funzionante la pista da bob dopo lo svolgimento dei Giochi, senza che questo ricada sulle risorse a disposizione dei Comuni montani".

 

La Cgil evidenzia "il contenuto irrispettoso, nei confronti dei comuni bellunesi beneficiari dei Fondi di confine, di una decisione assunta da altri". Il regolamento dei Fondi confinanti era ed è chiaro, prosegue Casanova, non possono essere coperte con quelle risorse spese di bilancio correnti.

 

"Nel passato i Comuni di montagna hanno a più riprese chiesto una deroga sul punto, necessitando di risorse per sostenere i servizi ai cittadini e alle cittadine, ma è sempre stato ribadito che quel Fondo è destinato agli investimenti e quindi alla realizzazione di opere che riducano il divario tra i Comuni al confine tra Veneto e Lombardia da un lato e Trentino e Alto Adige dall’altro. Si scopre ora che, con una decisione tutta veneziana, sostenuta da Cortina, è stato possibile destinare 30 milioni di euro per i prossimi vent’anni al pagamento delle spese di gestione corrente della pista da bob".

 

Una pista che, "non ci si stuferà mai di ribadirlo, è stata voluta fortemente da Zaia e Salvini, nonostante la contrarietà di una importante fetta di cittadinanza ampezzana, cadorina e più in generale bellunese”.

 

Rimangono, insomma, le perplessità sull’organizzazione e sulle ricadute dei giochi olimpici in provincia: “Abbiamo sostenuto l’iniziativa Open Olympics voluta da Libera che chiede trasparenza e legalità, elementi sui quali la recente indagine della Procura di Milano, nonché lo spropositato aumento dei costi, destano particolari preoccupazioni. A nostro avviso già le Olimpiadi sul territorio bellunese non rispettano i prerequisiti richiesti dal Cio, cioè la sostenibilità dei costi, il rispetto dell’ambiente e la legacy, il lascito dei Giochi stessi al territorio, un territorio al quale mancheranno, invece, 30 milioni dei fondi di confine. Insomma oltre al danno, la beffa, una beffa che mi auguro muova l’indignazione di tutti i cittadini e le cittadine bellunesi", conclude Casanova.

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