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Attualità

Pagare la pista da bob con il Fondo dei Comuni confinanti? "E' tutto sbagliato": l'ira di Dario Bond e dei sindaci

La delibera della Regione Veneto, che prevede che l'impianto cortinese venga mantenuto con una parte del Fondo dei Comuni Confinanti (80 milioni elargiti annualmente dalle province di Trento e Bolzano), trova la netta opposizione del parlamentare, della provincia di Belluno e dei comuni interessati. Pronti a scendere in piazza. La vicenda tornerà su "Report" domenica 23 giugno

di
Daniele Loss
06 giugno | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

CORTINA. "Il Fondo dei Comuni Confinanti non è un bancomat dal quale prelevare in maniera indiscriminata. La Delibera della Regione Veneto (vedi Bollettino ufficiale numero 65 del 21 maggio 2024, ndr) è scritta male: quel contratto è stato sbattuto lì senza averne discusso precedentemente. Si parla di legacy, ma quale è il piano di legacy della pista da Bob di Cortina? Non c'è. Si parla genericamente degli impianti olimpici. Se pensano che viga il principio del "pagare senza parlare" si sono sbagliati di grosso. Io sono arrabbiatissimo e pronto a battagliare sino in fondo e, come me, anche i sindaci dei comuni interessati, pronti anche a scendere in piazza se necessario".

 

Dario Bond, deputato di Forza Italia, è un fiume in piena. E' infuriato e, come lui, anche i primi cittadini dei 48 comuni che attualmente beneficiano degli 80 milioni di euro (40 + 40) che le province di Trento e Bolzano destinano ogni anno al Fondo dei Comuni Confinanti, del quale il parlamentare è presidente. Soldi che devono (sottolineiamo, devono, per legge) essere destinati ad investimenti sul territorio (tradotto opere, di cui beneficiano anche Trentino e Alto Adige) e non alle spese correnti.

 

"E' tutto sbagliato - prosegue Bond - perché, prima di tutto, la destinazione dei Fondi dei Comuni Confinanti è un'altra e poi, aspetto anche questo incomprensibile, non è indicata nemmeno una parvenza di quella che potrebbe essere la cifra necessaria. Assurdo, ma se pensano che - alla fine - ce la "metteremo via" così senza fiatare, si sbagliano tutti di grosso. E che nessuno si azzardi a dire "cosa vuoi che sia un milioncino sugli 80 che vengono elargiti?". Il principio che vorrebbero adottare è quello del: pagate e basta, ma non esiste".

 

Premesso che si renderebbe comunque necessario un passaggio il Parlamento, per modificare la legge riguardante il Fondo dei Comuni Confinanti, l'onorevole bellunese spiega come si sarebbe potuto (forse) "andare a dama", ragionando in maniera collegiale con ampio anticipo e, magari, istituendo un soggetto pubblico o tra pubblico e privato che avrebbe potuto occuparsi della gestione e della valorizzazione dello Sliding Center cortinese dopo le Olimpiadi, al fine di trasformarlo da un "pozzo senza fondo" ad una risorsa per il territorio. Non solamente quelle cortinese e bellunese.

 

"Ma io mi domando - analizza il parlamentare - perché non si è pensato ad un tavolo di lavoro prima di arrivare a tutto questo? Perché chi ha stilato quel contratto non mi ha fatto una telefonata? E sto parlando di persone con cui ho condiviso l'aula del Consiglio Regionale Veneto per dieci anni e che il mio numero di telefono lo hanno in rubrica. Perché non è stata presa in considerazione l'ipotesi, la butto lì, di costituire una fondazione o una società pubblica per la gestione, la manutenzione e, soprattutto, la valorizzazione della struttura? Avrebbero potuto entrarvi la Regione Veneto, la provincia di Belluno, le province di Trento e Bolzano, magari anche la Regione Lombardia, il Comune di Cortina e, a quel punto, anche il Fondo dei Comuni Confinanti avrebbe seriamente in considerazione l'ipotesi di parteciparvi. Un conto è essere un soggetto attivo e pensante, un conto è pensare che questa vicenda ricada esclusivamente su di noi e che sia calata dall'alto senza alcuna possibilità di discussione. Con che coraggio si potrebbe spiegare tutto questo agli abitanti di Cortina, Livinallongo, Feltre e Auronzo, tanto per citarne alcuni comuni, che i soldi destinati alle opere servono per mantenere la pista da bob? Non può essere così".

 

La prospettiva di pescare i fondi necessari al "tesoretto", che le province di Trento e Bolzano mettono a disposizione dei comuni di confine, stabilite dall'accordo di Milano e dal Patto di stabilità, è l'unica soluzione paventata sino ad ora, ma cozza completamente con la volontà di chi presiede il Fondo e della popolazione. Da piazza Dante e piazza Silvius Magnago hanno già fatto sapere "che nessuna risorsa del bilancio delle Province è destinata a sostenere l'impianto di bob di Cortina d'Ampezzo" (QUI ARTICOLO).

 

Il pensiero comune, dei sindaci (con la sola eccezione, probabilmente, del primo cittadino di Cortina), ma anche dei cittadini (compreso il Bard - Movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti (QUI ARTICOLO) è riassumibile in una frase: lo Stato (il Ministro per le infrastrutture Salvini) e la Regione Veneto (il Governatore Zaia) hanno voluto costruire a tutti i costi la pista da bob? Bene, ora che siano loro a mantenerla, a provvedere alla manutenzione ordinaria (senza tenere conto di quella straordinaria) e si occupino della valorizzazione della struttura nel corso degli anni per far sì che lo Sliding Center non diventi una cattedrale nel deserto al pari della pista da bob di Cesana Torinese, realizzata ad hoc per le Olimpiadi di Torino 2006 e poi abbandonata.

 

Senza tenere conto che, al momento, non vi è nemmeno una previsione di quella che potrebbe essere la spesa. Recentemente Bond è stato intervistato da "Report", che già aveva parlato approfonditamente della questione (QUI ARTICOLO), con il contenuto andrà in onda domenica 23 giugno: la trasmissione d'inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci parla di 1 milione e 200mila l'euro l'anno per le spese di gestione. Ma si tratta di un arrotondamento verso il basso, perché alcuni esperti parlano di 1 milione e mezzo con tendenza al rialzo. Da Innsbruck, infatti, fanno sapere che i costi possono tranquillamente superare i 2 milioni l'anno.

 

"Report ha fatto quest'ipotesi - conclude Bond - come è possibile ipotizzare altre cifre. Tutti possono dire la loro, visto che non c'è un "nero su bianco" attendibile. E anche questo è vergognoso: ma vi sembra normale che venga stabilito che i costi siano a carico del Fondo, al quale però non viene nemmeno detto a quanto ammonterebbe l'impegno?. Attenzione, uso il condizionale non a caso, perché questa vicenda non si concluderà in questa maniera. Nel modo più assoluto".

 

Il tema della pista da bob di Cortina è stato approfondito da L'AltraMontagna nel libro "Scivolone olimpico". Per chi fosse interessato all'acquisto (Qui info).

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