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Attualità

IL VIDEO. ''Cosa non fare in montagna, pericolosissimo'', scendono da un canalone causando cadute di massi verso il sentiero

Il turismo di massa che si sta spingendo sempre più verso le terre alte impone una rialfabetizzazione di chi si approccia alla montagna, a partire dalle nozioni base. Un comportamento del genere mette in pericolo chi si trova a valle e rischia di essere colpito da una scarica di sassi

di
Luca Pianesi
18 luglio | 13:29
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Dopo aver visto la coppia di genitori che scendeva dalla ferrata Bepi Zac, in Trentino, senza alcuna accortezza, con il padre che la affrontava con in braccio la bimba piccola e la mamma che faceva andare avanti da sola l'altra bambina che quasi non arrivava a mettere i piedi sulle rocce, tanta era la distanza dal cordino, si pensava di aver raggiunto l'apice del 'rischio' programmato (nel senso che a questo punto ci si sta approcciando alla montagna programmando di mettersi in pericolo). Qualche giorno fa, però, ecco arrivare degli ''escursionisti'' della domenica capaci di aggiungere al 'rischio' programmato per loro il 'rischio' amplificato per gli altri.

 

 

Il post di Neve Appennino spiega tutto: ''Queste immagini di @andreeas_pot mettono in evidenza cosa non bisogna assolutamente fare quando si va in montagna, in questo caso sul Gran Sasso d’Italia. Si notano - spiegano - un gruppo di ragazzi scendere e risalire per il ghiaione adiacente alla Via Normale al Corno Grande, e questo può causare cadute di massi di medie o grandi dimensioni verso il sentiero percorso da molti escursionisti. Alcuni anni fa, proprio per una situazione del genere, una persona fu travolta da un masso e trasportata in ospedale. Non commettete atti sconsiderati che possono gravare sulla vostra salute e specialmente su quella degli altri''. 

 

D'altronde nelle regole non scritte anche del più sprovveduto escursionista che si reca in montagna c'è quella di non smuovere sassi o, peggio ancora, non lanciare sassi a valle. Il perché non dovrebbe nemmeno valer la pena spiegarlo, ma evidentemente in quest'epoca di turismo sempre più di massa sulle terre alte l'alfabetizzazione di chi si reca in quota deve ripartire praticamente da zero. E allora ben venga un post come quello di Neve Appennino che ribadisce quanto sia pericoloso un comportamento del genere. Ripartiamo dalle basi. 

 

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