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Attualità

Ddl Calderoli, per la Lega ''c'è tutto ciò che serve alla montagna'' e Fratelli d'Italia esulta: ''L'uomo torna al centro''. Critica Uncem: ''Tanti emendamenti utili non votati''

Bussone: ''A trent'anni dall'ultima legge sulla montagna del 1994, tra le opportunità date dal ddl, come quella per incentivare i medici di base e gli insegnanti nei Comuni montani, vi sono due questioni calde da risolvere alla Camera. Il nodo risorse economiche, perché 200 milioni non bastano. E poi la ridefinizione dei Comuni montani. Con il solo parametro altimetrico, i 600 metri, si taglierebbero fuori centinaia di Comuni, senza un chiaro obiettivo''

di
L.P.
30 ottobre | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

I partiti di governo esultano. La senatrice trentina della Lega Elena Testor addirittura dichiara che ''in questa norma c'è tutto ciò che serve alla montagna e per lo sviluppo del Paese''. Entusiasta anche la senatrice di Fratelli d'Italia del Piemonte Paola Ambrogio che dichiara: "L'uomo deve essere al centro della montagna, che non è una teca di vetro intoccabile, perché non c'è montagna senza trasporti, allevamento, agricoltura, turismo, infrastrutture. Insomma non c'è montagna senza quelle opportunità che il provvedimento in questione finalmente offre".

 

D'altronde meno di un mese fa anche il ministro competente, quel Roberto Calderoli, che regge il dicastero degli affari regionali e delle autonomie, si era complimentato con sé stesso: ''Il disegno di legge per il riconoscimento e la valorizzazione delle zone montane ha ufficialmente concluso in data 26 settembre l’esame della commissione e, con il voto sul mandato al relatore, è pronto per l’Aula. La nostra legge-quadro - aveva dichiarato - compie un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo, con un contributo importante anche da parte delle opposizioni: su 86 emendamenti approvati, ben 30 arrivano da oltre i confini della maggioranza ed è certamente un fatto positivo. L'impegno mio e di tutto il Governo è mettere in campo una vera e propria strategia per la Montagna, straordinaria risorsa per il Paese che va salvaguardata e valorizzata. E’ assolutamente necessario garantire sia maggiore tutela dei servizi, a partire da istruzione e sanità, sia incentivi allo sviluppo e misure a sostegno del tessuto socio-economico, così da contrastare lo spopolamento e ridurre i divari territoriali. Fondamentale è anche una precisa definizione di cosa sia montagna, per assicurare ai territori davvero montani tutto il supporto di cui c’è bisogno''.

 

Oggi l'esame al Senato del disegno di legge con il presidente nazionale dell'Unione comuni montani, Marco Bussone che si mostra ben più cauto dei politici del governo Meloni: ''Uncem è pronta a lavorare con Governo e Parlamento sul ddl Montagna, per renderlo più forte ed efficace. Diamo la disponibilità ai Parlamentari e al Ministro Calderoli. L'esame oggi al Senato del disegno di legge sulla montagna promosso dal Governo, dopo il lavoro dei mesi scorsi in Commissione, ci consegna un testo con poche variazioni e tanti emendamenti respinti che ora ci auguriamo trovino spazio nel lavoro della Camera dei Deputati. Quelli ad esempio, dopo la maldestra, ideologica e assurda distruzione delle Comunità Montane in tante Regioni, per riorganizzare come i Comuni lavorano insieme in una valle alpina e appenninica, cosa fanno, come montano investimenti, come superiamo i campanilismi per riorganizzare i servizi tra cui scuole, trasporti e sanità''.

 

E ancora, aggiunge Bussone, ''resta indefinito cosa facciano le Regioni per le aree montane, visto che la maggior parte non ha una legge organica sullo sviluppo dei territori e sui servizi da organizzare in modo peculiare. Il tema della governance delle aree montane richiede un lavoro efficace urgente perché i Comuni, verso 3 miliardi di tagli nei prossimi anni, da soli non si salvano. E preoccupandoci di autonomia regionale, dobbiamo capire cosa sono e come lavorano le autonomie, i Comuni insieme. A trent'anni dall'ultima legge sulla montagna del 1994, tra le opportunità date dal ddl, come quella per incentivare i medici di base e gli insegnanti nei Comuni montani, vi sono due questioni calde da risolvere alla Camera. Il nodo risorse economiche, già da affrontare in legge di bilancio da domani, perché 200 milioni, per tutte le cose scritte nel ddl e da ripartire alle Regioni, non bastano. Tantopiù con Regioni che mettono zero euro in un fondo regionale per le loro montagne, nonostante la montagna sia materia di competenza regionale. E poi la ridefinizione dei Comuni montani. Con il solo parametro altimetrico, i 600 metri, si taglierebbero fuori centinaia di Comuni, senza un chiaro obiettivo e di fatto creando più sperequazioni di quante già esistono. Vi è da lavorare, sul ddl, accompagnando il percorso a una riscrittura illuminata e a prova di futuro del Testo unico degli Enti locali, oltre che delle regole fiscali per le Autonomie, tra perequazione necessaria e fiscalità vera per i Comuni insieme, che finora non riescono a prendere quota. Uncem è pronta a dare il suo colpo d'ala agli articolati, stando nel merito e aggiungendo elementi utili, vincenti, con grande e continuo impegno istituzionali insieme con Governo e Parlamento".

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