Daniela Santanché: "Secondo me dire 'troppo turismo' è una bestemmia". Ma chi parla di overtourism in montagna guarda a un ambiente fragile da tutelare
Il 18 agosto alla Versiliana il ministro del Turismo, Daniela Santanché, è intervenuta su uno dei temi più dibattuti dell'estate, l'overtourism, ovvero l'eccessiva pressione dei turisti nazionali e stranieri nell'estate del 2024: "Secondo me dire 'troppo turismo' è una bestemmia" ha commentato, laconica. Ma un territorio, specie se fragile, dovrebbe rispondere prima di tutto alle esigenze di chi vi abita, non diventare il parco giochi a totale disposizione di chi lo sceglie per il diletto di un giorno o poco più
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il 18 agosto alla Versiliana il ministro del Turismo, Daniela Santanché, è intervenuta su uno dei temi più dibattuti dell'estate, l'overtourism, ovvero l'eccessiva pressione dei turisti nazionali e stranieri nell'estate del 2024: "Secondo me dire 'troppo turismo' è una bestemmia" ha commentato, laconica, lamentando anche l'uso di un termine inglese che però è ormai ampiamente riconosciuto anche nel nostro Paese, tanto che la Treccani lo segnala tra i neologismi del 2023.
Santanché senz'altro non sarà irritata dal video che ci ha girato, indignata, una nostra lettrice, che pregando di restare anonima ha voluto mostrarci la folla di fronte alla distesa di krapfen altamente instagrammabili del rifugio Frierdrich August, che si trova "nel cuore delle Dolomiti tra la Val Gardena e la Val di Fassa" ai piedi del Sassolungo, comodamente raggiungibile utilizzando gli impianti di risalita e pertanto preso d'assalto ogni giorno anche grazie a una stampa compiacente che rimbalza di continuo le immagini dei dolci disposti su un tavolo di legno. Il rifugio-influencer, 68.500 follower su Instagram, ringrazia, ma - parafrasando il grande Ivan Graziani - potremmo chiederci "tutto questo cosa c'entra con l'escursionismo?" (l'originale è con il rock'n'roll).
Chi si occupa di montagne e anche di montanari, come il nostro quotidiano, ha a che fare con una materia estremamente delicata: gli ecosistemi alpini o appenninici, che ricadano o meno all'interno di un'area protetta, sono ambienti da tutelare, anche di fronte ai cambiamenti climatici che li rendono ancora più fragili; la presenza antropica, specie quando è di massa, favorita magari dalla presenza di infrastrutture di risalita, rischia di essere eccessiva. Quando penso al progetto di realizzare un nuovo impianti di risalita al lago Scaffaiolo, sull'Appennino tosco-emiliano, la cosa che m'indigna di più non è tanto (o non è solo) la spesa di milioni di euro finanziati da Stato e Regioni (Toscana ed Emilia-Romagna) a fronte di un turismo invernale legato allo sci di discesa che sta declinando necessariamente, quando il fatto che in estate il lago, che è un sito d'interesse comunitario ed è facilmente raggiungibile dagli escursionisti anche se si trova a quasi 1.800 metri sul livello del mare, è letteralmente preso d'assalto: l'overtourism, o il troppo turismo, ha parametri diversi da quelli che possono essere applicati a Venezia o a Firenze.
Viene da pensare, infatti, che anche un solo camper piazzato in mezzo a un prato all'interno di un Parco nazionale, peraltro a poche centinaia di metri da un'area dedicata, posa rappresentare una forma di overtourism, un eccesso "che provoca o può provocare danni ai monumenti e all’ambiente". Un territorio, specie quello più fragile, dovrebbe rispondere prima di tutto alle esigenze di chi vi abita, non diventare il parco giochi a totale disposizione di chi lo sceglie per il diletto di un giorno o poco più.