"Caro Babbo Natale". La lettera degli alluvionati dell'Appennino romagnolo: "Ormai ci sembra più ragionevole rivolgerci a te"
"Sappiamo già da adesso che cosa succederà quassù con la prossima pioggia seria, nelle condizioni di generale saturazione in cui ci troviamo e che difficilmente potranno migliorare, vista la stagione". La lettera di appello per l'Appennino romagnolo
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Caro Babbo Natale, visto che la tua realtà ci appare molto più sussistente di quella misteriosa entità che dovrebbe occuparsi del nostro territorio, ci sembra dunque più ragionevole rivolgerci a te, che non ad una struttura sulla cui esistenza cominciamo a nutrire più di un sospetto.
Come saprai il nostro Appennino versa in condizioni piuttosto gravi, uno stato di disfacimento che dura dal Maggio dell'anno scorso e che ad ogni 'trottola ciclonica' subisce ricadute ed aggravamenti, condannandolo ad una situazione di fatiscenza persistente". Comincia così la lettera che l'Appello per l'Appennino romagnolo ha indirizzato nei giorni scorsi a Babbo Natale, a pochi giorni dalla manifestazione di Faenza dello scorso 7 dicembre, in cui si è tornati a chiedere interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio, che è estremamente fragile dopo gli eventi alluvionali di maggio 2023, giugno e settembre 2024, quattro in un anno e mezzo.
Una questione aperta, che viene rappresentata a Babbo Natale, è l'assenza della politica e della struttura commissariale chiamata a supportare le zone alluvionate "Ben poco è stato l'ascolto e ancor meno le risposte, nonostante dipenda dall'attenzione verso la precarietà di queste aree montane, qualsiasi possibilità di proteggere poi in pianura quelle più 'sviluppate'. L'ultima perturbazione (a inizio dicembre 2024, ndr) ha rovesciato ancora grandi quantitativi d'acqua su queste vallate martoriate, tanto che la fascia medio bassa, particolarmente colpita, ha già mostrato segni evidenti di ulteriore rovina. Sappiamo pertanto già da adesso - neanche a inizio inverno! - che cosa succederà quassù con la prossima pioggia seria, nelle condizioni di generale saturazione in cui ci troviamo e che difficilmente potranno migliorare, vista la stagione" continua la lettera.
Si avvicina il 24 dicembre, e allora "il pensiero che tu la notte di Natale far scivolare la slitta nel fango di frane e smotti, anziché sulla neve, ci mette un po' in apprensione. Ci aspetteremmo a questo proposito di vedere lungo le nostre vallate un bel viavai di uomini e mezzi, disposti alla sorveglianza di criticità già visibili, interventi preventivi o alla preparazione di piani di emergenza atti ad affrontare un'eventualità assai probabile. Un movimento di risorse per farsi trovare pronti e preparati insomma, senza ogni volta dover rincorrere l'emergenza a disastro avvenuto.
Invece no, non si vede proprio niente di niente, come al solito".
Il problema è individuato di nuovo nella struttura straordinaria, coordinata da Roma dal generale Figliuolo fino al 31 dicembre 2024: "Ci è stata assegnata una struttura che di "straordinaria" ha solo l'evanescenza, continuando a trattare uno scenario dinamico ed in divenire come faccenda compiuta e finita, da disbrigare secondo gli standard della burocrazia più inabile - per giunta da remoto - senza poi occuparsi di dispiegare strumenti rapidi ed efficaci innanzitutto a monitorare, prevenire e contenere pericolose repliche dell'emergenza. A fine anno comunque, il capo di questa roba pensata male e condotta peggio, lascerà l'incarico nelle mani del romano governo che lo designò commissario. Bene caro Babbo Natale, a questo punto quello che ti chiederei per regalo sarebbe perciò un bel colpo di scena, sicuramente non risolutivo ma che comunque costituirebbe un gran bel segnale. Vorrei insomma che mi regalassi la nomina a prossimo Commissario Straordinario di un Pierluigi Randi o di una figura di spessore equivalente per cognizione scientifica, competenza tecnica e conoscenza del territorio".
Eccolo il regalo: Randi, romagnolo, è un tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti). È tra i fondatori di CTS AGIRE, il Comitato Tecnico Scientifico - Alleanza per la Gestione Integrata del Rischio idro-geologico in Emilia-Romagna, presentato a dicembre 2024, che riunisce esperti che amano la propria terra. "È fondamentale che la comunità comprenda i rischi legati a questi fenomeni e che il 'nuovo clima' è già una realtà. Mi impegnerò a tradurre dati generalmente complessi in informazioni accessibili al pubblico e alle autorità locali, promuovendo una cultura della prevenzione. Lavorare insieme in questo CTS è un’opportunità per mettere in campo la scienza meteorologica e climatica con un approccio pratico, orientato alla soluzione. Il nostro obiettivo principale sarà quello di contribuire a strategie efficaci di adattamento che possano ridurre il rischio di alluvioni future e proteggere le comunità locali" ha spiegato presentandosi.
Ecco perché Gianni Fagnoli dell'Appello per l'Appennino romagnolo ha indicato il suo nome a Babbo Natale. "Grato per la tua attenzione, ti lascio come al solito qualche fetta di pane e salame con un bicchiere di sangiovese sotto l'albero, di modo che - almeno tu - possa avere un po' di ristoro" ha concluso.