Abbandonate da oltre 20 anni, progetto da 33,5 milioni per Le Fratte (tra quota 1.400 e 1.800) con una nuova seggiovia: ''Così rilanciamo l'area''
C'è un progetto per demolire gli impianti esistenti, ormai abbandonati da decenni, e ricostruire una nuova seggiovia per collegarsi poi al Trentino. Una funivia anche a Lastebasse. Il vicentino guarda al futuro voltandosi indietro. La sindaca di Arsiero: "La pista importante per rilanciare l'area"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
ARSIERO. Si lavora per sviluppare un nuovo comprensorio sciistico a ridosso del Trentino. E' il piano di sviluppo turistico "Fiorentini-Le Fratte". Lì sono sono stati aperti i cantieri per smantellare gli impianti, ormai abbandonati da oltre 20 anni, per puntare nuovamente sullo sci alpino. Non solo, l'idea è anche quella di costruire una funivia a Lastebasse. Sul tavolo poco più di 33 milioni. Piste che andrebbero poi a collegarsi con l'Alpe Cimbra. E' questa l'idea nel vicentino.
Il progetto rientra in un piano più articolato targato Unione montana Alto Astico (con in questo caso il coinvolgimento dei Comuni di Lastebasse, Arsiero e Tonezza del Cimone in provincia di Vicenza) e la previsione, tramite in Fondi di confine declinati in "area vasta", di spendere 33,5 milioni per riqualificare e rilanciare la Ski Area Fiorentini-Coston.
Nel comprensorio Alto Astico sono, infatti, comprese le aree sciabili Malga Fiorentini, Le Fratte e Sella. Zone che interessano i territori dei Comuni di Arsiero, Lastebasse e Tonezza del Cimone la cui accessibilità è garantita dalla strada che sale da Tonezza del Cimone.
In totale sono presenti cinque impianti tra sciovie e una seggiovia biposto (Le Fratte), unica struttura di una certa rilevanza con un dislivello di 403 metri con un’età piuttosto avanzata e ferma da decenni. "Questa area è abbandonata e sulla zona gravava un fallimento", le parole a il Dolomiti di Cristina Meneghini, sindaca di Arsiero. "L'ipotesi di progetto risale al 2017 e l'allora maggioranza, attuale opposizione in Comune, aveva espresso una valutazione sul ripristino di un comprensorio".
All'epoca si sarebbe dovuti andare a progettazione entro il 31 dicembre di quell'anno e avviare i lavori nel 2018 con un piano anche per il bike park Le Fratte definito "il più grande parco dedicato alle bici" del Veneto. Sono trascorsi 6 anni e tutto, più o meno, ritorna sul tavolo.
Un piano che prevede anche interventi per migliorare viabilità, malghe e sentieri. Si inserisce un'ipotesi di sviluppo estivo e le funivie diventano sinonimo di mobilità alternativa. Ma i primi interventi a partire, come spesso capita, sono quelli per l'inverno.
Nonostante gli impatti della crisi climatica, con un trend delle condizioni nivologiche sempre più incerte (con il ricorso all'innevamento artificiale), e la richiesta di un turismo diverso, il vicentino ha riannodato i fili del discorso. Poco importa se ci sono sul tavolo altre motivazioni di vacanza e, soprattutto, se l'esperienza precedente non è decollata con la chiusura per mancanza di redditività dell’investimento, tanto da lasciare i ruderi nonostante le iniezioni di denaro pubblico, e che le quote non sono elevatissime (si parla di un'altitudine tra i 1.400 e i 1.850 metri).
"Si sciava tra gli anni '60 e '80 poi la società è entrata in crisi e ora questa località versa in sostanziale abbandono", aggiunge Meneghini. "L'amministrazione non poteva intervenire per riqualificare la zona ma adesso si apre una nuova fase per rilanciare il territorio attraverso un ampio progetto di sviluppo di area vasta. La neve, soprattutto in quota, riesce a resistere e la valutazione è che la pista possa valorizzare una località bella e che possa aprire a qualcosa di importante".
Il piano prevede interventi di miglioramento del territorio tra viabilità, malghe e sentieri. Ma si ritorna indietro e il futuro è lo sci. "La ricettività è rispettivamente di 350 sciatori al giorno per i due skilift nell’area Malga Fiorentini e di 548 per l’area delle Fratte. La ricettività istantanea complessiva, vale a dire il numero di persone presenti contemporaneamente nell’area è di 600 sciatori, ammesso che gli impianti lavorino in pieno e che non ci siano code. Le piste di Malga Fiorentini e di Tonezza non hanno innevamento artificiale, mentre l’ambito delle Fratte è coperto al 100%". Questo si legge in un progetto di valutazione ambientale del 2009. Nel 2021 invece nel masterplan si parla di 12 mila primi ingressi e 150 mila passaggi stagionali negli anni Ottanta e Novanta. Si riparte insomma da qui con annessi impianti di innevamento e invasi perché la potenza di fuoco va garantita.
Il documento evidenzia, infatti, che "l’area in esame inizialmente si trovava nell’elenco delle aree Sic e Zps della Regione Veneto, pertanto è da ritenere che la zona sia tuttora naturalisticamente meritevole, e il fatto che sia stata depennata dell’istituzione di un certo tipo di vincolo, sia legato al fatto di evitare possibili ostacoli allo sviluppo del carosello sciistico con Folgaria. L’area presenta effettivamente un territorio particolarmente pregevole dal punto di vista naturalistico, così come riconosciuto nel Piano d’Area, in quest'ultimo sono tuttavia pure individuate ampie aree di espansione per le pratiche sciistiche. L’area sciistica prevista è compresa tra i 1.400 ed i 1.850 metri di quota, altitudine per cui non sempre è risultato garantito l’innevamento naturale, rendendo necessaria la dotazione di sistemi di innevamento programmato".
Si prevede "a questo scopo la creazione di un bacino di 42 mila metri quadri, per 100 mila metri cubi d’acqua, in località passo Coe, che tuttavia sarà in parte autoalimentato e in parte riempito con acqua pompata da altre zone. In alternativa verranno impiegate le risorse idriche di Folgaria, alimentate da una presa a quota 570 metri nella val di Terragnolo, con un dislivello di circa mille metri rispetto al previsto bacino in località ex Nato alle Coe. Solo per lo riempimento di metà bacino (50 mila metri cubi) si prevede un fabbisogno energetico di 300.000 Kwh. La pressione idrica alla fine sarà comunque tutta a carico del fiume Astico in quanto la zona dell’altopiano presenta caratteristiche carsiche rendendo la risorsa idrica difficilmente disponibile".
La novità è però il collegamento alla SkiArea dell'Alpe Cimbra, anche gestionale. Da un lato FolgariaSki andrebbe a garantire la solidità operativa e dall'altro lato andrebbe a espandere il demanio sciabile, oggi di poco più di 100 chilometri con l'allargamento alle Fratte e Coston-Fiorentini.
Ma tra Trentino e Veneto è tempi di grande opere con il recente via libera al rifacimento della telecabina Francolini verso Sommo Alto, un impianto in questo momento chiuso da oltre due anni. Un'alleanza tra Euregio Plus e FolgariaSki per lo sviluppo turistico, in questo caso, dell'Alpe Cimbra: sul piatto un finanziamento di quasi 5 milioni per la telecabina Francolini mentre la Provincia, tramite Trentino Sviluppo, investe altri 4 milioni. L'intenzione è quella poi di coinvolgere la parte privata del territorio (Qui articolo). A dicembre 2023 era stata inaugurata la nuova seggiovia Passo Coe – Cima Plaut (Qui articolo).