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Attualità

Tra due anni (in questi giorni) le Olimpiadi: ma se a Cortina sulla vecchia pista da bob piove (VIDEO) a Tesero la neve è ''al limite della praticabilità''

Le Olimpiadi Milano-Cortina si terranno dal 6 al 22 febbraio e le Paralimpiadi addirittura dal 6 al 15 marzo, tra due anni. Se dovesse riproporsi un febbraio come questo, più primaverile che invernale, sulla nostre montagne, bisognerà fare i salti mortali per garantire lo svolgimento delle gare su tracciati all'altezza delle aspettative internazionali. Per i bob conviene attrezzarsi con tettucci a prova di pioggia e per il fondo sarà meglio pensare a gare molto mattiniere. I centri fondo, infatti, sono tra quelli più in sofferenza con varie chiusure in tutta Italia da Marcesina Enego a Brentonico, mentre sul Bondone dei 35 chilometri canonici sono sciabili solo 1,5 chilometri

di
Luca Pianesi
20 febbraio | 19:15
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

A Cortina ieri pioveva sullo scheletro della vecchia pista da bob Eugenio Monti. A Tesero lo stesso centro fondo pubblicava un post dove scriveva: ''Buongiorno, le piste sono al limite della praticabilità, si scia ancora discretamente di prima mattina poi la neve si sfalda''. E pensare che proprio in questi giorni, tra due anni, dovrebbero svolgersi le Olimpiadi in questi luoghi. I Giochi, infatti, si terranno dal 6 al 22 febbraio 2026 e le Paralimpiadi addirittura dal 6 marzo al 15. Roba che se dovesse ripetersi un inverno del genere (si spera non peggiore anche se visto il trend degli ultimi 30 anni non c'è da star tranquilli) davvero si rischierebbe di ritrovarsi a gareggiare sui prati o nel fango. 

 

L'immagine di Cortina con la pioggia che cade sui ruderi della pista Eugenio Monti è quanto di più malinconico si possa immaginare: una pista gloriosa chiusa nel 2008 per scelte politiche perché scarsamente utilizzata e perché a Cesana ne era stata realizzata un'altra due anni prima per le Olimpiadi di Torino (salvo poi chiudere anche questa solo 4 anni dopo, nel 2012 perché costosissima da mantenere e inutile dal punto di vista dell'utilizzo visto che il movimento del bob in Italia conta su numeri che si aggirano su cifre infinitesimali). In questi giorni, però, la storia si ripete e dopo i tanti, troppi sbagli del passato, si è scelto di perseverare per fare una nuova pista da bob e così si sta aprendo il cantiere per realizzare il nuovo budello per le Olimpiadi del 2026.

 

 

 

 

Piove sul bagnato, verrebbe da dire dopo che il febbraio che stiamo vivendo ha messo in luce tutta la fragilità degli sporti invernali con temperature ovunque primaverili, nebbia anche in quota, neve conservata come oro sopra i 2.000 metri e poche strutture capaci di restare aperte, garantendo buone performance, al di sotto di questa soglia. 

 

Il fondo, poi, ne risente più della discesa. Non basterà un impianto di refrigerazione energivoro all'ennesima potenza, come per il bob, ad assicurare il ''freddo''. I centri fondo dipendono tantissimo dalle condizioni climatiche e quest'anno il limite tra la ''vita'' e la ''morte'' delle strutture si è posizionato a circa 1.500 metri di altitudine. Sotto questa quota sono tantissimi che hanno dovuto alzare bandiera bianca: Andalo Millegrobbe Vezzena, l'Alta Lessinia e, nelle scorse ore, Marcesina Enego sull'Altipiano di Asiago (Qui articolo). Semaforo rosso anche il centro fondo San Giacomo a Brentonico. "E' con grande dispiacere - spiegano i gestori - che comunichiamo la chiusura. Le temperature di questi giorni non sono state favorevoli purtroppo. Un grazie a tutti quelli che ci sono venuti a trovare". 

 

Le situazioni migliori sono sul passo San Pellegrino con il centro Alochet a pieni giri del motore, mentre a passo Coe (aperti e battuti 10 chilometri) e Campo Carlo Magno anche se "la world cup - si legge - cioè la pista nera è improponibile per mancanza di neve. Incrociamo le dita per il fine settimana. Che il meteo ha previsto neve". Si soffre tanto nel Primiero quanto in val di Fiemme, escluso passo Lavazè, qui la stagione appare positiva. Il Monte Bondone. ha il suo fiore all'occhiello con le Viote ma anche qui nel giro di qualche giorno si è passati dai 7 (su 35 chilometri) a 1,5 chilometri di tracciati a disposizione.

 

Ci sarebbe una disponibilità superiore "ma in alcuni punti non c'è abbastanza neve per poter garantire dei collegamenti", commenta Nicola Frunerdirettore della Scuola italiana sci fondo. "Quindi siamo costretti a rinunciare a un chilometraggio superiore".

 

E poi c'è Tesero che grazie alla sua posizione favorevole e ad un potentissimo impianto di innevamento artificiale negli anni è riuscita a garantire che il centro resti aperto grosso modo da dicembre fino alla metà di marzo. Quest'anno, però, si soffre anche lì: ''Le piste sono al limite della praticabilità, si scia ancora discretamente di prima mattina poi la neve si sfalda. Speriamo che nel corso della settimana le temperature diventino un minimo più rigide. Comunichiamo poi che domani sera sarà l'ultimo giorno in cui la pista viene illuminata''. Si spera che tra due anni le cose andranno diversamente.

 

Altrimenti per il fondo si gareggerà all'alba, per garantire un tracciato accettabile mentre a Cortina i bob sarà meglio farli con il tettuccio, per evitare che imbarchino acqua. 

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