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Attualità

Lo scatto virale di Fabio Longaron, che immortala il Monviso da 270 chilometri di distanza: "Un progetto visionario partito due anni e mezzo fa"

La foto scattata dal giovane fotografo, che cattura il Monviso da quasi trecento chilometri di distanza, in poche ore ha fatto il giro del web. Lo scatto, realizzato da Massarosa, comune in provincia di Lucca, è frutto di un lavoro durato oltre due anni

di
Daniele Loss
18 settembre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

In poche ore ha fatto il giro del web. Ed è diventata virale, non solamente in Italia, ma in tutto il mondo. Sì, perché la foto scattata dal giovane Fabio Longaron, da Massarosa, popoloso comune di 21mila abitanti della provincia di Lucca e studente presso la facoltà di scienza naturali di Pisa, è un prodigio della tecnica, della programmazione, ma soprattutto è il frutto di una "visione" trasformata in realtà dall'obiettivo e grazie ad un enorme lavoro preparatorio.

 

Tra il piccolo borgo di Pedona, frazione del comune di Camaiore e il pontile di Forte dei Marmi, la rinomata località turistica della Versilia ci sono appena 11,2 chilometri. Quindi quello che ha realizzato Longaron, grande amante della montagna in tutte le sue forme, è un suggestivo scatto panoramico vista mare?

 

Sì, se non fosse che il soggetto "centrale" del suo scatto è il Monviso, il "Re di Pietra", che dal punto del "click" dista 269 chilometri. Sì, avete letto bene, 269. Per fare un paragone, più o meno azzardato, è come se un fotografo salisse sul Monte Bondone e decidesse d'immortalare il paesaggio che declina verso la pianura, ma con la sagoma delle guglie del Duomo di Milano sullo sfondo.

 

Un'opera, quella realizzata da Fabio Longaron, ottenuta grazie alle sue conoscenze tecniche, la strumentazione adatta, una pianificazione meticolosa e il giusto pizzico di fortuna che ha reso il momento dello scatto "perfetto". Tramutato in realtà dal "click" sapiente di chi era al posto giusto, nel momento giusto. E non è l'unico perché, scorrendo il suo profilo Instagram, non è possibile non notare come la medesima fotografia fosse già stata "provata" due anni e mezzo or sono.

 

"Si è così - racconta Fabio in esclusiva a L'AltraMontagna -. Un paio d'anni fa avevo già "provato" quello scatto, ma non era venuto così bene. Anzi, forse addirittura un po' sfocato. Allora mi ero posizionato in un capanno di cacciatori, a venti minuti di cammino da dove avevo lasciato l'auto. Ero a Mommio Castello e il risultato non fu, per me, del tutto soddisfacente. Ho riposto momentaneamente il progetto nel cassetto, in attesa del momento giusto. Che è arrivato e, questa volta, sono decisamente più contento, anche se ogni "click" ha una propria storia e provoca emozioni. Il processo per individuare il luogo adatto per lo scatto è stato lungo: ho utilizzato in primis Google Earth, poi alcuni software che generano orizzonti, uno dei quali tedesco. A quel punto si uniscono i due punti che interessano, nel mio caso il Monviso e il pontile di Forte dei Marmi e poi da lì si individua la collina "utile" da cui effettuare lo scatto. In questo caso sono stato fortunato, perché il punto perfetto era localizzato a Pedona, frazione del comune di Camaiore, a 310 metri d'altitudine. Quindi, tutto sommato, anche molto comodo da raggiungere per me".


Credits: Fabio Longaron

Individuato il luogo, bisognava trovare "l'attimo fuggente" per confezionare il capolavoro.

 

"Il giorno dopo l'entrata dell'aria fredda - spiega - è il momento adatto, perché il cielo si pulisce. Poi, ovviamente, bisogna che vi sia totale assenza di vento per evitare che i bordi di ciò che è posizionato a grandissima distanza "si muovano". La sensazione è ovviamente quella e la foto verrebbe sfocata. Tutto era perfetto, il "click" è stato uno solo, perché la "finestra" utile non supera i venti secondi. Un lasso di tempo brevissimo, nel quale c'è l'esposizione giusta. Quando l'ho scattata? Circa 45 minuti dopo il tramonto. Ho atteso mesi e, finalmente, è arrivato il momento adatto. Se sono contento? Moltissimo e non mi aspettavo tutta questo interesse e l'improvvisa notorietà. Da qui si possono vedere e immortalare anche le Alpi Marittime o la Corsica: in quel caso si parla di 200 - 200 chilometri. Forse un po' troppo vicine" scherza lo studente - fotografo toscano.

 

La domanda sorge spontanea: perché tutta questo "amore" per il Monviso?

"E' una montagna affascinante - prosegue Fabio - che si presta molto a scatti di questi tipo: attorno ci sono montagne più basse e, dunque, la sua figura si staglia vigorosa e imponente. Non ci sono mai stato sarebbe bellissimo andarci un giorno. Qualcuno mi ha anche chiesto se sto pensando di realizzare la stessa foto "al contrario", ovvero dal Monviso in direzione di Forte dei Marmi, ma credo sia impossibile, non solamente per questioni meramente tecniche. 

 

Grandissimo appassionato di montagna a trecentosessanta gradi, Fabio sogna un futuro nella protezione civile e conosce assai bene anche le Dolomiti.

 

"Sono zone che ho visitato diverse volte - conclude -, trovando e immortalando luoghi e scorci meravigliosi. Amo tutta la montagna, che ci regala immagini incredibili. Anzi uniche".

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