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Attualità

I pescatori dicono "No" alla diga del Vanoi: "Progetto anacronistico: spettro Vajont". Europa Verde attacca: "I tecnici sono contrari all'opera"

Il mondo della pesca sportiva contro la costruzione della diga del Vanoi: "Non siamo stati coinvolti nella discussione". Europa Verde del Veneto: "Abbiamo avuto accesso al Documento di fattibilità delle alternative progettuali e nei quattro scenari non ci sono garanzie di sicurezza"

di
Luca Andreazza
30 settembre | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un altro "No" alla diga del Vanoi, la Federazione dei Bacini di pesca del Bellunese sono contrari all'opera: "Un progetto che penalizza i territori montani, depaupera gli ambienti fluviali e mette a rischio la fauna ittica".

 

Il mondo della pesca sportiva tramite l'associazione che riunisce 8 dei 12 bacini dell'asta del Piave prende posizione per esprimere le preoccupazioni rispetto al discusso progetto di costruire un mega-invaso nel Vanoi. Un'opera che vede la contrarietà tanto dei territori, quanto della Provincia di Trento ma i cui promotori sembrano intenzionati a proseguire nella progettazione. 

 

"I pescatori sono fortemente contrari. E i motivi sono molti", commenta Filippo Sitran, presidente della Federazione, che denuncia come non siano stati coinvolti nella discussione. “Questo significa che finora la voce di soggetti da sempre impegnati nella gestione delle acque libere del territorio bellunese è stata ignorata".

 

Quanto alle motivazioni di contrarietà, la Federazione rileva il rischio di depauperare gli ecosistemi funzionali alla vita delle popolazioni ittiche.

 

"La creazione del bacino del Vanoi comprometterebbe in maniera forte e decisa gli ambienti e gli habitat naturali, mettendo a rischio la sopravvivenza della trota marmorata, specie autoctona, nel tratto del Vanoi a valle dello sbarramento, e quindi per un vasto segmento dell’asta del corso d’acqua” aggiunge Sitran. “Di fatto sarebbero compromessi gli ambienti del Bacino 11 - Cismon alto e Senaiga - e del Bacino 12 - lago del Corlo e Cismon basso".

 

Il progetto è "assolutamente anacronistico: in un’epoca storica in cui si parla della necessità di tutelare le acque libere, in una provincia in cui già l’80% dell’acqua viene intubata a scopo idroelettrico, pensare di fare un ulteriore bacino artificiale senza prima aver modernizzato le infrastrutture e i sistemi di irrigazione a valle è un controsenso. Bisogna pensare prima di tutto a ridurre gli sprechi, senza penalizzare un territorio di montagna per gli scopi della pianura".

 

Insomma, per i pescatori la diga del Vanoi non s'ha da fare. "E' vero che gli aspetti alieutici sono secondari, ma di certo non solo eludibili", conclude il presidente della Federazione dei Bacini di Pesca della provincia di Belluno. “E sicuramente non sono trascurabili le questioni di sicurezza e lo spettro del Vajont, come ha voluto chiamarlo qualcuno. Per questo la Federazione esprime forte preoccupazione e assoluta contrarietà alla diga del Vanoi”.

 

A intervenire anche Europa Verde del Veneto. "La costruzione della diga sul Vanoi non è a rischio zero", dice Renzo Masoloconsigliere regionale del Veneto in quota Europa Verde. "Questo viene scritto nero su bianco dai tecnici della Regione, i cui timori si sommano a quelli manifestati dai cittadini, dai comitati e dagli amministratori locali".

 

Tramite accesso agli atti, "ho potuto acquisire la nota inviata dalla Regione Veneto al Consorzio di Bonifica Brenta relativa al DocFap-Documento di fattibilità delle alternative progettuali, all’interno del quale si confrontano quattro alternative progettuali, oltre alla cosiddetta opzione zero".

 

L’analisi dei progetti è costruita su cinque criteri, tra i quali quello geologico. "Si rilevano le criticità insite alla morfologia dell’area in questione, sia nel territorio di competenza della Regione del Veneto, sia in quello di competenza alla Provincia di Trento, quest’ultimo classificato con grado di pericolosità idrogeologico elevato, con fenomeni franosi già evidenti".

 

Le analisi e le valutazioni contenute "all’interno del Docfap non forniscono alcuna garanzia rispetto alla assoluta sicurezza della diga. Inoltre, si evidenzia come la Regione Veneto, dovendo garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio, afferma l’inconsistenza del rischio zero per la diga del Vanoi. Da tutto questo si evince l’esplicita contrarietà, da parte dei i tecnici della nostra Regione, al progetto. Quindi, alla luce di questa contrarietà, ritengo che sia giunto il momento di porre fine al valzer di dichiarazioni contrastanti a riguardo all'opera: Zaia venga in Consiglio regionale a suggellare il 'No' al progetto, di fronte a quei consiglieri della sua stessa maggioranza che sono i reali sponsor politici di questa diga".

 

Si chiede di fermare il progetto. "Ma al presidente mi rivolgo con un ulteriore invito, quello a partecipare alla manifestazione, organizzata dal Comitato di cittadini che si oppongono alla costruzione della diga sul Vanoi, prevista per sabato 5 ottobre a Lamon. I cittadini si aspettano che il presidente della loro Regione manifesti al loro fianco: Zaia e la sua maggioranza non ignorino il grido di allarme dei cittadini", conclude Masolo.

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