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Attualità

Guarda 'interroga' Zaia sulla pista da bob e la gestione economica con i fondi di confine: ''Qui perequazione e solidarietà non esistono''

Il budello per restare in attività dopo le Olimpiadi costerà circa 1,5milioni di euro e dall'intesa pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto è emerso chiaramente che dal 2027 al 2046 saranno proprio le risorse di Trento e Bolzano date per i comuni confinanti a sostenere le spese

di
Luca Pianesi
24 maggio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

''Impegnare ingenti risorse del Fondo Comuni Confinanti per garantire per i prossimi vent’anni una continuità di utilizzo della pista da bob Eugenio Monti è un’operazione che devia palesemente dalle finalità per le quali il Fondo è stato istituito. Le risorse del Fondo, per espressa previsione di legge, infatti devono porsi l’obiettivo di garantire perequazione e solidarietà.  Ma che perequazione e solidarietà può mai avere un’operazione del genere che comprende la realizzazione di una pista a bob destinata, dopo le Olimpiadi del 2026, ad essere utilizzata solo da pochissimi atleti?”. Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde e candidata nella circoscrizione Nord-Est alle prossime europee ha depositato oggi un'interrogazione rivolta al presidente del Veneto, Luca Zaia, per avere numi sull'ormai sempre più imbarazzante vicenda della pista da bob di Cortina.

 

Una struttura che sta generando problemi su problemi, ultimo della lista quello sui futuri costi di gestione del budello che per restare in attività richiederà più di 1 milione di euro (si parla di 1,5milioni di euro all'anno ma, come in quasi tutto in questa storia, cifre e dati sono alquanto fumosi). Nelle scorse ore è emerso in maniera chiara ed evidente che tali costi saranno sostenuti con i fondi dei comuni confinanti. A stabilirlo ci sarebbe l'intesa pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto. L'impegno, contenuto dal documento, andrebbe a "sostenere, per gli esercizi compresi fra il 2027 ed il 2046, un importo annuo [...] per garantire la continuità dell'utilizzo sportivo dell'impianto recuperato, destinando apposite risorse nell'ambito del Fondo Comuni confinanti, di cui all'articolo 2, commi 117 e 117 bis, della Legge n. 191 del 23 dicembre 2009, secondo le modalità previste per la relativa gestione". 

 

Eppure a il Dolomiti colui che li gestisce quei fondi, il delegato nel Comitato paritetico Dario Bond, nessuno lo avrebbe mai consultato prima e addirittura tutto ciò non sarebbe nemmeno a norma di legge: ''L'intervento riguarda spese di manutenzione, quindi quelle correnti che richiedono una pronta disponibilità di cassa. Ma il meccanismo del Fondo è un altro e questa misura è pensata per le spese di investimentoUn cambio che richiede la modifica della legge in Parlamento''. A sostenere quelle spese, dunque, indirettamente saranno Trento e Bolzano (in realtà con delle risorse che già cedono al fondo che oggi dovrebbe servire a realizzare opere per la comunità, a garantire servizi e a migliorare la vita di chi abita a ridosso delle due province autonome). 

 

Nel 2022 Cristina Guarda aveva denunciato l’utilizzo improprio del Fondo Comuni sollevando la questione nel consiglio provinciale di Bolzano e chiedendo spiegazione sulla lettera di impegno firmata da Zaia e dal rappresentante della provincia autonoma. Se la Regione Veneto non avesse omesso, per tutti questi anni, di fornire informazioni sulle strategia da adottare per il dopo olimpiadi, la questione sarebbe già risolta. “Per questo motivo ho presenta un atto ispettivo alla Regione per fare chiarezza su questi aspetti e chiedere che siano rispettate le finalità del Fondo dei comuni confinanti. Se è stato fatto un errore di valutazione sulla sostenibilità della pista da bob non è giusto che ne paghino le spese tutti i confini i Comuni delle aree confinanti” ha sottolineato la consigliera Guarda che conclude: “Se è vero che il Presidente del Comitato paritetico del Fondo non è stato mai neppure consultato sul contenuto della delibera, questo dimostra ancora una volta che Zaia è il più centralista dei centralisti. Altro che autonomista convinto”.

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