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"Tutto iniziò nel 1898. I paesani portavano legna in cambio di pagnotte", storia del panificio 'Da Vià' dalla Grande Guerra (''lo stop per andare sul Carso'') ai nostri giorni

A raccontare la storia del 'Panificio Pasticceria Da Vià' è Paolo, pronipote del fondatore Francesco e attuale amministratore dell'azienda: "Il primo grande passo avvenne nel secondo dopoguerra, soprattutto negli anni Cinquanta quando prese il via l'attività di pasticceria e di bar, per intercettare un nuovo mercato"

Di Federico Oselini - 14 febbraio 2025 - 18:21

DOMEGGE DI CADORE. Un percorso d'impresa lungo quasi 130 anni, più precisamente 127, che affonda le radici a fine Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri e che lega una famiglia attraverso più generazioni: può essere descritta così, essenzialmente, la storia del Panificio Pasticceria Da Vià di Domegge di Cadore.

 

Nato nel 1898 come semplice forno, nei decenni l'attività si è sviluppata, accompagnando letteralmente la grande storia che le ruotava attorno, diventando negli anni un punto di riferimento per la comunità, e oggi anche per i numerosi turisti di passaggio, con i suoi prodotti da forno, che spaziano da oltre 30 tipi di pane ai dolci artigianali, dalla biscotteria da tè alla pasticceria fresca, il tutto prodotto “con materie prime selezionate e di alta qualità, nel rispetto della tradizione”.

 

A ripercorrere la storia dell'attività di Famiglia è Paolo Da Vià, pronipote del fondatore Francesco e oggi amministratore dell'azienda di famiglia. “La nostra storia inizia precisamente il 12 aprile del 1898 quando Francesco Da Vià, il mio bisnonno, assieme alla moglie Marietta fondò la ditta in piazza Martini 7 a Domegge di Cadore. Al piano terra – racconta Paolo Da Vià – c'era il negozio e nel seminterrato il forno dove si produceva il pane”.

 

Dopo i primi anni di attività Abramo, uno dei sei figli della coppia, inizia a maturare esperienza nel settore per poi, come viene sottolineato da Paolo Da Vià, affiancarsi ai genitori nell'attività di famiglia. “Abramo a 12 anni trovò lavoro al Grand Hotel di Misurina – spiega – e in seguito alla sua chiusura tornò a lavorare nel forno di famiglia, affiancandosi prima ai genitori con l'aiuto di un altro panettiere ex dipendente dell'hotel, e prendendo poi le redini del forno”.

 

Nei primi anni del Novecento, viene sottolineato, l'attività era un punto di riferimento per il paese e l'attrezzatura era molto più semplice di quanto ci si può aspettare: “C'era un forno a legna e una gramola, la macchina per omogeneizzare l'impasto, e Abramo poté contare inoltre sulla collaborazione di molti paesani, i quali erano soliti portare delle fascine di legna per il forno in cambio di qualche pagnotta”.

 

Siamo negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, che inesorabile bussa alla porta anche di Abramo Da Vià e della sua famiglia. “Fu infatti chiamato alle armi – spiega Paolo Da Vià – assieme ai suoi fratelli e andò a Combattere sul Carso, dovendo necessariamente chiudere il forno fino alla fine del conflitto. L'attività riaprì i battenti nel 1918, trasformandosi in una società, con Abramo, affiancato alla moglie Antonietta Fiori e al fratello Gaetano, che portò avanti con grandi sacrifici il forno per molti anni”.

 

A dare il contributo al buon andamento dell'azienda di famiglia sono anche i cinque figli di Abramo e Antonia, che si affiancano ai genitori nel lavoro che nei vent'anni successivi cresce sempre più, non interrompendosi neppure allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

 

“Il grande passo però avvenne nel secondo dopoguerra, soprattutto negli anni Cinquanta – prosegue nel racconto Da Vià – quando, complice anche il boom economico, venne avviata l'attività di pasticceria e di bar, anche per intercettare un nuovo mercato”.

 

Nel 1966 c'è un ulteriore passaggio di testimone: dopo la morte di Abramo, a prendere le redini dell'azienda di famiglia sono i suoi figli Francesco (il padre di Paolo, ndr), Anna, Angelo e Arrigo e nel 1968 viene costruito un nuovo stabile adibito a panificio, con l'attività che cresce arrivando a rifornire i negozi di alimentari di tutto il territorio provinciale. “Con questo passaggio le due produzioni vennero distinte in modo definitivo – osserva Da Vià – e vennero inoltre assunti 15 dipendenti”.

 

Di lì in poi il consolidamento e la crescita dell'attività sono costanti, “con un continuo adeguamento ai progressi tecnologici che hanno permesso di migliorare sempre più la qualità del lavoro” e un altro passo decisivo è l'ampliamento, alla fine degli anni Ottanta, dell'attuale punto vendita che viene predisposto “per incrementare ulteriormente la vendita dei prodotti di nostra produzione”.

 

Il racconto di Paolo Da Vià – che spiega come il suo ingresso effettivo nell'organico dell'attività sia avvenuto nel 1984 – corre veloce lungo gli anni che portano all'oggi e in cui anche il laboratorio “si è sviluppato seguendo le nuove tecnologie in modo da produrre una grande varietà di prodotti sempre al passo con i tempi”

 

“Oggi la nostra attività si divide tra la vendita all'ingrosso, attraverso la quale riforniamo i supermercati di tutta la provincia – spiega Paolo Da Viàe quella al dettaglio nel punto vendita nella sede 'storica' di Domegge che è panificio, pasticceria e caffetteria. Nel tempo si è trasformato in una tappa fissa per i cittadini ma anche per i molti turisti che frequentano la montagna, e anche per questo motivo abbiamo sviluppato i locali anche con una nuova veranda bioclimatica, in modo da garantire la migliore accoglienza”.

 

E a richiamare i numerosi avventori, sottolinea Paolo Da Vià con un pizzico d'orgoglio, è proprio la qualità dei prodotti proposti e il modo di lavorare tramandato di generazione in generazione. “Molti ci conoscono per il nostro strudel, la cui ricetta è leggermente diversa da quella altoatesina – specifica il titolare – venendo inoltre declinata in varie versioni a seconda dei periodi dell'anno, ma anche per il fatto che cerchiamo di seguire la tradizione dolciaria legata alle ricorrenze proponendo ad esempio i crostoli e le frittelle o la ciambella di San Giorgio, a cui si aggiungono i panettoni e le colombe. Il tutto con una particolare attenzione anche al confezionamento, in modo che tutto si possa trasformare anche in un regalo”.

 

Un ultimo sguardo, dopo aver percorso 127 anni di storia e aneddoti, Paolo Da Via lo lancia al futuro. “L'obiettivo naturalmente è quello di continuare sempre a curare la qualità dei nostri prodotti rigorosamente artigianali – conclude – associandola alla scelta di materie prime di prima qualità e naturalmente alla volontà di garantire a chi continua a sceglierci la miglior accoglienza possibile”.

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