Premiata "Fep", la nuova startup di UniTrento per combattere le "prossime pandemie" grazie all'innovativo sistema di analisi delle acque reflue
La startup di UniTrento punta su un innovativo sistema di sorveglianza microbiologica basato sull’analisi delle acque reflue, per prevenire e contrastare future emergenze sanitarie
TRENTO. In questi giorni è stata presentata Fep (Finding Emerging Pathogens), una nuova startup dell'Università di Trento che si dedica alla lotta contro la resistenza agli antibiotici e al monitoraggio delle patologie virali.
L'iniziativa è parte del Consorzio iNEST (Ecosistema dell'Innovazione del Nord-Est Interconnesso) e ha ricevuto un finanziamento dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per 4 milioni di euro.
La startup è stata selezionata tra oltre 100 progetti innovativi provenienti da atenei e centri di ricerca triveneti, in un percorso di accelerazione che ha portato alla nascita di realtà imprenditoriali pronte a entrare sul mercato.
Fep, cofondata da Francesca Cutrupi, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata (Dip. Cibio) dell’Università di Trento, si basa su un metodo innovativo per il monitoraggio dei patogeni attraverso l'analisi delle acque reflue.
La startup offre un servizio completo che include il campionamento, l'estrazione del materiale genetico e l'identificazione dei patogeni, che vengono poi elaborati per definire soglie di rischio e supportare i clienti nella gestione delle minacce microbiologiche. Questo metodo non mirato consente l'individuazione di patogeni inattesi, rendendo più efficace il rilevamento precoce.
Dopo il programma di accelerazione di iNEST, per Fep si apre ora la fase di raccolta fondi, con l’obiettivo di lanciare il proprio servizio di sorveglianza sanitaria sul mercato, un passo importante per affrontare la “pandemia silenziosa” dei batteri resistenti e monitorare patologie virali emergenti.