“Alloggi, strutture, internazionalità”. II rettore Deflorian fa il punto sull’Ateneo: "I rapporti con la Pat? Alti e bassi, ma è un momento di collaborazione proficua”
Oggi in città giornata di festa per l’Università di Trento: la cerimonia per i neolaureati in Piazza Fiera celebra il legame tra città e ateneo, mentre il rettore Flavio Deflorian fa il punto tra i traguardi raggiunti e le sfide future
TRENTO. Per l’Università di Trento è un giorno di festa, con gli oltre 500 neo laureati celebrati con una lunga cerimonia in piazza Fiera; ma il rettore dell’Ateneo Flavio Deflorian non si sottrae a una visione più ampia e complessiva sullo stato dell’arte di UniTrento.
Un’eccellenza nazionale e internazionale che di fronte a nuove sfide vuole rimanere al passo coi tempi per confermarsi come una delle realtà di spicco nel panorama delle università italiane e un importante “player” nel campo della ricerca e degli studi accademici.
NUMERI E IMMATRICOLAZIONI.
Nonostante il forte calo demografico, problema che peraltro in Italia è destinato a rimanere tale per parecchi anni a venire, l’Ateneo trentino continua ad attrarre un numero stabile di nuovi iscritti: anzi, il totale è in leggero aumento visto che per il nuovo anno accademico si sfiorano i 17.000 studenti, qualche centinaio in più rispetto al 2023-24.
“Sì, i dati demografici italiani non sono favorevoli – commenta Deflorian -, ma i numeri degli immatricolati sono buoni e soprattutto contiamo che chi comincia possa concludere il suo percorso accademico. Le nuove tendenze? Certi settori come informatica e psicologia hanno visto un trend particolarmente positivo, nel post pandemia sono probabilmente i campi in cui si è registrata la crescita di interesse più marcata”.
LE NUOVE SFIDE.
“Con la Provincia ci sono storicamente ‘alti e bassi’, ma oggi viviamo una fase positiva”, ha sottolineato Deflofian. Insomma, si vive un momento di relativa armonia nelle relazioni tra l’Ateneo e l’amministrazione provinciale: “Siamo riusciti a risolvere questioni rilevanti come il bilancio e a ottenere risorse fondamentali per il personale docente della Scuola di Medicina, ma resta la sfida della pianificazione edilizia, indispensabile per una didattica all’altezza delle nostre ambizioni”.
L’AMPIO TEMA DELL’EDILIZIA.
Per l’Ateneo in effetti il tema dell’edilizia è cruciale per due aspetti: quello legato gli alloggi e ai servizi agli studenti; e quello delle strutture dell’Università, in sostanza le aule delle lezioni e le strutture di ricerca.
“Per gli studenti fuori sede, che rappresentano la gran parte dei nostri iscritti, l’accesso a un alloggio adeguato è un requisito essenziale per la loro esperienza universitaria. Stiamo lavorando con impegno per aumentare la disponibilità di posti nei vari studentati e per incrementare l’offerta con altri ampliamenti: impegni importanti ma che sappiamo non essere ancora sufficienti, ecco perché spingeremo anche per collaborazioni con privati per cercare di rendere meno gravoso il problema”.
“Carenza di spazi per le attività didattiche? Sì, in effetti riscontriamo difficoltà a trovare aule sufficienti per tutte le attività: stiamo ottimizzando al massimo gli spazi a nostra disposizione, ma questo non può durare a lungo; serve un piano edilizio con il supporto della Provincia, e siamo al lavoro per pensare a nuovi spazi e a un ammodernamento di strutture esistenti. Nel 2024 non si può tenere in secondo piano il livello di infrastrutture e di luoghi di ricerca di alto livello come quelli che abbiamo”.
IL LEGAME CON LA CITTA’.
La cerimonia in Piazza Fiera è l’occasione perfetta per ribadire la forte integrazione tra Università e città. “Vogliamo che questo sia un momento aperto alla cittadinanza e che rappresenti anche un simbolo del legame forte tra Università e città”, ha concluso Deflorian. “Non è un caso che questo tipo di celebrazioni siano sempre state ospitate da luoghi simbolo di Trento come piazza Duomo e piazza Fiera. Siamo orgogliosi di rappresentare questa città e di esserne parte integrante”.
Quindi il discorso ai 563 neodottori e neodottoresse in piazza: "La laurea – ha ricordato il rettore Flavio Deflorian – segna la conclusione di un percorso intenso e impegnativo, fatto di lezioni, studio, esami, sacrifici e successi. Avete incontrato ostacoli, grandi e piccoli, e li avete superati. Avete commesso errori, ma avete saputo trasformarli in occasioni di apprendimento. Non so dove vi porterà il vostro domani – ha proseguito Deflorian – ma so per certo che vi sentirete a casa ovunque andrete, in Italia, in Europa, in tutto il mondo. Lo posso affermare perché l’Università vi ha preparato a pensare con una prospettiva globale e internazionale. Vi ha insegnato che la cultura non conosce barriere e ha il potere straordinario di superare ogni confine che l’essere umano tenta di tracciare o circoscrivere".
Il rettore ha poi ricordato gli strumenti messi a disposizione dall’Università di Trento per chi vuole fare esperienze e costruire relazioni che vadano oltre i confini nazionali: i programmi di mobilità internazionale per studenti – Erasmus+, doppia laurea e accordi bilaterali – la collaborazione con oltre 650 atenei in tutto il mondo, il consorzio Eciu, al cui interno si testa un approccio formativo nuovo e flessibile. "Spero che tutto ciò – ha concluso il rettore – vi abbia trasmesso il senso di appartenenza a una comunità senza confini, unita dal valore della cultura e impegnata a promuovere il progresso della conoscenza in ogni ambito disciplinare. Perché l’Università non è un edificio, un luogo fisico, ma una comunità di persone che supera le barriere simboliche, linguistiche e ideologiche. Un luogo dove incontrarsi fisicamente, faccia a faccia, non schermati e a distanza, dietro a un computer o a un telefono".