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Croce di 18 metri sul Baldo: ''Progetto da fermare e la cittadinanza dovrebbe esprimersi su un piano che prevede soldi pubblici a favore di un privato''

Un'idea che fin da subito ha sollevato diverse critiche. Il progetto sarebbe quello di issare sul Baldo una croce alta 18 metri dedicata a Papa Giovanni Paolo II che il Comune di Malcesine. Un piano che viene valutato dalla Regione Veneto, favorevoli la Curia di Verona e il Vaticano, tutto il fronte degli ambientalisti è contrario

Di Luca Andreazza - 18 marzo 2021 - 21:55

TRENTO. "Un gioiello della nostra regione rischia di essere travolto da un progetto che non rispetta la fragilità e le peculiarità di quel luogo". Così Cristina Guarda, consigliera regionale del Veneto in quota Europa Verde, che prende posizione sulla proposta di posizionare una croce astile di 18 metri sul Monte Baldo sul versante veronese. 

 

Un'idea che fin da subito ha sollevato diverse critiche. Il progetto sarebbe quello di issare sul Baldo una croce alta 18 metri dedicata a Papa Giovanni Paolo II che il Comune di Malcesine. Un piano che viene valutato dalla Regione Veneto, favorevoli la Curia di Verona e il Vaticano, mentre tutto il fronte degli ambientalisti con alla guida Sat e Cai, ma anche Wwf e Italia Nostra, è totalmente contrario.

 

Una vicenda che è arrivata anche in piazza Dante con Paolo Zanella (Futura), il quale ha chiesto se la Provincia intende interloquire con il Veneto in merito a questo progetto (Qui articolo). La croce astile sarebbe la più alta del mondo, ben 18 metri di altezza con un diametro di 1,5 metri, realizzata dall’artista Andrea Trisciuzzi in onore del Papa. L'opera è costituita da 6 pezzi in resina bronzata, commissionata direttamente dal pontefice per rendere omaggio a Roma. Alla fine poi non si fece nulla e la grande croce è stata dimenticata.

 

L'opera è tornata a far parlare quando Mirko Zanini, presidente veronese dell’associazione “Totus tuus” decise di acquistarla con l'intenzione di erigerla sul Baldo, già nel 2017. Un'idea accantonata a favore di Cortina d'Ampezzo, progetto poi bloccato per la fortissima contrarietà nell'area. Da qui si è ritornati all'ipotesi Baldo nell'area di Tratto Spino nelle vicinanze della stazione di arrivo della funivia e della chiesetta Madonna delle nevi. I costi per il Comune di Malcesine non dovrebbero superare i 100 mila euro. 

 

Ma anche in Veneto, non tutti sarebbero convinti da questo piano. "Non posso che sostenere la richiesta avanzata da cittadini e associazioni che chiedono all’amministrazione di Malcesine di fermare questo progetto, che non prevede solo l’installazione di un’opera visivamente troppo imponente - dice Guarda - ma anche la creazione di una serie di servizi che andrebbero a impattare un ambiente protetto e integro come l’ecosistema del Monte Baldo. Ritengo inoltre che la cittadinanza dovrebbe esprimersi sulla realizzazione di un progetto che prevede l’investimento di soldi pubblici per finanziare una iniziativa a favore di un privato, con la scusa di portare frotte di turisti in un’area che dovremmo invece salvaguardare per la sua unicità e per la sua bellezza".

 

L'iter autorizzativo per installare sul Baldo la tanto discussa croce astile per ora sembra ferma. La Regione, in merito all'istanza del Comune di Malcesine di autorizzazione al mutamento di destinazione di un terreno di uso civico di 625 metri quadrati vicino a Tratto Spino ha richiesto all’ente comunale per chiedere di precisare "l'interesse pubblico perseguito". Un iter che prevede diversi passaggi, soprattutto in caso di previsione di ulteriori servizi per una maggiore fruizione dell'opera.

 

"Alla luce delle osservazioni poste da alcune associazioni venete e trentine, prendendo atto inoltre del successo che la petizione promossa da alcuni consiglieri comunali di Malcesine sta riscuotendo, ho chiesto, mediante interrogazione, alla Giunta regionale quali determinazioni intenda assumere la Regione del Veneto rispetto all’iter autorizzatorio di questo progetto, e se queste terranno effettivamente conto dell’interesse pubblico e della tutela dell’ambiente. L'aspetto spirituale e devozionale dell'opera trova la mia comprensione, ma ritengo che debbano ritenersi prioritari il rispetto e la tutela del creato", conclude Guarda.

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