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Coronavirus, Benetollo invita i volontari della sanità a fare il vaccino e Ferro li blocca. Demagri: ''Trattati come sanitari di serie B''. Coppola: ''Così si crea sfiducia''

Addirittura erano già stati previsti il numero di vaccini che sarebbero stati destinati a Croce Rossa, Croce Bianca e altre associazioni del trasporto anche di pazienti Covid (328) e la data (il 16 gennaio). Il 4 il direttore dell'Apss scriveva che ''è con grande piacere che vi informo che a breve saranno organizzate le sedute vaccinali per tutti voi''. Il 12 gennaio è arrivata, però, la mail di Ferro: ''la vaccinazione del personale della Croce Rossa, dovrà essere posticipata ed effettuata appena avremo certezza del numero di dosi disponibili''. Depositate due interrogazioni in Aula

Di Luca Pianesi - 14 gennaio 2021 - 12:32

TRENTO. E pensare che era già stato predisposto tutto: ''Alla Federazione sono stati assegnati 328 vaccini che saranno integrati nelle prossime settimane fino indicativamente a circa 500''. E poi ancora: ''Le vaccinazioni per il personale della federazione inizieranno sabato 16 gennaio ad ore 14 e proseguiranno con un calendario già concordato per un totale di 41 turni (slot) di 8 vaccinazioni in simultanea''.

 

E pensare che il 4 gennaio era il direttore generale dell'Apss Pierpaolo Benetollo a invitare il mondo dei volontari sociosanitari e quindi Croce Rossa, Croce Bianca, Stella d'Oro, Trasporto Infermi che da mesi sono in prima linea soprattutto per il trasporto di pazienti Covid, a fare le pratiche per prendere parte all'imminente campagna vaccinale. ''Partire dagli operatori del servizio sanitario - scriveva - ha un duplice significato positivo: tutela la salute nostra e delle nostre famiglie, messa tanto a rischio in questo anno, consentendo di lavorare in maniera più serena; inoltre, rappresenta la grande opportunità di essere da esempio per tutta la popolazione, che potrà aderire con maggiore tranquillità al vaccino nel momento in cui sarà chiamata a farlo. In questo contesto sono compresi anche tutti i volontari del soccorso che operano insieme ai professionisti nel fronteggiare la pandemia ed è con grande piacere che vi informo che con il supporto di Croce Rossa a breve saranno organizzate le sedute vaccinali per tutti voi''.

 

Insomma, tutto pronto e tutti pronti. I volontari che, come chiesto loro da Benetollo, non vedevano l'ora di fare la loro parte e di mettere in sicurezza la propria salute e quella delle loro famiglie aderendo alla campagna vaccinale. Poi, però, a 4 giorni dal via già fissato con tanto di documenti inviati ai volontari da compilare e calendario fissato con suddivisione per territorio e associazione (si veda qui sotto) è arrivata la retromarcia dell'Apss. Questa volta, però, non è stato Benetollo a esporsi, dopo aver fatto la più classica “Annunciazione Annunciazione!”. E' dovuto intervenire il direttore sanitario dell'Apss Antonio Ferro che il 12 gennaio ha scritto che ''la vaccinazione del personale della Croce Rossa, dovrà essere posticipata ed effettuata appena avremo certezza del numero di dosi disponibili per il Trentino e secondo le priorità definite dalla task force presidenziale''.

 

 

Della questione ha parlato ieri il Dolomiti (QUI ARTICOLO) e sono subito state depositate due interrogazioni in consiglio provinciale. Lucia Coppola dei Verdi nel suo documento ha specificato che ''coloro che intendevano sottoporsi alla vaccinazione dovevano segnalarne l’intenzione tramite una mail entro il 7 gennaio. Nell'invito era riportato che non vi era un limite al numero di operatori che potevano aderire. Chi aveva aderito sarebbe stato contattato dall'ufficio vaccini telefonicamente. Il sette gennaio sono stati comunicati alla Croce Rossa i nominativi di chi aveva aderito alla vaccinazione. Il dieci gennaio la Croce Rossa ha contattato gli aderenti fissando la data dell'appuntamento alla settimana successiva''. E ha concluso chiedendo a Fugatti se sia conscio o meno del fatto che ''episodi di questo genere creino un clima di grande sfiducia della popolazione nel sistema sanitario'' e ancora ''come sia possibile'' quanto accaduto e se non lo ritenga ''assai grave considerato che ogni giorno queste persone entrano in contatto con malati, anche Covid, portando loro soccorso''.

 

Paola Demagri del Patt, invece, cui si erano rivolti i volontari già negli scorsi giorni ha chiesto a Fugatti ''come mai è stata sospesa la campagna vaccinale per i volontari sanitari e tutte le associazioni della Federazione volontariato sociosanitari del Trentino'' e ''se i volontari sanitari sono considerati a rischio per l’esposizione al coronavirus Covid-19''. Ha anche chiesto ''quando verrà ripresa la campagna di vaccini anche per i volontari sanitari delle associazioni del Trentino'' aggiungendo che ''da subito le persone coinvolte si sono sentite maltrattate da un sistema che prima li ha coinvolti per poi scaricarli senza fornire spiegazione. E’ legittimo chiedersi come mai si sia arrivati a questa scelta, se per un problema nella fornitura delle dosi (anche se immaginiamo che la quantità fosse stata comunicata con anticipo dal fornitore) o se invece c’è stata da parte dei preposti troppa frettolosità, mancanza di coordinamento o una scarsa pianificazione della campagna vaccinale''.

 

''C’è a nostro avviso - conclude Demagri nel documento firmato anche dagli altri consiglieri del Patt che siedono in Aula, Ugo Rossi e Michele Dallapiccola - una mancanza di rispetto nei confronti delle associazioni e del lavoro che hanno svolto in questi mesi contro il dilagare della pandemia, ma anche del lavoro degli ultimi giorni per preparare la documentazione da produrre che a questo punto risulta inutile. E’ spiacevole osservare che queste persone anziché sentirsi tutelati dall’Azienda e considerati importanti nel sistema sanitario trentino vengano scaricati come sanitari di serie b, chiamati a rispondere quando il sistema ne ha bisogno ma abbandonati quando invece dovrebbero essere tutelati assieme alle proprie famiglie per un servizio che svolgono con passione e in forma totalmente gratuita''.  

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