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Altrove si mandano le lettere a casa in Trentino gli ultra 80enni costretti alla ressa online per ''giocarsi'' il vaccino. I pensionati: ''Scelta incomprensibile''

Sono stati messi a disposizione 2.500 posti e si è detto ''chi prima arriva meglio alloggia'' e così il sito di prenotazione è rimasto bloccato per buona parte della giornata e il numero verde per le informazione è risultato quasi sempre occupato. I sindacati di categoria: ''Così si rischia di creare confusione, ma anche inefficienze che possono avere conseguenze pesanti tra le persone ammalate e grandi anziani''

Di Luca Pianesi - 01 febbraio 2021 - 18:58

TRENTO. A una signora di 86 anni è stato risposto che doveva registrarsi online quando lei il computer nemmeno lo ha. Altri ci hanno provato ma senza successo perché per svariate ore (anche adesso alle 18.30 oltre a questo pomeriggio QUI ARTICOLO) il sito del Cup non funzionava e anche quando era possibile accedere la procedura troppo spesso terminava con la scritta ''Errore'' (dopo aver assistito ad interminabili ''giri'' di rotelle per caricamenti di pagine che si sperava si concludessero con un ''hai vinto'' o ''sei salvo'' o giù di lì).

 

E' partita zoppicante la campagna vaccinale per gli over 80 in Trentino. La ragione era anche piuttosto semplice da intuire prima ancora di dare avvio a questa corsa ad accaparrarsi lo spazio per essere inseriti nella ''lista''. Affidare all'online, a codici e codicini, a password, a numeri di tessere e compagnie cantanti la possibilità di prenotarsi per degli ultra 80enni è parso un irrazionale controsenso. Quella di oggi si è trasformata in una giornata di profondo stress per molti anziani e per i loro familiari che, giocoforza, hanno dovuto aiutare i loro genitori o nonni a inserirsi nella lista dei fortunati del ''chi prima arriva meglio alloggia'' anzi, peggio, questa volta è del ''chi prima arriva prima si salva la vita''.

 

Altrove, come in Liguria, si è evitata la fretta da comunicato, la fretta del ''vedete noi siamo già partiti'', e il governatore Toti ha spiegato chiaramente che la vaccinazione per gli over 80 comincerà con una lettera a casa. Il presidente della Regione, supportato dai Dipartimenti di Igiene delle Asl, ha chiarito che la "vecchia" comunicazione cartacea resta la più efficace con un'utenza anziana, così come hanno dimostrato le adesioni alle recenti campagne vaccinali per l'antinfluenzale e di screening. A quel punto gli anziani che le riceveranno dovranno telefonare al numero indicato nella lettera per prenotare il proprio vaccino o contattare il Cup.

 

In Trentino si è scelto di vaccinare, al momento, evidentemente, solo gli anziani più smart o quelli con familiari vicini e pazienti e così per i 2.500 posti messi a disposizione si è scatenata una corsa alla prenotazione che ha fatto cadere il sito del Cup e ha trasformato il numero verde per le informazioni in una linea da sempre occupato. E il risultato sono state solo 1.000 prenotazioni tra la mattina e il pomeriggio, certamente il massimo possibile con una pagina web perennemente non raggiungibile.

 

''Non comprendiamo la ratio di un’organizzazione che scarica sull’anziano tutti gli adempimenti per prenotare gli appuntamenti e ricevere concretamente la vaccinazione - comunicano i sindacati pensionati con i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati, Ruggero Purin, Tamara Limbiase e Claudio Luchino -. Dire che questa settimana ci saranno 2.500 posti e che i posti disponibili nelle prossime settimane saranno resi noti con l’apertura delle liste sulla base della disponibilità di dosi rischia di creare confusione, ma anche inefficienze che possono avere conseguenze pesanti tra le persone ammalate e grandi anziani. Crediamo al contrario che sia indispensabile pensare ad un sistema di chiamata gestito a monte dall’Azienda sanitaria, in collaborazione con i medici di base. Solo in questo modo si potrà dare priorità ai soggetti più fragili e in situazioni di criticità anche tra gli ultraottantenni''.

 

''Ci rendiamo conto - concludono i sindacati - che la fornitura vaccinale non dipende dalla Provincia di Trento, ma proprio per l’incertezza generale sui quantitativi che verranno forniti è opportuno che sia garantita una presa in carico dell’anziano, dall’appuntamento alla somministrazione delle due dosi necessarie a garantire l’immunità dal coronavirus”.

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