"Uomini e donne, siamo tutti pronti a combattere. In Ucraina non si parla che di guerra, per la Russia noi 'non esistiamo' e la paura è un'invasione su larga scala"
La crisi in Ucraina è precipitata dopo la decisione del presidente russo Vladimir Putin di riconoscere le due sedicenti Repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk: a spiegare al Dolomiti la situazione attuale nel Paese è Sasha, che in questo momento si trova nella zona occidentale dell'Ucraina, quella più lontana dal confine russo
TRENTO. “Negli ultimi 8 anni sono arrivate in continuazione notizie di scontri e morti dal confine orientale: per noi la guerra non è una novità, ma in queste ore la paura è che la Russia voglia portare avanti un'invasione su larga scala del nostro Paese”. Una paura, spiega a il Dolomiti Sasha, giovane ucraino che vive nella zona più occidentale (e sicura) del Paese, ha portato nelle ultime ore molti tra i suoi amici e conoscenti che vivono nelle aree più a est (e quindi più vicine al confine russo) a chiedergli ospitalità per i loro famigliari.
“Qualcuno mi ha chiamato addirittura da Kiev – precisa lui – cercando un appoggio per poter lasciare la sua casa. C'è uno stazionamento di truppe e mezzi troppo grande, siamo spaventati”. L'emergenza non è insomma circoscritta all'area del Donbas dove, riporta il Guardian, nelle ultime ventiquattro ore un altro soldato ucraino è stato ucciso e sei sono rimasti feriti in bombardamenti delle forze separatiste, ma “anche dalle zone centrali del Paese le persone stanno cercando di spostarsi verso Ovest” dice Sasha.
“Ogni mattina ci svegliamo, prendiamo in mano gli smartphone e leggiamo cos'è successo nella notte – racconta il giovane ucraino – in Ucraina in questo momento non si parla che di guerra, nessuno si sta concentrando sul suo lavoro, sulla sua vita. Sono stato a Kiev qualche giorno fa e anche nella capitale la situazione ad un primo sguardo può sembrare normale: la gente continua ad uscire e camminare per strada, ma il pensiero unico in questo momento rimane la guerra”. La prospettiva del conflitto spaventa certo, spiega Sasha, ma senza piegare la volontà degli ucraini: “Qui siamo tutti pronti a combattere, donne comprese”. Proprio nelle ultime ore il Parlamento ucraino ha dato il via libera ai cittadini per il possesso di armi da fuoco per autodifesa.
Alle tensioni per i continui scontri sul confine orientale si sono poi aggiunte le parole pronunciate pochi giorni fa da Vladimir Putin, che ha sottolineato come l'Ucraina non sia un “Paese” vero e proprio, ma piuttosto “parte della storia russa” (Qui Articolo). “Noi siamo ucraini – ribatte Sasha – abbiamo il nostro Paese, il nostro governo, il nostro Parlamento. Sentire certe cose non può che scatenare la rabbia di tutti gli ucraini”. Dopo la mossa di Putin le forze occidentali hanno già annunciato l'arrivo di sanzioni, ma in Ucraina al momento il pensiero della popolazione è rivolto ad altro.
“Qualcuno diceva che le sanzioni sarebbero dovute arrivare prima – conclude Sasha – ma a parer mio la cosa più importante è che i russi capiscano che siamo qui per resistere e per combattere il nostro nemico se sarà necessario. Ovviamente nessuno vuole la guerra in Ucraina ma per Putin noi 'non esistiamo', quindi cosa ci resta da fare?”.