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L'avanzata russa sull'Ucraina, scontri a Kiev. Il premier Draghi: ''Sono i giorni più bui della storia europea". Allarme dalle imprese e dall'agricoltura

Dal caro-prezzi alla mancanza di materie prime, il mondo economico italiano è in allarme mentre alle porte di Kiev proseguono gli scontri tra le forze ucraine e quelle russe. La battaglia è a meno di 10 chilometri di distanza dalla sede del Parlamento ucraino

Di G.Fin - 25 febbraio 2022 - 11:52

TRENTO. “Reduci da due anni di pandemia, le nostre piccole e medie aziende stanno combattendo da mesi con il caro-prezzi e la mancanza di materie prime. Queste ulteriori impennate rischiano di mettere in ginocchio le imprese”. Sono parole di preoccupazione quelle che arrivano dal presidente di Cna Trentino Alto Adige, Claudio Corrarati. Una preoccupazione che viene espressa anche dal mondo agricolo attraverso Coldiretti che denuncia un caro concimi con aumenti fino al 170% che pesano sulla filiera agroalimentare.

 

L’attacco dell’Ucraina da parte della Russia sta provocando un terremoto sull’economia globale che preoccupa diversi settori del mondo economico da quello dell'industria a quello importante dell'agricoltura e non solo. Se da una parte nei giorni scorsi gli autotrasportatori si sono dimostrati già sul piede di guerra per il costo del carburante in continuo aumento dall’altra si guarda con grande attenzione all’evolversi della situazione energetica.

 

La situazione, infatti, fa prefigurare un’ulteriore accelerazione dell’inflazione, già giunta ai massimi livelli a Bolzano e Trento.

 

LA SITUAZIONE IN UCRAINA

Stanno proseguendo in queste ore senza sosta gli scontri tra le forze ucraine e quelle russe alle porte di Kiev. Mentre la capitale si prepara per un possibile arrivo delle truppe russe, il governo guidato da Zelensky incoraggia la popolazione a resistere realizzando anche bottiglie incendiare per respingere gli occupanti.

 

Secondo quanto riferito dal ministero della Difesa ucraino,  le truppe russe sono entrate nel distretto di Obolon a meno di 10 chilometri di distanza dalla sede del Parlamento ucraino.

 

 "Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l'Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi" ha detto il premier Mario Draghi, intervenendo in Aula alla Camera con un'informativa urgente sul conflitto in Ucraina. "Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato - ha sottolineato Draghi - sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni - circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato".

 

L'ALLARME PER LE IMPRESE

“In queste ore – spiega Corrarati - non possiamo che esprimere la nostra massima solidarietà alla popolazione ucraina. L’angoscia per questo dramma umanitario è accompagnata da un’inevitabile preoccupazione per l’economia del nostro territorio. Queste ulteriori impennate rischiano di mettere in ginocchio le imprese”.

 

Mentre a livello nazionale si sta ragionando su una possibile proroga dei prestiti Covid, Cna Trentino Alto Adige propone a livello regionale di mettere in rete le banche locali per studiare una moratoria territoriale sui crediti, avvalendosi delle competenze delle cooperative di garanzia, Garfidi in Alto Adige e Confidi in Trentino, che possono certificare la situazione debitoria delle aziende. La Confederazione chiede inoltre ai governi delle due Province Autonome di Trento e di Bolzano di attivare subito un gruppo di lavoro. “Dobbiamo studiare insieme come aiutare le nostre aziende a diventare il più possibile autonome sul fronte energetico, puntando sulle fonti rinnovabili” ha spiegato il presidente del Cna.

 

LA GUERRA FA ESPLODERE IL CARO-CONCIMI

A lanciare l'allarme è anche il mondo dell'agricoltura. La guerra in Ucraina, ha spiegato Coldiretti, ha fatto esplodere il caro concimi con aumenti fino al 170% che pesano sulla filiera agroalimentare Made in Italy mettendo a rischio le forniture alimentari e aggravando la dipendenza del Paese dall’estero.

 

“Gli effetti dell’invasione russa si riflettono – sottolinea Coldiretti – direttamente sulla produzione alimentare, soprattutto a causa dei rincari dei fertilizzanti, legati agli aumenti del gas ma anche alle mosse di Putin che ha deciso di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, di cui rappresenta da solo circa un quarto dei costi complessivi di coltivazione. Una decisione assunta per mettere in difficoltà la produzione europea di cereali, fortemente dipendente dalle materie prime estere”.

 

Una scelta che danneggia gravemente le aziende agricole già in difficoltà a causa dei rincari di tutti i fertilizzanti legati all’impennata del costo del gas scatenata dal conflitto. L’urea è balzata a 750-800 euro a tonnellata contro i 350 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo il report di Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro/tonnellata, mentre i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata.

 

Il risultato è che il 30% delle imprese agricole è costretta a ridurre i raccolti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese che è già obbligato ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato e il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale. Senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l’alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, dove con le produzioni nazionali si riesce attualmente a coprire rispettivamente il 53% e il 27%, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

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