La testimonianza di una coppia trentina divisa dalla guerra in Ucraina: ''Il mio compagno cerca di raggiungere il confine, con lui in migliaia in marcia verso l'Europa''
"Il mio compagno e la sua famiglia si trovavano in Ucraina per questioni personali quando la scorsa mattina sono iniziati i bombardamenti nella sua città. Ma non sono soli, stanno scappando insieme ad altre decine di migliaia di profughi, sembrerebbe che stia già accadendo un disastro umanitario". La storia di Veronica e Andryi una coppia trentina bloccata dalla guerra in Ucraina
TRENTO. “Da 48 ore stiamo vivendo in un incubo: il mio compagno e la sua famiglia si trovavano in Ucraina per questioni personali quando la scorsa mattina alle 6:04, sono iniziati i bombardamenti nella sua città”. È la storia di Veronica e Andryi, lei trentina, lui ucraino, ma entrambi “italiani ed europei” che lavorano come operatori socio sanitari. Nelle scorse settimane lui per questioni famigliari è dovuto rientrare in Ucraina, senza prevedere che il presidente della Russia Vladimir Putin in così poco tempo avrebbe deciso di occupare militarmente il suo paese d’origine. “Ma non sono soli – racconta Veronica a Il Dolomiti – stanno scappando in tantissimi dal loro Paese insieme ad altre decine di migliaia di profughi. Sembrerebbe che stia già accadendo un disastro umanitario”.
Ora Andryi è rimasto bloccato al confine, insieme a tantissime altre persone in fuga: “La sua città – aggiunge – si trova a un’ottantina di chilometri dalla Polonia. Quando sono iniziati le esplosioni lui e la sua famiglia hanno iniziato a scappare con due macchine. Insieme a loro migliaia di persone che andavano verso i confini con l’Europa”.
Sono più di “50mila gli ucraini che nelle ultime 48 ore hanno lasciato il Paese, – ha confermato anche l’alto commissario per i rifugiati Onu, Filippo Grandi – la maggior parte verso la Polonia e la Moldavia e molti altri si stanno muovendo verso i suoi confini”. Si parla infatti di “pullman, macchine e chilometri di code – prosegue Veronica – il mio compagno è rimasto per 10 ore bloccato in macchina prima di arrivare al confine, dove sono presenti militari ma al momento non ci sono centri di accoglienza e associazioni internazionali di accoglienza o per i diritti umani”.
Andriyi ha 27 anni ed è in Italia da 13 anni, ma possiede soltanto la cittadinanza ucraina, ma "si sente italiano e si sta costruendo un futuro in Trentino". La sua preoccupazione è "mettere in salvo la sua famiglia – racconta – l’ultimo tassello è lui, perché dopo che il ministro ucraino ha emanato l’obbligo di arruolamento potrebbe essere fermato”.
Non era prevedibile un'escalation così rapida dell'occupazione: “C’è paura e forte preoccupazione da parte degli abitanti - sostiene la ragazza - per chi ha una vita dall'altra parte del confine c'è una via di fuga, ma ci sono anche le persone rimaste in Ucraina, che sono persone come noi, libere, ora lasciate sole”.
Veronica prosegue: “Sono nata e cresciuta come trentina, italiana ed europea e credo nella democrazia. Ma mai come in questo momento mi sento coinvolta in un vortice tra la preoccupazione per le persone a me care e me stessa e l'orrore verso la violenza e la guerra”.
Secondo The Guardian, si teme infatti la catastrofe umanitaria e molti Paesi europei si dicono pronti a ricevere i rifugiati in fuga. Inoltre, aggiunge, gli Stati Uniti hanno avvertito che “5 milioni di persone potrebbero essere sfollate dal conflitto”. Si stima, secondo il quotidiano britannico, che “100.000 ucraini siano già sfollati dopo essere fuggiti dalle loro case per scappare dagli attacchi”, mentre i filmati sui social media mostrano file di auto dirette verso le vicine Polonia, Moldavia, Romania, Slovacchia e Ungheria.