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“Il cielo è rosso intorno al rifugio”: la storia di Andrea Cisternino, rimasto a Kyiv per salvare i suoi animali. La moglie dalla capitale ucraina: “Non riesco a contattarlo”

Andrea Cisternino gestisce da oltre 10 anni il Rifugio Italia KJ2 in Ucraina, che al momento ospita circa 400 animali salvati da maltrattamento ed abbandono: nonostante la guerra l'italiano ha scelto di rimanere per badare a loro fra spari di artiglieria e sorvoli di velivoli militari. La moglie: "Al momento non riesco più a contattarlo, dicono che nella zona del rifugio siano arrivati i carri armati russi"

Di Filippo Schwachtje - 26 febbraio 2022 - 12:35

KYIV. “L'ho sentito l'ultima volta poche ore fa, verso le 7 del mattino, mi ha detto che andava tutto bene. Ora però non riesco più a contattarlo, dicono che nella zona del rifugio siano arrivati i carri armati russi”. A parlare da Kyiv è Vlada, moglie e collaboratrice di Andrea Cisternino, l'italiano che da oltre dieci anni gestisce in Ucraina il Rifugio Italia KJ2, una struttura che al momento ospita circa 400 animali salvati da varie situazioni di maltrattamento o abbandono. Nonostante la guerra, Cisternino ed i suoi collaboratori hanno deciso di rimanere in Ucraina per badare ai loro animali, fra spari di artiglieria e sorvoli di velivoli militari.

 

 

“Stamattina il cielo intorno al Rifugio era rosso – ha scritto ieri su Facebook Cisternino –, continui spari di artiglieria durante anche la notte, non si riesce a dormire, ho visto 15 minuti fa un colpo di artiglieria cadere lontano dal Rifugio ma l'odore della polvere da sparo lo sentivo benissimo, sentivo in lontananza colonne militari che si spostavano, sono passati aerei, che Dio ci aiuti e maledica chi ha voluto iniziare tutto questo”.


L'italiano al momento, racconta a il Dolomiti la moglie, si trova all'interno del rifugio insieme ad alcuni collaboratori: “La struttura si trova circa 45 chilometri a nord di Kyiv. Sto provando a contattarlo ma il collegamento è saltato. Non riesco nemmeno a sentire qualcuno nel villaggio poco lontano”. Vlada invece è rimasta all'interno della capitale dove, dice, i bombardamenti sono continuati tutta la notte: “In mattinata sono suonate le sirene, ci sono comunque diverse persone in giro per le strade. Alcuni supermercati sono rimasti aperti mentre le altre attività, comprese le farmacie, sono chiuse. Poco fa sono scesa in metropolitana, erano rimasti in pochi a cercare rifugio lì sotto.

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