Crisi Ucraina, Biden a Putin: “Costi rapidi e severi in caso di attacco”, per Londra un'invasione ora è “altamente probabile”. Vola per le tensioni il prezzo del grano
La strada principale rimane quella della diplomazia, ha specificato Biden, ma con il continuo accumulo di forze russe al confine: “Siamo pronti qualunque cosa accada”. L'allarme di Coldiretti: “Russia e Ucraina insieme garantiscono circa un terzo del commercio mondiale di grano, con le tensioni il prezzo su del 4,5%”
TRENTO. Non ha portato a risultati sul fronte diplomatico la chiamata di ieri tra il presidente americano Joe Biden e l'omologo russo Vladimir Putin (Qui Articolo), durante la quale gli Stati Uniti hanno ribadito che l'invasione dell'Ucraina risulterebbe in “costi rapidi e severi” per la Russia. Lo stesso Biden ha sottolineato nelle ultime ore che gli Stati Uniti continueranno a ricercare una soluzione diplomatica alle tensione, ma che con il continuo accumulo di forze russe al confine ucraino: “Siamo pronti, qualunque cosa accada”.
.@POTUS on Russia and Ukraine: "We continue to urge diplomacy as the best way forward. But with Russia continuing its buildup of its forces around Ukraine, we are ready no matter what happens.” pic.twitter.com/mmubAms0rm
— Department of State (@StateDept) February 12, 2022
La situazione rimane dunque estremamente tesa mentre in un'intervista al Sunday Times il segretario di stato per la difesa del Regno Unito Ben Wallace ha confermato come l'invasione dell'Ucraina sarebbe a questo punto “altamente probabile” e che la presenza militare russa al confine abbia raggiunto un livello che permetterebbe a Mosca di “lanciare un'offensiva in qualunque momento”. Parlando degli sforzi diplomatici di alcune potenze occidentali, Wallace ha fatto poi riferimento alla politica dell'appeasement e alla Conferenza di Monaco del 1938 (“c'è una ventata di Monaco nell'aria da parte di qualcuno in Occidente” ha detto il segretario), nella quale si autorizzò in sostanza la Germania nazista a procedere all'annessione della zona dei Sudeti, senza però impedire lo scoppio del conflitto.
Intanto già nella giornata di ieri molti Paesi (tra cui l'Italia) hanno invitato i propri cittadini a lasciare l'Ucraina, riducendo all'essenziale il personale presente nelle varie ambasciate. E mentre i venti di guerra continuano a soffiare ad Est, le ripercussioni si fanno già sentire sul mercato delle materie prime, dove sono volati i prezzi di grano per il pane e mais per l'alimentazione animale, che hanno visto rispettivamente un balzo del 4,5 e del 5%. I dati emergono dall'analisi della Coldiretti sulla chiusura settimanale del mercato della borsa merci di Chicago, che rappresenta il punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole.
A preoccupare, sottolinea la Coldiretti, è il fatto che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero, con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali: “L’ Ucraina, oltre ad avere una riserva energetica per il gas ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo). Peraltro l’Ucraina si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale mentre la Russia al primo ed insieme garantiscono circa un terzo del commercio mondiale”.
Si tratta insomma di un'emergenza globale, dice l'associazione, che riguarda però direttamente anche l’Italia, che è un “Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti”. Nel 2021, aggiunge la Coldiretti, sono arrivati oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia, che peraltro ha già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano.