Serve sempre più manodopera, ed è sempre più difficile trovarla: i numeri impietosi del circolo vizioso che colpisce le aziende trentine (più che nel resto d'Italia)
I dati annuali dell'indagine Excelsior elaborati dall'Ufficio Studi e Ricerche rivelano che anche nel 2024 si è accentuata la difficoltà di reperimento della manodopera in Trentino-Alto Adige. Insomma, cresce il fabbisogno delle imprese ma aumenta la difficoltà di reperire lavoratori: tra i settori con più "fame" di dipendenti, turismo, commercio e sanità
TRENTO. Siamo alle solite, verrebbe da dire: perché il mondo del mercato del lavoro sta facendo i conti, anno dopo anno, con un problema sempre più preoccupante per dimensioni ed entità.
I numeri dicono che le previsioni di assunzione delle imprese trentine nel 2024 hanno raggiunto quota 81.430 nuove entrate, in aumento di 800 unità rispetto al 2023 e di oltre 13 mila rispetto al periodo pre-pandemia.
Al tempo stesso però si aggrava il problema del reperimento della manodopera, che interessa il 56,5% delle assunzioni programmate, ben al di sopra della media nazionale (47,8%) e in crescita di oltre 30 punti percentuali rispetto al 2019. La principale causa resta la "mancanza di candidati", segnalata nel 40,2% dei casi, seguita dalla "preparazione inadeguata" (12,1%).
È quanto emerge dall'indagine annuale del Progetto Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro, l'Unione europea e la Camera di Commercio di Trento.
Il comparto del turismo e della ristorazione si conferma il principale motore occupazionale del territorio, con oltre 34 mila posizioni aperte nel 2024, in particolare per esercenti e addetti alla ristorazione (23.780). Seguono il commercio (9.710), il settore sanitario (5.790) e l'edilizia (5.670).
Anche le professioni qualificate nei servizi e nel commercio restano tra le più ricercate (41,8% delle offerte, pari a 34.030 unità), mentre le posizioni per operai specializzati (10,2%; 8.300 unità) e per dirigenti e professioni altamente qualificate (5%; 3.710 unità) rappresentano quote minori ma significative. Tra i profili più elevati, spicca la richiesta di docenti, educatori e formatori (1.470) e di ingegneri (540).
Il mercato del lavoro trentino continua a essere dominato dai contratti a tempo determinato, che rappresentano il 70,9% delle nuove entrate previste. I contratti a tempo indeterminato, invece, si fermano all'11,2%, un dato inferiore alla media nazionale (18,6%), influenzato dalla prevalenza di assunzioni stagionali legate al turismo. Seguono i contratti di somministrazione (5,7%), quelli di collaborazione (5,0%) e le altre forme contrattuali (10,8%).
Per quanto riguarda i requisiti scolastici, il diploma professionale si conferma il titolo più richiesto dalle imprese (47,0%), seguito dal diploma quinquennale (20,1%) e dalla laurea (9,3%). Tuttavia per oltre un quinto delle posizioni (22,7%), non è richiesto alcun titolo di studio specifico, in particolare per le professioni non qualificate. Gli indirizzi più ricercati includono quelli legati alla ristorazione, all'amministrazione, alla finanza e al marketing, mentre per i laureati prevale la domanda nei settori dell'insegnamento, dell'economia e della sanità.
“La difficoltà di reperimento della manodopera, confermata dall’indagine Excelsior, – commenta Andrea De Zordo, Presidente della Camera di Commercio di Trento – non accenna ad arrestarsi, sta mettendo a dura prova le nostre imprese e incide negativamente non solo sull’organizzazione del lavoro, ma anche sulla produttività. Si tratta di un fenomeno complesso e multidimensionale, influenzato dal ciclo economico, ma anche da fattori demografici, sociali e culturali. È un tema che la Camera di Commercio, insieme alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali, ha analizzato in modo approfondito nel corso del 2024 e che merita ancora tutta la nostra attenzione”.