In Trentino disoccupazione ai minimi (2,3%), ma i sindacati non festeggiano: "Creati troppi posti di lavoro precari, con salari bassi e in settori a scarsa produttività"
Il report Ispat conferma il trend positivo nel terzo trimestre 2024, con un aumento degli occupati e un tasso di disoccupazione al 2,3%. Cgil, Cisl e Uil: "Occorre puntare su un innalzamento della qualità del lavoro, una sfida impegnativa per il nostro tessuto economico: la crescita della quantità nasconde, sicuramente in questa fase, anche un deterioramento della domanda di lavoro in Trentino"
TRENTO. Anche nel terzo trimestre 2024 il mercato del lavoro in Trentino ha registrato una dinamica complessivamente positiva: gli occupati aumentano del 2,1% su base annua, il tasso di disoccupazione scende al 2,3%, mentre il tasso di attività si mantiene nettamente sopra la media nazionale.
È la fotografia scattata dall'Istituto di Statistica della provincia di Trento-Ispat sulla base della rilevazione Istat sulle forze di lavoro. I dati, pubblicati oggi, giovedì 16 gennaio, evidenziano un territorio in salute dal punto di vista occupazionale, grazie alla crescita nei settori strategici come costruzioni (+4,5%), commercio, alberghi e ristoranti (+7,5%) e industria (+13%). Tuttavia, rimangono sfide aperte su alcuni fronti, come il rallentamento nel settore agricolo (-27,1%) e la necessità di una maggiore inclusività nel mercato del lavoro.
"I dati - ha commentato l'assessore allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca della Provincia autonoma di Trento, Achille Spinelli - confermano complessivamente la solidità del mercato del lavoro in Trentino e la capacità del nostro territorio di mantenersi competitivo a livello nazionale, con tassi di occupazione e disoccupazione tra i migliori in Italia. Un risultato che è frutto anche delle politiche attive messe in campo per sostenere le imprese e creare nuove opportunità di lavoro, in particolare nei settori strategici come l’industria e il turismo. Tuttavia, non possiamo ignorare le difficoltà emerse in alcuni comparti, come l’agricoltura, e la necessità di colmare il divario di genere nell’accesso al mercato del lavoro. Continueremo a lavorare con determinazione per promuovere un’occupazione sempre più inclusiva e sostenibile, capace di rispondere alle sfide di oggi e di domani”.
Nel terzo trimestre 2024 le forze di lavoro in Trentino superano le 263 mila unità, con un incremento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo risultato è trainato dalla componente maschile, che cresce del 3,4%, mentre la componente femminile registra una lieve flessione (-0,8%). Gli occupati, che raggiungono le 257 mila unità, mostrano un aumento generalizzato nei settori più dinamici dell’economia provinciale. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni si attesta al 72,9% (79,9% per gli uomini e 65,7% per le donne), con un incremento di 1,1 punti percentuali su base annua, nettamente superiore alla media nazionale del 62,6%. Anche il tasso di disoccupazione (al 2,3%) registra un miglioramento, calando di 0,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mantenendosi significativamente al di sotto della media italiana del 5,6%.
LA REAZIONE DEI SINDACATI.
“I dati diffusi oggi sul mercato del lavoro trentino e relativi al 3° trimestre del 2024 restituiscono un’immagine positiva, con un tasso di disoccupazione in calo al 2,3%, mentre cresce sia il tasso di occupazione sia quello di attività", scrivono in una nota congiunta Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Largher, responsabili politiche del lavoro di Cgil, Cisl e Uil.
"Sarebbe però un errore soffermarsi solo a questa lettura. L’aumento del numero di occupati, soprattutto tra gli uomini, così come degli attivi è anche la cartina di tornasole delle difficoltà delle imprese a trovare manodopera. Problema che però andrebbe affrontato puntando su un innalzamento della qualità. E’ proprio questa la sfida più impegnativa per il nostro tessuto economico, perché la crescita della quantità nasconde, sicuramente in questa fase, anche un deterioramento della domanda di lavoro in Trentino. Lo dimostra il fatto che tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024 l'occupazione è stata trainata da lavoratori autonomi e da occupati stagionali e a termine. Lo dimostra la scarsa richiesta di lavoratori con elevati titoli di studio. Lo dimostrano le retribuzioni sotto la media. Insomma si creano soprattutto posti di lavoro precari, quindi con salari più bassi, e in settori a bassa produttività. In questo senso non va sottovalutata anche la crescita, nel comparto industriale, di occupazione autonoma".
"Queste dinamiche non creano competitività né rendono attrattivo il territorio e, allo stesso tempo, non permettono di affrontare il nodo stipendi. Per questo riteniamo sia importante che le parti sociali e la Provincia concertino finalmente misure strutturali per migliorare le condizioni di lavoro offerte dalle nostre imprese per trattenere le nostre forze lavoro e attrarne anche da fuori scommettendo su competenze elevate”.