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Storia della Manifattura, dalla produzione di tabacchi, passando per la parità salariale fino all'investimento nelle tecnologie green

La fabbrica dei tabacchi nasce nel 1854: per decenni rappresenta l'industria più forte del Trentino, superando i due conflitti bellici. Nel 1969 si raggiunge la parità salariale fra operai e operaie. Nel 2008 la lunga crisi del settore porta alla chiusura dello stabilimento e il rilancio nel mondo eco-sostenibile

Di Luca Andreazza - 16 novembre 2016 - 13:32

ROVERETO. Il Progetto Manifattura – green innovation factory è un'iniziativa che sta trasformando la storica Manifattura Tabacchi di Rovereto, inaugurata nel lontano 1854, in un centro di innovazione industriale nei settori dell'edilizia eco-sostenibile, dell'energia rinnovabile e delle tecnologie per l'ambiente.

 

La Manifattura Tabacchi di Rovereto è stata dismessa a fine 2008, e oggi, nei nove ettari dell'edificio, imprese, centri di ricerca, strutture di formazione e pubblica amministrazione trovano vita nel settore della clean tech.

 

La coltivazione e la lavorazione del tabacco si afferma verso la fine del '500 e il Trentino vede svilupparsi nel 1851 il primo stabilimento a Sacco: questa opera, che chiude l'intero ciclo produttivo per la presenza delle coltivazioni in Vallagarina, rappresenta per decenni l'industria trentina con la maggiore capacità di assorbimento di manodopera.

 

Il fabbricato nasce da un progetto dell'ingegner Latzel della direzione generale dei lavori di Vienna, mentre i lavori vengono diretti da Giovanni Smith e Giovanni Rezzori.

 

La Manifattura entra in funzione al tramonto del 1854 con 440 operaie. Lo stabilimento si snoda inizialmente in tre articolazioni: un fabbricato per la lavorazione, un magazzino per tenere le greggi e un fabbricato adatto per la macerazione delle foglie del tabacco. La lavorazione si sviluppa invece intorno a quattro prodotti: il sigaro, il tabacco da fiuto, l'estratto di tabacco e le sigarette a mano.

 

La Prima guerra mondiale provoca ingenti danni al patrimonio industriale trentino (finanziario e strutturali, ndr). Terminata l'esperienza bellica si avvia il processo di ricostruzione delle città e il Trentino cerca di rilanciare l'economia e il settore industriale. In questi anni si forma nella città della Quercia un nucleo industriale moderno formato da aziende di rilievo nazionale come la Komarek nel settore degli avvolgibili, la Radi degli apparecchi di riscaldamento, le Officine Ferroviarie, il Nastrificio Roveretano, la Pirelli e le Fonderie San Giorgio.

 

La Direzione generale dei Monopoli industriali del Regno d'Italia acconsente alla riapertura della Manifattura Tabacchi il 19 marzo del 1919: vengono riassunti tutti i 1.400 operai in servizio prima dello scoppio della guerra. L'amministrazione comunale di Sacco pone un'unica condizione: le assunzioni devono riguardare prioritariamente i suoi abitanti (un privilegio che dura fino al 1920, quando Sacco viene annesso al Comune di Rovereto, ndr).

 

Nel 1929, dopo dieci anni dalla riapertura, la Manifattura di Sacco vanta una potenzialità produttiva di 1.636.000 kg di prodotti e nel 1936 l'artista roveretano Fortunato Depero, disegna il manifesto pubblicitario e progetto il carro allegorico per il dopolavoro aziendale della Manifattura. Nel frattempo l'attività procede progressivamente verso la meccanizzazione e nel 1935 gli operai scendono a 700 unità.

 

A differenza di quanto successo durante il primo conflitto bellico, durante la seconda guerra mondiale la produzione della Manifattura subisce dei forti rallentamenti, ma non si ferma: quando iniziano i bombardamenti le lavorazioni del tabacco vengono spostate negli scantinati dell'edificio. Alla fine del 1944 l'edificio subisce alcuni danni, ma fortunatamente i bombardamenti non registrano vittime e per questo motivo, operai e impiegati, prendono l'iniziativa di erigere un monumento alla Madonna Ausliatrice. Complice la ricostruzione, Manifattura studia inoltre l'attuazione di un programma ad ampio raggio, destinato all'ammodernamento delle attrezzature e l'adeguamento del sistema di organizzazione del tabacco.

 

Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale la produzione della Manifattura viene dislocata: molte produzioni vengono spostate a Verona: nel 1953 a Borgo Sacco si è costretti ad abbandonare la produzione del sigaro, adeguandosi al cambiamento dei gusti del consumatore.

 

Il 70% di quanto lavorato all'interno della Manifattura viene coltivato nella bassa Vallagarina e in particolare nei dintorni di Mori, Ala e Rovereto. Durante gli anni '50 la coltivazione del tabacco, nonostante un progressivo calo, resta l'unica importante coltura industriale agraria in provincia. I segnali di rallentamento degli anni '50 sono il preludio alla crisi del settore, che inizia prepotentemente negli anni '60. La Manifattura corre ai ripari: si rende autonoma, autosufficiente e rinnova i macchinari nel duplice tentativo di seguire le direttive del trattato di Roma istitutivo del Mercato Comune Europeo e per cercare di garantirsi un futuro: nel 1969 lo stabilimento di Sacco inizia la produzione su commissione di Philip Morris. In questo periodo l'occupazione si stabilizza sulle 700 unità e si raggiunge perfino la parità salariale fra operai e operaie.

 

Nel 1998 scade la concessione produttiva del monopolio di Stato con Philip Morris e la Manifattura diventa proprietà dell'Ente tabacchi italiana, società nata per diventare un'azienda a capitale privato e nel 1999 la Manifattura di Borgo Sacco occupa 270 operai.

 

Nel 2003 l'Ente tabacchi italiani cede l'intera struttura al ramo italiano della British American Tobacco, che per mantenere in vita lo stabilimento di Bologna inizia a tagliare la produzione a Rovereto, Lecce, Chiaravalle e Scafati. Nel 2004 gli operai impiegati sono solamente 154.

 

Il piano operativo industriale 2007-2009 che British American Tobacco presenta alle parti sociali per lo stabilimento di Rovereto prevede la cessazione definitiva delle produzioni al 31 marzo 2008 e il consolidamento della produzione di sigarette nello stabilimento di Lecce: la scelta di chiudere la Manifattura di Borgo Sacco è da attribuire al minore impatto sociale che questa avrebbe provocato grazie all'autonomia della provincia.

 

Nel 2009 inizia quindi la riqualificazione dell'area industriale per opera della Provincia: un nuovo polo capace di sviluppare iniziative di ricerca, formazione e networking all'interno di uno concept di sperimentazione e innovazione architettonico, energetico e ingegneristico. Nel giugno del 2010 viene divulgato il Master Plan definitivo: la pubblicazione di 128 pagine si intitola “Progetto Manifattura: Green Innovation Factory”.

 

Il 10 marzo 2011, Progetto Manifattura inaugura il rientro in funzione di circa 3.000 metri quadrati dello storico edificio (la struttura vanta 90mila metri quadrati, ndr): Habitech, Green Building Council Italia e Manifattura Domani hanno insediato i propri uffici, costituendo il primo nucleo del progetto che prevede la costituzione all'interno del vecchio compendio manifatturiero di un'aggregazione di imprese e servizi collegati al tema dell'eco-sostenibilità e delle clean technologies.

 

Progetto Manifattura riflette oggi l'impegno del Trentino che investe energie e risorse sui temi dello sviluppo sostenibile. La volontà che esprime è quella di portare nuova vita nella vecchia fabbrica roveretana, in un ambiente disegnato per ispirare innovazione e creatività, promuovendo i principi di una crescita sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici.

 

Il recupero della Manifattura, progettato da un team internazionale di cui fa parte anche il giapponese Kengo Kuma, verrà ultimato nel 2018. Il progetto architettonico è ovviamente “green” e include tetti verdi, pari a 28mila metri quadrati, spazi modulabili e sistemi di fitodepurazione. L’energia elettrica verrà prodotta da una centrale biomasse e dal fotovoltaico, mentre per l’acqua saranno installate cisterne sotterranee per il recupero dell’acqua piovana. Inoltre si stima che ci sarà un abbattimento dell’utilizzo di energia del 70%. Un investimento sul futuro e sull'ambiente.

 

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