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La Uil: "Sanifonds per rivelare i dati sugli inquinanti nell'Adige". Ianeselli: "Idea un po' surreale", De Laurentis: "Pensiamoci"

Walter Alotti ha lanciato la proposta: "Sanifonds è un soggetto terzo e potrebbe svolgere un ruolo anche di promozione e prevenzione". Il segretario della Cgil: "Ci sono altre priorità ma in nome dell'unità sindacale sono disposto ad andare di persona a mettere le provette in acqua". Il presidente degli Artigiani: "L'idea è di allargare i servizi del fondo"  

Pubblicato il - 07 novembre 2016 - 07:16

TRENTO. "Come idea direi che è un po' surreale". "Una proposta, in realtà, non troppo peregrina". Con queste parole Franco Ianeselli e Roberto De Laurentis commentano le affermazioni del segretario della Uil del Trentino Walter Alotti che alla luce di quanto comunicato negli scorsi giorni dall'ingegner Rigoni (docente del dipartimento di ingegneria civile e meccanica a Trento), che nell'Adige ci sarebbe un'elevata quantità di analgesici, antiinfiammatori e fitofarmaci, ha lanciato la proposta di affidare a Sanifonds il compito di assistere i servizi sanitari e gli enti pubblici nel reperimento dei dati.

 

"Le affermazioni di Rigon, sullo stato di salute del fiume Adige, a margine del Seminario diffuso tenuto anche a Trento nell'ambito della Giornata della memoria per le vittime delle alluvioni preoccupa la Uil del Trentino. Le presenza conclamata di inquinanti - spiega Alotti - come fitofarmaci, analgesici, anti-infiammatori, nitrati, legati evidentemente all'inquinamento derivante dall'agricoltura intensiva delle nostre valli, è un fenomeno conosciuto e mai risolto, al centro di polemiche ed inchieste contraddittorie per i dati di analisi, importanti per la salute pubblica, ma allo stesso tempo per l'economia del Trentino. La Uil a questo punto lancia una proposta, sulla falsa riga di quanto già accade in altre realtà italiane con altri Fondi di sanità integrativa, coinvolgendo un nuovo attore, tecnicamente adeguato, terzo rispetto alla sua natura giuridica e sociale, interessato a conoscere lo stato di salute delle lavoratrici e dei lavoratori trentini e ad azioni di prevenzione della salute del territorio: Sanifonds".  

 

"L'interconnessione dei dati di Sanifonds con quelli dei servizi sanitari di medicina pubblica e degli enti pubblici - prosegue Alotti - che si occupano dello standard della qualità dell'ambiente, possono garantire neutralità e sicurezza del reperimento dei dati stessi, grazie ad una campagna di prevenzione volontaria di analisi, mirata, rivolta agli associati del Fondo. Una sinergia nuova, un ruolo anche di promozione e prevenzione, che va al di là del classico servizio di rimborso delle spese sanitarie". Possibile? Un fondo di sanità integrativa, costituito dalle parti sociali (quindi anche dalla Uil), che ha lo scopo di fornire forme integrative di assistenza in caso di malattia, non autosufficienza, infortunio, rivolto ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati), che viene anche impiegato nel reperimento di dati, per esempio, sullo stato dell'Adige? Le risposte del segretario delle Cgil del Trentino e del presidente degli Artigiani non sono proprio coincidenti ma in questo periodo va così.

 

"Io onestamente penso che stiamo parlando di un fondo integrativo - spiega Ianeselli -  e che in quanto tale debba occuparsi di rimborsi e prestazioni sanitarie. Gli stessi lavoratori versano i soldi per le prestazioni sanitarie e se anche vogliamo parlare di prevenzione penso che questa debba riferirsi a una prevenzione prettamente sanitaria. E quindi, per fare un esempio, per prevenire carie e problemi ai denti inseriamo la pulizia e il controllo dal dentista. Poi, per carità, per me l'unità sindacale è sacra e, pur di raggiungerla, a mettere le provette nell'Adige potrei andarci pure io. Ciò detto penso che Sanifonds in questo momento abbia altri problemi ed è bene concentrarci per superarli e sulle prestazioni che già sono previste dal fondo".

 

E uno dei problemi è dato dal fatto che il fondo, in questo momento, vive in una sorta di limbo. Non tutti i 38.000 dipendenti pubblici hanno deciso di aderire e anche se è stata superata la soglia dei 22.000 iscritti gli Artigiani si sono messi momentaneamente in stand-by. Sarebbero dovuti entrare, con i loro 11.000 iscritti al fondo Sia3, ma al momento restano alla porta. "La ragione è molto semplice - dice DeLaurentis (presidente degli Artigiani e presidente di Sanifonds) - ed è che aspettiamo che i nostri colleghi di ConfesercentiConfindustria, Confcommercio e Cooperazione battano un colpo. Io sono andato a Roma e mi sono scontrato con Confartigianato per dare il mio sostegno a Sanifonds. Gli altri mi pare non abbiano fatto altrettanto. Devono entrare anche loro nel fondo eppure sono immobili e non mi pare che i sindacati li stiano spronando a darsi una mossa. Attaccano me che ho già garantito che siamo prontissimi a entrare. Gli altri, intanto, nicchiano".

 

E il presidente di Sanifonds che ne pensa dell'idea della Uil? "Non è tanto peregrina, anzi. Alotti me l'aveva detto. E anche con il direttore Alessio Scopa ne stiamo parlando da un po'. La volontà sarebbe quella di allargare il fondo, differenziarlo dagli altri, dotarlo di più servizi. Vorremmo andare oltre alle canoniche 208 prestazioni di rimborso, nate dall'esistente. Stiamo ragionando, invece, a qualcosa di nuovo, a un modello di welfare a tutto tondo e quello dei fitofarmaci e dello stato delle acque, in questo caso dell'Adige, è un tema che si sposa perfettamente con la prevenzione.Ciò detto è tutto da inventare. Non c'è niente di concreto sul tavolo. Ma la natura terza di Sanifonds potrebbe davvero sposarsi con un idea di controllo ambientale che si ricollega alla tutela della salute". 

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