Omicidio a Riva del Garda, l'avvocato che difende la figlia: "Dramma che impone una riflessione sul confine tra aiuto, disperazione e responsabilità penale"
La sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, sull'omicidio in via Deledda: "Dramma che scuote la comunità ma è necessario interrogarsi sul sostegno alle famiglie in difficoltà. Una situazione di profondo disagio che va affrontata in modo trasversale ai vari livelli istituzionali perché purtroppo il bisogno di assistenza è crescente in una comunità che invecchia, sempre più sola e indifferente"
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RIVA DEL GARDA. "La mia assistita versa in uno stato di estrema prostrazione e saranno necessari approfonditi accertamenti sulla sua imputabilità". A dirlo Nicola Canestrini, avvocato di Francesca Rozza, accusata dell'omicidio della madre 91enne Maria Skvor nella palazzina di via Deledda a Riva del Garda. "E' indubbio che il rapporto con la madre fosse segnato da una lunga e gravosa convivenza, nella quale il progressivo deterioramento delle condizioni dell’anziana aveva reso sempre più difficile la gestione quotidiana".
La 91enne, secondo le prime ricostruzioni, è stata trovata dalle forze dell'ordine senza vita nel letto e con una ferita alla testa. Nelle immediate vicinanze è stata trovata una lampada da tavolo con tracce di sangue. Escluso l'intervento o la responsabilità di terzi, da quanto emerso è stata la stessa Rozza a chiamare il Numero unico per le emergenze per informare di quanto accaduto in quelle drammatiche ore (Qui ricostruzione).
Le due donne vivevano da sole da circa 8 anni, da quando cioè l'anziana era rimasta vedova. Un omicidio nell'ambito di un dramma familiare, della solitudine. La 91enne aveva bisogno di cure e attenzioni, non più autosufficiente. I carabinieri proseguono nelle indagini per ricostruire la dinamica dell'omicidio e per stabilire il movente. Nel frattempo l'ufficio di procura è in fase di completamento dell'iter per convalidare il fermo e avanzare la richiesta di misura cautelare nei confronti della figlia di 61 anni.
"Sarà fondamentale comprendere fino a che punto questa situazione abbia inciso sulla volontà della vittima - aggiunge Canestrini - ma anche se ci si trovi davanti a un dramma che impone una riflessione più ampia sul confine tra aiuto, disperazione e responsabilità penale".
Un dramma che tocca la comunità dell'Alto Garda e più in generale il Trentino. "Un evento molto tragico che scuote la comunità e ci pone diversi interrogativi, il primo su tutti se viene fatto abbastanza per dare sostegno a queste famiglie in difficoltà", le parole di Cristina Santi, sindaca di Riva del Garda. "Il caregiver si prende cura di familiari non autosufficienti spesso malati, anziani o disabili, una figura invisibile e silenziosa, che deve essere fortemente sostenuta e supportata dalle politiche pubbliche, per evitare che lo sconforto, il senso di impotenza e abbandono sfocino in veri e propri drammi come quello consumato stanotte".
Una situazione che richiede una riflessione più ampia. "Esprimo con dolore il cordoglio mio personale e di tutta l'amministrazione comunale per una tragedia che evidenzia una situazione di profondo disagio che va affrontata in modo trasversale ai vari livelli istituzionali perché purtroppo il bisogno di assistenza è crescente in una comunità che invecchia, sempre più sola e indifferente", conclude Santi.