Morbillo, negli Usa boom di casi e si torna a morire. Crisanti: "Colpa anche di politici che diffondono falsi dubbi sui vaccini". In Trentino copertura alta
In America fermare i contagi è diventata una priorità per il nuovo ministro della Sanità, Robert Kennedy, che, pur essendo noto per le sue posizioni no-vax, ha riconosciuto i vaccini come passo necessario per sconfiggere l’epidemia. Casi di morbillo nel mese di gennaio (Secondo gli ultimi dati del bollettino dell'Iss) sono stati registrati anche in Trentino e hanno riguardato 3 persone adulte

TRENTO. “Calo delle vaccinazioni? Non è solo colpa dei no vax, ma ci sono stati importanti politici che hanno aderito a una narrativa sbagliata sulla pericolosità dei vaccini”. Le parole sono quelle che arrivano dal professore universitario Andrea Crisanti, microbiologo, divulgatore scientifico e politico italiano, in merito all'allarme morbillo che è stato lanciato negli Usa e al boom di casi che sono stati registrati nel 2024 in Italia dopo tre anni in cui il morbillo sembrava sostanzialmente scomparso.
A far discutere in questi giorni è la situazione che si sta vivendo in America. L'epidemia di morbillo in Texas continua a preoccupare, con oltre 150 casi e almeno due morti, tra cui anche un bambino non vaccinato. Il focolaio che si è sviluppato è in continuo aumento e fermare i contagi è diventato una priorità per il nuovo ministro della Sanità, Robert Kennedy, che, pur essendo noto per le sue posizioni no-vax, ha riconosciuto i vaccini come passo necessario per sconfiggere l’epidemia. Oggi, dopo la sua nomina alla guida della Sanità statunitense da parte di Donald Trump, Kennedy, in un articolo a sua firma sempre su Fox News, è arrivato a sottolineare come il vaccino MPR sia "fondamentale per evitare malattie potenzialmente mortali".
Quella del morbillo non è però una malattia che sta riemergendo solo negli Usa. Anche in Italia, negli ultimi tempi, i casi sono in aumento e la preoccupazione è tanta. Nel nostro Paese, gli ultimi dati di coperture vaccinali contro il morbillo disponibili (sul sito del Ministero della Salute) sono relativi al 2022 e indicano una copertura vaccinale, a 24 mesi di età, pari al 94,4% per la prima dose di vaccino e all’85,1% per la seconda dose a 5-6 anni di età. Valori che non raggiungono l'obiettivo dell'immunità di gregge.
“La gente in questi anni – ha spiegato a Il Dolomiti Crisanti – ha sviluppato una diffidenza nei vaccini, che però rimangono ancora oggi l'arma più efficace per contrastare le malattie trasmissibili. Il vaccino contro il morbillo è fantastico, protegge i bambini contro una malattia grave. È bene ricordare che un caso su mille porta a delle complicazioni irreversibili e in un caso su 10.000 porta alla morte. Chi non si vaccina espone anche le persone più fragili, i bambini con particolari patologie, a rischi davvero grossi”.
Oggi, conclude Crisanti, è di fondamentale importanza “l'obbligo vaccinale per portare i figli a scuola e deve essere rispettato”.
Per quanto riguarda il morbillo in Trentino, la situazione è sotto controllo. Gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità hanno registrato 3 casi a gennaio con una incidenza di 6 per 1 milione di abitanti (nonostante del report dell'Iss sia stato messo il dato errato del 66%) come ha confermato anche la direttrice dell'Unità operativa di igiene e sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione dell'Apss, Maria Grazia Zuccali. “Si tratta di casi che hanno riguardato persone adulte – ha spiegato – e non sono stati collegati fra di loro. Non ci sono stati focolai”.
Il Trentino, fortunatamente, è fra i territori con la più alta copertura vaccinale per quanto concerne il vaccino contro il morbillo. “È importante raggiungere una copertura del 95% e noi in Trentino la raggiungiamo. La malattia oggi non si diffonde nell'età prescolare, ma i casi che abbiamo avuto hanno riguardato gli adulti. Nell'età pediatrica abbiamo un tasso del 4,5/5% di bambini scoperti, ma occorre considerare quelli che, a causa di determinate patologie, non possono vaccinarsi”.
La narrazione dei no vax non sembra aver inciso più di tanto in Trentino. “Non ci sono situazioni – spiega Zuccali – cambiate negli ultimi anni e questo è confortato dai nostri dati, che calcoliamo di anno in anno. Siamo stabili e su livelli di sicurezza. Permane sempre quella piccola quota di popolazione che decide di non vaccinarsi e non far vaccinare i propri figli”