“Ondata di freddo? Al massimo ormai raggiungiamo i livelli 'normali' degli inverni di 30-40 anni fa”. Ecco le minime raggiunte a Trento nel 'polare' gennaio '85
L'arrivo di una fase (moderatamente) fredda ha portato a proclami di vario tipo sull'arrivo del “vero inverno”, del “freddo polare”. La realtà però, come spiega a il Dolomiti Giacomo Poletti, è che di fronte alle minime segnate oggi a Trento (-2,1 a Roncafort) al massimo possiamo confermare come, nelle loro fasi più fredde, gli inverni al giorno d'oggi riescano a malapena a raggiungere i 'normali' livelli di 30-40 anni fa
TRENTO. “Ciò che osserviamo oggi è che anche in quelle che vengono definite 'ondate di freddo' si raggiungono ormai valori minimi in grado piuttosto di avvicinarsi alle condizioni normali di un inverno di 30-40 anni fa e lo stesso vale per la fase 'fredda' che sta interessando il Trentino oggi, non certo paragonabile alle ondate di gelo del passato”. E guardando ai dati, dice a il Dolomiti l'ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige Giacomo Poletti, la differenza è lampante: l'attuale 'ondata di freddo' ha visto ieri a Trento Roncafort una minima pari a -2,1 gradi. Chiaramente ben lontani dai -16 gradi registrati in occasione di un periodo di gelo che precede di soli pochi decenni l'attuale fase di rapido surriscaldamento, il gennaio dell'85, nel corso del quale la colonnina di mercurio a Trento raggiunse (o superò) per ben 11 volte i -10 gradi.
Ma senza scomodare quello che, a tutti gli effetti, è stato un inverno eccezionale, quello dell'85, lo stesso Poletti ha realizzato negli scorsi giorni un paragone su una serie di anni più 'anonimi' dal punto di vista meteorologico, come il 2004 ed il 1984, trovando, come si nota chiaramente dal grafico, risultati che restituiscono un quadro del tutto simile. In poche parole “l'addolcimento dell'inverno sta avendo una accelerazione incredibile. Il freddo vero è sostanzialmente sparito”. Lo stesso andamento lo registrano gli esperti di Tornado in Italia anche a livello nazionale: “Vogliamo farvi ricordare quale sia il vero gelo – scrivono sui loro canali social – visto che viene proclamato ogni inverno invano, con le temperature che si registravano esattamente 39 anni fa. Nell'11 gennaio 1985 si raggiungevano valori minimi fin sotto i -20 gradi centigradi nelle pianure del Centro-Nord. Una situazione simile ad oggi non trovate? Continua come sempre la gara a chi la spara più grossa e ad averne la peggio siete voi lettori e la meteorologia, che perde di credibilità”.
Immagine di Giacomo Poletti
Come evidenziano invece i dati di un altro membro di Meteo Trentino Alto Adige, Flavio Toni, per quanto riguarda la zona di Trento Sud la prima decade di gennaio del 2024 è stata quella che ha visto meno gelate in assoluto in una serie dal 1977: la colonnina di mercurio è scesa sotto lo zero soltanto in due occasioni, il 2 gennaio e in extremis la sera del 10, quando nei decenni scorsi la media delle giornate con temperature minime negative era ben superiore al 50%. “Come detto, le ondate di freddo attualmente non sono più in grado di ritoccare i record storici – dice Poletti – e nei prossimi giorni non vedremo in generale minime particolarmente fredde. Il livello più basso si registrerà nella mattinata di sabato, quando si raggiungeranno forse punte in negativo fino ai -4/-5 gradi a Trento. Il cielo rimarrà sereno, portando temperature minime sotto lo zero fino a martedì-mercoledì, anche se da domenica la colonnina di mercurio tornerà a salire. La prossima finestra di precipitazioni è attesa tra il 17 ed il 18 gennaio, ma sarà 'mite', con temperature in crescita”.
Il 'freddo' attuale, insomma, nella prima metà di gennaio, è più vicino ai livelli che in passato si registravano a fine febbraio: “Certo – conclude Poletti – si registravano anche in passato minime superiori allo zero ma la temperatura scendeva fino a -8, -10 gradi con molta più facilità. Ad incidere oggi è anche la maggior difficoltà con la quale il cielo rimane limpido a lungo: le temperature medie più alte favoriscono la formazione di vapore acqueo e, di conseguenza, come risposta, temperature ancor più elevate. Gli effetti sull'ecosistema, naturalmente, sono agli inizi visto l'aumento dei gas serra e l'inerzia del sistema (anche se le emissioni antropiche dovessero finire in pochi anni, ipotesi ai limiti dell'assurdo); nel breve termine l'assenza dei rigori invernali consente la sopravvivenza a numerose specie vegetali e animali nuove, alcune delle quali, come ad esempio certe zanzare, potenziali vettori di malattie. Ormai la tendenza al caldo è così veloce e forte che, anche prendendo un mese o un periodo a caso di 30 o di 50 anni fa, la probabilità che sia più freddo di quello attuale è altissima”.