Uomo aggredito da un orso, individuato il luogo dell'incidente: era una curva cieca. Brambilla striglia Fugatti: ''Occorre più impegno per favorire la convivenza''
I cani anti orso sono andati in Val di Rabbi a cercare il luogo dell'incidente e lo hanno individuato. Si tratta di una curva cieca che potrebbe avvalorare l'ipotesi di un incontro-scontro che ha sorpreso sia l'uomo che l'orso. La presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente: ''Punire gli orsi con la detenzione o con la morte perché 'fanno gli orsi' è assurdo e crudele. Occorre più impegno da parte delle autorità per informare''
VAL DI RABBI. I cani anti orso sono in azione da ore ed hanno individuato il luogo dove si è verificato l'incontro tra un uomo con il suo cane e un plantigrado ad oggi sconosciuto. La notizia di rilevo è che è successo all'altezza di una curva cieca dunque quasi sicuramente sia l'uomo che l'orso si sono spaventati alla vista l'uno dell'altro ed è successo quel che è successo.
Ieri mattina, infatti, all'altezza di malga Mandriole in Val di Rabbi si è verificata un'aggressione dopo che orso e umano (che aveva con sé il suo cane elemento spesso di disturbo per la fauna selvatica) si sono incontrati e ''scontrati''. L'uomo avrebbe provato a scappare ma è stato raggiunto dall'animale che lo ferito graffiandolo e mordendolo alla testa. A quel punto l'uomo, Alessandro Ciccolini, fratello del sindaco di Rabbi che ieri a il Dolomiti aveva raccontato la dinamica dell'accaduto, è rotolato giù dalla scarpata fermandosi contro un albero mentre il plantigrado è ruzzolato più a valle per risollevarsi e a quel punto allontanarsi.
Ciccolini è, quindi, rientrato alla macchina ed è stato, poi, ricoverato all'ospedale di Cles dove ha subito un'operazione al braccio, pur senza mai essere stato in pericolo di vita. Da quel momento è iniziato il solito can-can con la politica a fare le solite dichiarazioni e le solite richieste di intervenire al ministero della salute. Nel frattempo i forestali si sono recati sul posto, prima in ospedale per recuperare gli abiti dell'uomo e rilevare campioni dell'orso per identificarlo e poi sul ''terreno'' in Val di Rabbi per cercare tracce dello scontro e quindi, anche del plantigrado.
Le unità cinofile hanno individuato il luogo in cui si sono verificati i fatti, in prossimità di una curva cieca. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti tecnici dai quali potranno emergere ulteriori elementi per la ricostruzione dell’aggressione. ''Sulla base degli esiti delle analisi genetiche sul materiale biologico raccolto, - comunica la Provincia - si potrà procedere con la cattura a fini di radiocollarizzazione e identificazione dell'orso responsabile dell'aggressione. Saranno quindi compiute le valutazioni del caso, sentito il parere di Ispra. L’uomo ha riportato ferite in diverse parti del corpo e si trova ricoverato in ospedale, dove stamani ha ricevuto la visita dell’assessore provinciale alle foreste Giulia Zanotelli, che ha espresso la vicinanza dell’Amministrazione provinciale''.
Intanto contrarissima ad ogni azione contro l'orso è l'ex ministra Michela Vittoria Brambilla e oggi presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente: ''Punire gli orsi con la detenzione o con la morte perché 'fanno gli orsi' è assurdo e crudele. Come tutta la fauna selvatica i grandi carnivori sono un patrimonio da difendere, senza se e senza ma. Innanzitutto auguro pronta guarigione alla persona che con l'orso ha avuto un incontro troppo ravvicinato, ma forse non imprevedibile. Gli accertamenti in corso diranno se, come credo, si tratta del classico caso di una femmina intenta a proteggere i propri piccoli. Dev'essere l'uomo - aggiunge Brambilla - ad usare prudenza nell'andare per boschi, habitat degli animali selvatici e quindi anche dell'orso, con la massima attenzione proprio in questo periodo, quando gli animali escono dal letargo e sono affamati''.
''I grandi carnivori tornati a vivere sul nostro territorio - sottolinea - sono e restano un patrimonio da proteggere senza esitazioni, come stabilito negli accordi internazionali, e non certo una minaccia da sradicare. Una migliore convivenza è possibile, come dimostra l'esperienza di altre regioni in Europa e in Italia, come il parco d'Abruzzo. Occorre più impegno da parte delle autorità per informare correttamente residenti e turisti e per segnalare il pericolo dove c'è, occorre maggiore attenzione da parte di chi frequenta i boschi. Sarebbe importante chiudere le aree frequentate dalle orse con i piccoli e tenere i cani sempre al guinzaglio quando si passeggia nei boschi. E di certo non è possibile punire, con la detenzione o con la morte gli orsi colpevoli di fare gli orsi''.