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Trasferimento JJ4, per Fugatti ''inattuabile, va abbattuta'' ma al Ministero si valutano le proposte dalle associazioni. L'ex capo Cites a il Dolomiti: ''E' il nostro obiettivo''

Massimiliano Conti vice capo di gabinetto del ministro Picheto Frattin sta seguendo il tavolo tecnico avviato a Roma. Nel 2020, al tempo generale dei Carabinieri del Cites, è stato componente del team che ha visitato il recinto del Casteller per scrivere un report sulle condizioni di vita degli orsi rinchiusi

Di Giuseppe Fin - 30 aprile 2023 - 06:01

TRENTO. “Stiamo lavorando per questo obiettivo” che è quello di verificare l'idoneità dei luoghi proposti per trasferire l'orsa JJ4. E' questo l'impegno che sta portando avanti in questi giorni il Ministero dell'Ambiente  assieme a Ispra e agli altri componenti del tavolo che è stato voluto dal ministro per l'Ambiente Pichetto Frattin. 

 

A confermarlo a il Dolomiti è Massimiliano Conti vice capo di gabinetto del ministro e già comandante del Raggruppamento Carabinieri Cites che proprio in questi giorni sta lavorando con il tavolo tecnico che dovrà offrire delle soluzioni sul futuro dell'orsa e in più in generale sui plantigradi in Trentino. 

 

Per il Ministero il trasferimento di JJ4, quindi, non è una possibilità da scartare. A differenza di quanto invece la Provincia di Trento ha deciso di mettere nero su bianco. Nell'ultima ordinanza, infatti, il governatore Maurizio Fugatti lo spiega bene. 

 

La Pat, infatti, ritiene che “in alternativa all’abbattimento dell’esemplare JJ4, l’opzione di un suo eventuale trasferimento in altro sito esterno al territorio della Provincia Autonoma di Trento, come rappresentato dalla disponibilità avanzata da alcuni soggetti, rappresenti un’opzione non ragionevolmente percorribile a fronte dei moniti, puntuali e fondati su argomentazioni scientifiche, espressi da Ispra nel suo parere, che mette in guardia i soggetti responsabili della decisione del trasferimento (in primis, la Provincia di Trento che detiene in custodia l’esemplare JJ4 e che dovrebbe avviare le procedure del suo trasferimento) dal valutare con attenzione ogni elemento che possa comportare rischi di fuga dell’animale, stante il comportamento particolarmente aggressivo mostrato dall’orsa JJ4”. 

 

Nei giorni scorsi sono diverse le opzioni presentate per il trasferimento degli orsi rinchiusi al Casteller. Da parte della Lav sono state presentate le disponibilità di due santuari rifugi che sono pronti ad accogliere immediatamente gli orsi condannati a morte. Si tratta di Gnadenhof für Bären, in Germania, e di Al Ma'wa for Nature and Wildlife, in Giordania, realizzato da Princess Alia Foundation e da Four Paws, due luoghi verificati dall'associazione, adeguati a far vivere gli orsi sereni e al meglio possibile per le loro caratteristiche etologiche. Altrie “offerte” sono arrivate anche dall'Italia. 

 

Generiche e sommarie dichiarazioni di presa in carico dell’esemplare pericoloso di cui si discute” vengono definite dalla Provincia. Così non la pensano gli esperti del Ministero che invece stanno lavorando su queste offerte. “Stiamo lavorando – spiega sempre a il Dolomiti il generale Massimiliano Conti – per fare delle valutazioni sui luoghi proposti”. La valutazione non è semplice e richiede la massima attenzione. 

 

Lo stesso trasferimento di un orso richiede una notevole mole di autorizzazioni e valutazioni non di poco conto. A spiegarcelo è lo stesso Massimiliano Conti che nel 2020, al tempo generale dei Carabinieri del Cites, è stato componente del team che ha visitato il recinto del Casteller per scrivere un report sulle condizioni di vita degli orsi rinchiusi. 

 

“Dal punto di vista autorizzativo – ci spiega – serve l'ok da parte dell'autorità scientifica del Paese dove verrà trasferito l'orso. Questa autorità deve riconoscere l'idoneità del luogo sia dal punto di vista della sicurezza per la cittadinanza che per le esigenze etologiche dell'animale pur considerato che si tratta di un animale in cattività”. 

 

Una volta arrivato il via libera dell'autorità del Paese europeo dove si trova il rifugio serve a sua volta l'ok dell'autorità scientifica italiana. “Una volta dato, il nulla osta – spiega il generale Conti -  permette ai Carabinieri di rilasciare il certificato 9.2 che riguarda il trasferimento a titolo gratuito in Unione Europea”. Più laborioso il trasferimento, invece, se si parla di un trasferimento extra europeo. 

 

C'è poi la parte di analisi che riguarda la valutazione sull'idoneità del mezzo con cui l'orso viene trasportato. “Devono essere seguite particolari procedure – continua il dottor Conti – e servono le valutazioni dell'azienda sanitaria e veterinaria. C'è un'attenta pianificazione del viaggio, anche con scorta, per il benessere dell'animale”. 

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