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Condannata Mereu per "aver finto il ricovero" ma non c'è truffa ai danni dell'Apss. Nei guai anche un primario

Gli approfondimenti erano scattati dopo una lettera anonima. La specialista Mereu, con Tateo, è legata alla scomparsa della giovane ginecologa Sara Pedri 

Di L.A. - 13 dicembre 2023 - 13:30

TRENTO. La dottoressa Liliana Mereu è stata condannata per falso, nei guai anche il primario che all'epoca firmato le dimissioni della specialista. Questa la decisione del giudice Gianmarco Giua.

 

I fatti risalgono alla primavera del 2020 e gli approfondimenti sono scattati a seguito di una lettera anonima su un presunto falso ricovero al reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara di Trento di Mereu.

 

Oggi professoressa associata all'università di Catania e direttrice di una clinica ginecologica in Sicilia, rappresentata in tribunale dal legale Franco Rossi Galante e assistito da Alessandro Baracetti, è stata condannata a 8 mesi per falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale.

 

Il giudice ha condannato, 5 mesi e 10 giorni con la stessa accusa, anche  il primario Gian Luca Marcomin. In quel periodo il medico del Santa Chiara e da agosto 2021 a Cavalese aveva valutato la ginecologa nella seconda fase del trattamento e firmò le dimissioni. Le richieste avanzate dal pm Davide Ognibene erano rispettivamente di 1 anno e 6 mesi a Mereu, per la quale è caduta l'accusa di truffa ai danni dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, e un anno per il primario.

 

Ancora aperto il procedimento sulla dottoressa che firmò il ricovero di Mereu. La professionista, che verrà giudicata a gennaio, sostiene di essere stata indotta dalla stessa specialista per disporre la degenza sulla base di esami che non sarebbero, secondo l'accusa, mai stati eseguiti.

 

La professionista Mereu è legata alla vicenda che riguarda la scomparsa di Sara Pedri il 4 marzo 2021. E' imputata con Saverio Tateo per maltrattamenti in corsia. Nell'udienza preliminare davanti al gup Marco Tamburrino hanno chiesto di costituirsi parte civile 8 delle 21 parti offese tra cui la madre della giovane ginecologa. I danni sono quantificati in oltre un milione.

 

Dal canto loro Tateo (il licenziamento del quale da parte del Santa Chiara è stato giudicato illegittimo) e Mereu, che non lavorano più al Santa Chiara di Trento, negano ogni addebito e respingono con forza tutte le accuse

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