Ergastolo per Benno Neumair: ha ucciso il padre e la madre e gettato i loro corpi nell'Adige. Deciso anche un anno di isolamento diurno
La sentenza è stata letta questo pomeriggio, accolte le richieste dei Pm. La sorella Madè: "Questa pena o le motivazioni che leggeremo non ci ridaranno la mamma e il papà"
BOLZANO. Benno Neumair e' stato condannato alla pena dell'ergastolo dalla Corte d'assise di Bolzano per l'omicidio del padre Peter e la madre Laura. Oltre a questo è stato anche disposto un anno di isolamento diurno e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La sentenza è stata letta pochi minuti fa e sono state accolte le richieste che erano state fatte nei giorni scorsi dai pm Federica Jovene e Igor Secco.
Madè Neumair, la sorella di Benno, a margine della lettura della sentenza ha affermato ai giornalisti "Non è che questa pena o le motivazioni che leggeremo ci ridaranno la mamma e il papà. Però forse ci darà un po' di pace per quanto si possa avere pace dopo questo sconvolgimento".
IL DUPLICE OMICIDIO
Benno Neumair ha ucciso i suoi genitori, Laura e Peter a inizio gennaio dello scorso anno per poi gettare i corpi nell'Adige. Per giorni il giovane ha finto di non sapere nulla di quanto successo salvo poi, con la scoperta del cadavere della madre, ''ritrovare'' la memoria e ammettere il duplice omicidio. Anche per questo l'accusa aveva chiesto che non venissero riconosciute eventuali attenuanti perché la confessione fatta dal 31enne sarebbe stata a quel punto superflua perché fatta dopo il ritrovamento della salma.
A maggio si era svolta una delle udienze più importanti del processo durante la quale si erano ascoltati i periti, la criminologa Isabella Merzagora, lo psichiatra Edoardo Mancioppi e lo psicologo Marco Samory, che dovevano valutare le capacità di intendere e di volere di Benno al momento dei due omicidi. Il riconoscimento della seminfermità mentale è stato sin dall'inizio del processo una delle chiavi difensive dell'imputato. Secondo i periti incaricati dal giudice Benno avrebbe avuto una ridotta capacità di volere nel primo omicidio, quello con il padre, perché il litigio avvenuto avrebbe innescato il suo disturbo di personalità.
Diversa invece la situazione per il secondo omicidio, quello della madre. In questo caso Benno, secondo i tecnici, era invece capace di intendere e di volere. La posizione degli esperti è stata però contestata in aula dalla parte civile in quanto il fatto che vi sia stato un litigio con il padre è solamente il giovane che lo racconta e quindi non vi è, secondo sempre gli avvocati delle parti civili, nessun elemento certo. A esprimersi in maniera diversa sono stati gli esperti della Procura secondo i quali Benno era capace di intendere e di volere in entrambi i delitti.
La richiesta dei sostituti procuratori Igor Secco e Federica Iovene durante la requisitoria davanti alla Corte d'assise di Bolzano di ergastolo derivava anche dal fatto che Benno sarebbe stato un ''freddo calcolatore'' e avrebbe predisposto tutto manipolando anche le persone intorno a lui per costruirsi alibi e ''alleati'' dopo la scomparsa dei genitori. La menzogna, sempre secondo i pm, sarebbe stato ''il filo rosso'' che avrebbe caratterizzato il suo comportamento.