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"Bambini stuprati davanti alle madri, ma anche torture e violenze di fronte a loro". La denuncia della vicepremier Stefanishyna in Senato: "A Bucha civili giustiziati"

È intervenuta in video conferenza con la Commissione diritti umani, femminicidio e antidiscriminazioni del Senato, la vicepremier ucraina Stefanishyna che ha denunciato i crimini commessi dall'esercito russo in Ucraina: "Sono 36 i crimini di guerra contati. Il mondo civilizzato deve ancora vedere cosa è successo nelle aree occupate"

Di Francesca Cristoforetti - 13 aprile 2022 - 17:34

TRENTO. “Bambini stuprati davanti alle madri e viceversa. Una 14enne è stata violentata da cinque soldati russi e ora è incinta. Un ragazzo invece è stato stuprato davanti alla mamma, legata a una sedia”. Sono queste le parole di denuncia della vicepremier dell’Ucraina Olha Stefanishyna, intervenuta oggi (13 aprile) in video conferenza con la Commissione diritti umani, femminicidio e antidiscriminazioni del Senato. “Sono cittadina del mio Paese, madre, donna e membro del governo, ma nessuna parte di me è in grado di accettare la gravità di quello che sta succedendo”.

 

Continuano a emergere storie di violenza inaudita da parte dell’esercito russo, soprattutto nei territori evacuati. “I racconti sono soltanto di una settimana fa – prosegue – abbiamo registrato conversazioni con soldati che hanno ammesso di aver stuprato donne ucraine. Gli stessi hanno anche rubato dalle case degli ucraini, mandando pacchi ai famigliari in Russia”.

 

La vicepremier sostiene che è “in corso un genocidio, che non ha nulla a che fare con la guerra”. L'obiettivo degli stupri, non sarebbe solo quello di far soffrire le donne, ma "umiliare i nemici in modo da eliminare la resistenza. La maggior parte di quelli commessi avviene di fronte agli occhi dei figli”.

 

Di giorno in giorno aumentano le testimonianze e i dettagli sempre più orribili, di torture, sepolture, violenza sessuale commessa di fronte ai bambini, riporta la vicepremier ucraina che accusa la Russia: “Si sta rivelando la vera faccia del suo esercito. Non tanto quella di Putin, ma di ogni singolo soldato russo che commette questi crimini, che si stanno compiendo in tutta l’Ucraina, non soltanto a Bucha. Questa è una politica decisa della più alte sfere russe”.

 

Molti gli attacchi a obiettivi civili, con missili lanciati anche contro ospedali e scuole: “Mariupol non esiste più, è una città distrutta – prosegue – come membro dei negoziati per i corridoi umanitari posso affermare che i russi non hanno considerato le vite umane. Tanti ucraini sono stati deportati senza sapere dove siano oggi. La missione della Croce Rossa in quelle aree è importante non soltanto per svelare i crimini commessi ma per iniziare ad avviare delle indagini”.

 

Con la liberazione di Bucha e di Kyiv si stanno infatti esaminando centinaia di cadaveri ritrovati: “Il mondo civilizzato deve ancora vedere cosa è successo nelle aree occupate. Oggi insieme ai partner internazionali stiamo cercando di sostenere tutte le vittime per un’assistenza medica, psicologica e legale”.

 

Secondo le prime indagini a Bucha, “il 90 percento delle vittime ha una ferita di arma da fuoco con un proiettile in testa, il che significa persone giustiziate sul posto”.

 

Fino ad ora sono stati contati 36 crimini di guerra: “La guerra portata avanti dalla Russia non si fermerà nonostante le decisioni della Nato e dell’Onu”.

 

Secondo i piani della Russia, “l’Ucraina non può esistere come nazione indipendente da loro – conclude Stefanishyna – la stampa ufficiale ha pubblicato i loro programmi, tra cui l’uccisione della nostra popolazione o mandarci nei campi di lavoro”.

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